Cultura

“Cromofabula”, quei murales e le storie che non piacciono

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Numerosissime e fondate le contestazioni, le critiche e la montante polemica che stanno accompagnando la presentazione, da parte dell’Amministrazione Di medio, del programma “STHAR LAB” – Street Art CROMOFABULA, sentieri e narrazioni” che il Comune di Cassano delle Murge si prepara a realizzare sfruttando un bando regionale di cui è risultato vincitore e fruitore.

Si tratta, in sostanza, di dipingere le pareti di tre scuole cassanesi con la raffigurazione di miti, leggende e storie della tradizione popolare locale e non solo.

Tre muri della Scuola dell’Infanzia di via Galietti, della Scuola Media di via Mameli e della Scuola Primaria di via Gramsci saranno, dunque, a disposizione di artisti, o gruppi di artisti, che potranno presentare i propri ad una apposita Commissione Comunale che sceglierà i tre migliori per essere poi riprodotti. L’artista riceverà un premio da 2500 euro (o 3000, in caso di scultura) e potrà realizzare il murales, immaginiamo a sue spese.

I temi scelti dall’Amministrazione per il Concorso sono: Licantropo (U’lpomn); Monaco Uccello (monc acidd); Femmina morta; Fata gallina (fata gaddin); Dio Giano;  Sogno del Pastore (rinvenimento affresco Madonna degli Angeli). 

Cosa c’è che non va in questa vicenda? Cos’è che ha attirato e sta attirando tante critiche da parte dei cittadini cassanesi, attraverso dibattiti su questo giornale, sui social-network, discussioni e perfino una lettera inviata in Comune?

Diciamo subito che l’idea è senza dubbio pregevole. Al di là che si apprezzi o meno questa moderna espressione di arte moderna, la “street-art” viene ormai accettata unanimemente come una tecnica con cui si cimentano anche artisti di fama, che decorano intere zone di città, borghi e paesi.

La prima domanda, allora, è: saprà, una Commissione composta da tre Consiglieri Comunali, giudicare le idee presentate? Con quali competenze? E come saranno scelti? Da chi?

Altro dubbio che qualche lettore pone: le scuole appena o da poco rifatte – vedi la Media “V. Ruffo” non è meglio tenerle pulite e intonse anziché “imbrattarle” coi murales?

Ma gli interrogativi più pregnanti si focalizzano sui temi scelti dall’Amministrazione Di Medio quali rifacentisi alla tradizione popolare cassanese, ai suoi miti ed alle sue leggende popolari.

Il primo punto di un programma che mira alla divulgazione della cultura, però, non può che essere la verità, sia quella storica che quella tramandata oralmente di generazione in generazione e questo ci sembra non sia affatto presente in ciò che ci si appresta a fare con l’Avviso Pubblico. Fra i temi proposti, infatti, ve ne sono alcuni in stridente contrasto con la verità tramandata dai nostri avi.

Ad esempio: il sogno rivelatore della Immagine custodita nella Grotta del Convento e dedicata alla Madonna degli Angeli non fu affatto “di un pastore” ma – come testi e cronache dell’epoca tramandano – di un “sacerdote cassanese”, rimasto anonimo. Fu lui ad avere una triplice visione in un sogno che lo spinse poi a percorrere le Murge di contrada “Riformati” ed a trovare la Grotta con il miracoloso dipinto.

Altri esempi: il Licantropo (U’lpomn) e Monaco Uccello (monc acidd). Senza neppure soffermarci sulla resa lessicale del dialetto utilizzato, siamo dinanzi a leggende non della Cassano che vorremmo far conoscere alle nuove generazioni ma di storie diffuse in tutte le culture del Mediterraneo di cui Cassano è parte ma non certo esse hanno origine nei nostri luoghi.

Che dire poi del “Dio Giano” (sorvoliamo anche qui sullo stile della scrittura)? Anni di studi, verifiche, pubblicazioni per chiarire le vicende storico-lessicali legate al toponimo “Cassano” – che nulla centra con Giano – per poi fare un salto all’indietro di decenni, ancora una volta a scapito della conoscenza verso le nuove generazioni!

 Ecco da dove nasce il profondo dissenso rispetto alle scelte operate dall’Amministrazione relativamente a questo programma che purtroppo, come spesso succede, ha visto la mancanza netta di un qualsivoglia confronto con coloro che – associazioni, gruppi, cultori di storia locale, storici e scrittori – da sempre approfondiscono queste tematiche ed il cui dialogo avrebbe sicuramente arricchito e indirizzato diversamente il Programma.

Finora, però, alla critiche solo la Sindaca Maria Pia Di Medio ha abbozzato qualche risposta, via social, difendendo in sostanza le scelte fatte e invitando ad approfondire la vicende legate ai personaggi mentre tacciono i restanti componenti dell’Amministrazione e la Presidente della Seconda Commissione Comunale, Francesca Marsico, la promotrice dell’intero Programma.

 

 

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