ZULLO: IL MIO DISCORSO IDEALE AL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DEL PDL
Al Congresso fondativo del Partito
del Popolo delle Libertà in corso a Roma, anche Cassano è presente con due
rappresentanti: Ignazio Zullo, consigliere regionale de “La Puglia prima di
tutto”, movimento pugliese che confluisce nel PdL e dunque membro di diritto
della assise nazionale e Piero Guglielmo, delegato nazionale per il Partito
Repubblicano Italiano.
Pubblichiamo di seguito l’intervento
del consigliere Zullo al Congresso romano.
Presidente, care amiche e amici, nel prendere la parola,
non mi riesce di nascondere l’emozione che sarà tiranna ma, se l’emozione potrà
tradirmi, di contro mi sorregge l’orgoglio di essere con voi a questo primo
congresso che dà vita al partito del popolo italiano, al Partito del Popolo
della Libertà.
Come si può non essere orgogliosi di esser qui, dopo aver
ascoltato gli interventi degli autorevoli esponenti di A.N.- dal quale badate
bene non provengo per storia politica- domenica scorsa in questo stesso luogo e
dopo aver ascoltato la telefonata del Presidente Berlusconi all’On.le Giovanardi
in quel di Napoli, telefonata con la quale afferma che per noi la sacralità
della vita e il rispetto della dignità della persona sono valori
irrinunciabili.
Quale rispetto della dignità della persona è nelle gogne
mediatiche delle intercettazioni orchestrate tra certa stampa e certi segmenti
politicizzati della Giustizia, quale
nelle nostre carceri e quale nella nostra incapacità reale di fornire alla pena
il valore di certezza e il fine della riabilitazione del condannato. Grazie,
Ministro Alfano per il Suo lavoro.
Quale rispetto della dignità della persona può esserci in
una Scuola e in un’Università, ostaggi della politicizzazione sinistroide della
CGIL, figlie del sei o del diciotto politico di derivazione sessantottina che
appiattisce e livella i nostri figli e i nostri giovani verso il basso, che
chiude le porte al merito per spalancarle al bullismo. