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PIRP E CONTRATTI DI QUARTIERE: CI SFUGGONO MILIONI. COLPA DI DI DI PIETRO (SECONDO SANTORSOLA…)

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PIRP e Contratti di Quartiere: cosa sono questi
sconosciuti?

 

Nel corso del Consiglio Comunale del 18 febbraio sono
stati al centro di un lungo dibattito fra la maggioranza di “Continuare” e la
minoranza del PdL  seppure con termini
spesso poco chiari anzi quasi del tutto sconosciuti ai pochi presenti al
Consiglio (per chi volesse è possibile ascoltare e vedere questa parte del
Consiglio nella Video gallery di CassanoWeb cliccando qui ).

 




Proviamo dunque a conoscerli più da vicino e a capire cosa
c’entrano con Cassano.

 

La sigla PIRP sta per “Programmi
Integrati di Riqualificazione delle Periferie”.
La Regione Puglia,
utilizzando fondi provenienti dall’Unione Europea e fondi propri dà ai comuni
pugliesi la possibilità di intervenire massicciamente su un quartiere urbano,
che solitamente sconta il fatto di essere in periferia e di riqualificarlo
ovvero renderlo più vivibile, più bello, più accettabile magari dotandolo di
infrastrutture (un teatro, un luogo di aggregazione giovanile, un polo
sportivo) che sia attrattivo anche per chi vive nel resto della città o del
paese.  I Pirp vengono promossi dai
comuni, dunque e sono attivati con l’apporto collaborativo di organismi
pubblici e di soggetti privati, con l’obiettivo di recuperare le periferie
urbane degradate, migliorando la qualità ambientale e favorendo l’occupazione e
lo sviluppo dell’imprenditoria locale.

 

Solo urbanistica? Roba da tecnici e addetti ai lavori?

 




Nient’affatto. I Pirp nascono da una idea di Angela
Barbanente, assessore regionale all’Urbanistica, recentemente in visita a Cassano
(potete ascoltare il suo intervento nella serie di incontri organizzata
dall’Associazione “Il Faro” nella Video gallery di CassanoWeb cliccando qui )




che ha ribadito una sua idea “fissa” ovvero la
realizzazione di opere strategiche – qual è appunto la riqualificazione di un
quartiere – vanno condivise con la popolazione, con le associazioni, con gli
operatori, con le imprese locali.  Insomma nulla  di calato dall’alto, molto di “condiviso”
secondo il modello della cittadinanza attiva.

 

I fondi messi a disposizione dei PIRP dalla Regione
erano oltre 82 milioni di euro da suddividersi fra i Comuni pugliesi – grandi e
piccoli – chiamati a disputarseli sulla base di un Bando




che la Regione
Puglia pubblicò nel giugno del 2006.  La
scadenza, prima fissata nel dicembre dello stesso anno, fu poi prorogata al
maggio 2007.

 

I Comuni che presentarono progetti furono 127 ma Cassano
non fu fra quelli.
Pur avendo pagato una parcella di 10mila euro ad un rinomato
studio barese di architettura per verificare la possibilità di partecipare al
PIRP.

 




Perché? Cosa era successo?

 

Secondo il capogruppo del PdL Ignazio Zullo, Cassano ha
perso un’ottima occasione per accedere ad una possibilità unica per
riqualificare e rilanciare alcune delle zone che più abbisognano di interventi
di riqualificazione. Basti pensare alla Zona Sacro Cuore.

 

Ma si tenga conto, come già detto, che mettere in moto un
progetto PIRP significa anche avviare un intero sistema di economia locale che
produce posti di lavoro, migliora l’ambiente, sprigiona energie positive quali,
ad esempio, l’attenzione al risparmio energetico con cui le nuove realizzazioni
sono chiamate a confrontarsi.

 

Tutto questo non è avvenuto e la responsabilità, secondo
l’Amministrazione Gentile, è degli abitanti della ex “167”.

 

Per il sindaco Gentile, che ha spiegato la questione nella
riunione del Consiglio Comunale, supportato dai consiglieri Contursi,
Baldassarre e Santorsola, il Comune di Cassano ha verificato quale avrebbe
potuto essere l’impatto dei PIRP su quel quartiere e lo avrebbe fatto
attraverso un questionario distribuito fra gli abitanti del “Sacro Cuore”.

