Attualità

UNIVERSITA’, “SIAMO UN PAESE POCO CORAGGIOSO” DICE PETROCELLI

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Più che il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi
di Bari “Aldo Moro”, Corrado Petrocelli
– ospite l’altra sera degli incontri organizzati dall’Associazione “Il Faro”
presso il Liceo Scientifico-Classico “Leonardo da Vinci” di Cassano – è
sembrato un ottimo amministratore, un attento osservatore (anche critico) della
propria realtà, un nostalgico futurista che sa cosa l’università potrebbe fare
per il futuro di questo Paese ma non sempre gli viene consentito, un illuminato
e accorto dosatore di lezioni morali ma anche grande pragmatico.

 

Nulla di accademico, almeno nel senso classico che ci si
attenderebbe. Molto di visionario nella accezione di capire cosa si muove da
qui a dieci anni e volerlo afferrare.

 

Introdotto dal giornalista cassanese Gianvito Cafaro e salutato dal consigliere regionale Ignazio Zullo, in un auditorium
affollato, Petrocelli ha tracciato l’altra sera tratti molto seri, sferzanti e
mai “divertenti” di quella che è l’Università di oggi (non solo barese) e quale
potrebbe essere quella di domani. Non nascondendo nulla degli scandali e delle
raccomandazione di cui la cronaca da un po’ di tempo si è occupata (“il marcio c’è, l’abbiamo debellato, spero
per sempre, con validi strumenti ma per favore: non generalizzate. Se un
professore o un dipendente sbaglia, non significa che a sbagliare sia l’intera
Università…”)
; affrontando di petto la cosiddetta “fuga dei cervelli” (“abbiamo straordinari laureati, a volte con
diversi master e specializzazioni e se i centri di ricerca e le imprese di
tutto il mondo se li contengono significa che siamo bravi a formarli; ma è
colpa nostra o del sistema imprese-Stato-enti non riconosce abbastanza i loro
meriti, pagandoli adeguatamente, tanto da assumerli? Si vuole l’innovazione
nelle imprese, ad esempio: ma chi la fa questa innovazione se non un laureato
che ha studiato, fatto ricerche e sgobbato per anni? E questo lavoro lo si
vuole pagare adeguatamente?”)
; parlando della carenze della edilizia
scolastica e in generale del diritto allo studio che potrebbe attrarre su Bari
altri studenti stranieri e con essi una attenzione maggiore da parte di paesi
emergenti come la Cina.

 

Petrocelli ha poi illustrato il nuovo Campus progettato a
Valenzano, una idea che se realizzata potrebbe liberare ampi spazi presso il
Politecnico di Bari e consentire agli studenti di veterinaria e agraria di
studiare e sperimentare direttamente sul campo tali studi grazie alla creazione
di sere e laboratori. Si attendono risorse.

 

Niente sconti, però. “Chi
si illude
– ha detto il Rettore – che
tutto può essere facile, veloce 
sbrigativo sbaglia strada. L’università, lo studio, sono sacrificio,
pena, passione ma certamente non divertimento. Dunque una Nazione civile che
vuol dirsi tale non può non investire in ricerca e formazione, arrivando anche
alla formazione permanente, quella per gli adulti. Altrimenti proseguirà il
declino dell’Italia In questo non siamo un Paese coraggioso, quasi avessimo
paura del futuro.”

 

 

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