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“L’ENTE PARCO ALTA MURGIA? UNA GRANDE DELUSIONE”. A CASSANOWEB L’ASSESSORE BARBANENTE

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L’Ente Parco dell’Alta Murgia? “Una grande delusione”. Non
usa mezzi termini l’Assessore all’Urbanistica della Regione Puglia, Angela
Barbanente che a margine dell’incontro sulle scelte regionali in materia di
ambiente e pianificazione del territorio organizzato a Cassano
dall’Associazione culturale “Il Faro”, ha risposto ad alcune domande poste da
CassanoWeb a proposito del Parco, senza lasciarsi pregare più di tanto nel
criticare l’Ente di gestione.

 

Un giudizio da tecnico e non solo da politico, visto che negli
anni scorsi la Barbanente –  in qualità
di Docente di Tecnica Urbanistica e Pianificazione Territoriale presso il
Politecnico di Bari, II Facoltà di Ingegneria di Taranto e grazie alla sua
attività scientifica che si è dispiegata dalle iniziali ricerche sulla
pianificazione del recupero urbano, alle ricerche sui sistemi informativi
territoriali e sistemi esperti, a quelle sulla valutazione nella pianificazione,
alle più recenti su temi legati ai metodi di supporto alla decisione per la
pianificazione territoriale orientata in senso ambientale – è stata una delle
teorizzatrici del Parco dell’Alta Murgia nonché, grazie al suo lavoro col
Politecnico, delle consulenti più apprezzate sul tema da parte degli enti che
fanno parte del Parco e dei CAM (Comitati per l’Alta Murgia) del territorio.

 

 

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Qual è il suo
giudizio sull’Ente Parco dell’Alta Murgia?

Credo non ci possa
essere una buona politica senza entrare nel merito delle questioni. Dunque il
mio giudizio sull’Ente Parco è in gran parte di delusione; c’erano tante
speranze nella elaborazione del Parco e nella grande attività di supporto che
era stata creata ma purtroppo ancora oggi questa grande opportunità per la Murgia
viene vista dai cittadini o da molti di essi come una serie di vincoli, di
legacci.

 

Quali sono i motivi?

Essenzialmente sono
legati alla mancanza di un Piano del Parco. Fino a che il Piano non ci sarà
vigono sul territorio le norme di salvaguardia che per forza di cose sono norme
rigide, proprio in attesa del Piano; quanto prima quest’ultimo sarà attuato in
tutte le sue potenzialità, tanto più velocemente si potrà promuovere una tutela
attiva del territorio. Senza un buon Piano, chi si accorge che qui, a Cassano,
siamo nel Parco? E qual è il valore aggiunto di questa appartenenza? Le norme
di salvaguardia non possono certamente fornirci sviluppo e partecipazione che
sono appunto prerogative del Piano.

 

Che cosa si può fare
per accelerare la redazione del Piano?

Si può sollecitare
l’ente, sia come semplici cittadini che come associazioni nonché attraverso i
Comuni che fanno parte del Parco. La Regione ha di recente stipulato un
Protocollo d’Intesa con l’Ente Parco perché all’interno del Piano vi sia concordanza
anche con il Piano Paesaggistico Regionale e per questo vi sono anche risorse
economiche che potranno essere adeguatamente utilizzate.

 

Potrà essere un
Piano condiviso?

Dovrà esserlo. Se
non sarà un Piano condiviso con la popolazione, con gli enti, le associazioni,
gli agricoltori e tutti coloro che vivono sul territorio, non servirà a nulla.

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