 

Dagli interventi in Consiglio non si è capito bene ma pare
che l’amministrazione avrebbe chiesto ai residenti se volevano o meno un nuovo
complesso di case popolari al che gli abitanti hanno detto un sonoro “NO”,
anche perché queste case sarebbero state costruite al posto del Parco giochi comunale.

 

Dobbiamo credere sulla parola agli amministratori del
Comune poiché nessuno aveva finora sentito parlare di questo questionario, né
di un sondaggio effettuato fra i residenti e neppure di assemblee pubbliche,
riunioni, ecc. nelle quali si chiedeva ciò. 
“Abbiamo interpellato i residenti
con grande apertura democratica
– ha detto il sindaco Gentile in Consiglio
se volevano altre case popolari e i
cittadini hanno detto no”.

 

E vorrei vedere pure che dicevano sì, avrebbe detto Totò. Nel
senso che se davvero il sondaggio chiedeva questo nessuno avrebbe detto sì.

 








Fatto sta
che mentre comuni come Grumo Appula, Palo del Colle, Altamura per non parlare
dei piccoli Turi e Toritto









(qui la
graduatoria completa
)
hanno ricevuto milioni di euro per riqualificare le loro
periferie e creare nuovi spazi verdi, strutture sportive e luoghi di
aggregazione sociale, a Cassano nel quartiere “Sacro Cuore” sta per sorgere un
bel…parcheggio!

 

 

Il Contratto di
quartiere.

 

Idem come sopra. “Si
tratta di interventi complessi
– spiega la
Regione Puglia che riprende la positiva esperienza realizzatasi in altre parti
d’Italia  che puntano a risanare quartieri degradati principalmente con
costruzione o recupero di urbanizzazioni primarie
secondarie e servizi, al fine di creare condizioni di maggiore
vivibilità. Gli interventi verranno attuati con fondi
pubblici e di privati incentivati ad investire. Il
finanziamento pubblico complessivo, a carico per due terzi dello Stato e per un
terzo della Regione, è di circa 90 milioni di euro. Ogni singolo contratto
di quartiere può avere
un finanziamento massimo di cinque milioni di euro”.
Questa iniziativa parte addirittura prima,
già nel 2003.

 

Anche in questo caso, però, Cassano non partecipa alla
possibilità offerta di riqualificare, rammodernare, rilanciare l’economia,
migliorare la vivibilità e il PdL in Consiglio presenta anche una interpellanza
in merito.

 

Secondo il vicesindaco Teodoro Santorsola la
responsabilità è dell’allora Ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro che
avrebbe avviato un contenzioso con un altro ministero e poi al Tar che, chissà
come, chissà perché, avrebbe poi danneggiato Cassano. Si badi: solo il nostro
paese perché altri comuni a noi vicinissimi (il solito Grumo ma anche Acquaviva
delle Fonti che completerà il suo Teatro, Ruvo di Puglia che costruirà, fra
l’altro, un anfiteatro, ecc.) si vedono approvare progetti e ricevono fondi.

 

Non ci credete? Leggete questo lancio dell’Agenzia Ansa del 23 aprile
2007:

 

Roma – L’Accordo di programma tra Regione Puglia e Ministero delle
Infrastrutture ha sbloccato circa 87 milioni di euro, da spendere in 17
Comuni, per favorire la dotazione infrastrutturale di aree degradate e a forte
disagio occupazionale. Nella regione i Contratti di Quartiere II punteranno
quindi soprattutto a favorire l’integrazione sociale e l’offerta abitativa. I
Comuni interessati sono otto della provincia di Bari (Mola di Bari, Grumo
Appula, Acquaviva delle Fonti, Noicattaro, Noci, Alberobello, Molfetta e Ruvo
di Puglia), tre della provincia Barletta-Andria Trani (Barletta, Trani,
Bisceglie), tre della provincia di Foggia (Lucera, Torremaggiore, Monte
Sant’Angelo) e tre della Provincia di Lecce (Lecce, Galatone e Maglie)”.

 

Ma per caso, di Pietro ce l’ha con Cassano? E perché, poi?

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