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COMMISSIONE SULLA RIFORMA SCOLASTICA: E’ SCONTRO FRA LE PRESIDENTI QUATRARO-BUSTO

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Sulla “Commissione Comunale straordinaria sulla riforma
scolastica” si rischia un nuovo “braccio di ferro” come quello che, all’inizio
della legislatura 2004, contrappose  maggioranza e opposizione su chi avesse
diritto di presiedere le Commissioni. Una storia durata diversi mesi che bloccò
di fatto il lavoro delle commissioni stesse.

 

 

 

 

 

Il copione rischia di ripetersi e vede di fronte, questa
volta, la Presidente del Consiglio, Maria
Quatraro
e la consigliera del PD, Mimma
Busto
, eletta, lo scorso 13 gennaio Presidente della “Commissione Comunale straordinaria
sulla riforma scolastica”.

 

Che cosa è successo?

 

La Commissione – nata per monitorare l’ impatto che la
riforma scolastica del ministro Gelmini (la legge 169 del 30/10/2008) avrà
sulle istituzioni scolastiche cassanesi – è composta da Maria Quatraro, Rosa
Contursi
e Vito Lionetti per la maggioranza e, oltre alla stessa
Busto, Ignazio Zullo per la minoranza.

 

Secondo le minoranze, però, la Quatraro non poteva essere
membro della Commissione: come recita, infatti, lo Statuto del Comune di
Cassano, la Presidente
del Consiglio Comunale avendo un ruolo di garante e di supervisione sulle
commissioni stesse, non può farne parte.

 

Si trattava, dunque, di tornare in Consiglio Comunale e
far eleggere dallo stesso il terzo membro di maggioranza che faccia parte della
Commissione al posto della Quatraro. Ma quest’ultima, ad una lettera della
Presidente Busto che chiedeva di portare la questione in Consiglio, ha risposto
“no” con una lettera.

Formulo la presente – dice la Quatraro
alla Busto – riferita alla questione
pregiudiziale posta dal Consigliere Zullo circa la partecipazione della
scrivente alla commissione in oggetto, che richiederebbe un nuovo passaggio in
Consiglio Comunale al fine di rendere la commissione pienamente operativa. Mi sia
consentito dissentire sia nel metodo che nel merito della vicenda.
Sotto il primo aspetto ritengo che una questione pregiudiziale vada posta al
momento dell’insediamento della Commissione e prima che la stessa inizi ad
operare. Ove l’impedimento all’operatività della Commissione fosse reale, ciò
implicherebbe anche un vizio nella procedura di elezione del Presidente ed in
ogni attività successiva. Delle due l’una: o la Commissione non poteva
insediarsi, stante l’illegittima composizione, e, quindi, ogni decisione
assunta deve ritenersi nulla; ovvero tale impedimento non sussiste e quindi non
si giustifica la nota in commento.
Sotto il secondo aspetto non posso mancare di rammentare che la costituzione di
una commissione straordinaria ha rappresentato una scelta, condivisa
unanimemente in consiglio comunale, nella prospettiva di una azione comune di
analisi degli impatti della riforma del sistema scolastico. La commissione
nella sua funzione di studio e nella sua composizione fu votata all’unanimità,
senza eccezione alcuna sui componenti indicati, anzi con l’auspicio di una
partecipazione allargata a tutti coloro che avessero potuto fornire contributi
di esperienze e conoscenze, in ciò applicando compiutamente l’articolo 17 dello
statuto comunale, contenente disciplina speciale sulla costituzione di
commissioni consiliari straordinarie, che demanda alla delibera di
costituzione, tra l’altro, la determinazione della composizione, senza
prevedere alcun impedimento per il Presidente del Consiglio.
Le commissioni consiliari ed in particolare quelle di studio non hanno poteri
decisionali, ma si limitano ad analizzare temi di interesse comune per
formulare proposte da sottoporre all’esame del Consiglio Comunale; non solo
alcuna disposizione impedisce alla Presidente del Consiglio di partecipare alle
Commissioni Consiliari, ma la stessa, per converso, vanta una prerogativa in
tal senso, come da Lei correttamente riconosciuto. Ne consegue che i componenti
la commissione non sono chiamati ad esercitare funzioni od incarichi, né la
commissione si connota come organismo autonomo, sicchè il richiamo all’articolo
12, comma 11, dello statuto comunale pare del tutto inconferente.
Alla luce di quanto precede ritengo che il consiglio comunale non debba tornare
sul punto ed anzi urga un nuovo incontro chiarificatore in seno alla
Commissione in argomento, cui ritengo vada doverosamente sottoposta ogni
valutazione circa soggetti esterni da coinvolgere nei lavori”.

Mentre,
dunque, la Regione ha sancito l’autonomia scolastica degli istituti di Cassano
e la legislatura è oramai al termine, gli amministratori cassanesi devono
ancora decidere chi fa parte di cosa e per che cosa.

Saranno
pronti, magari, per la prossima riforma: da qui a dieci anni.

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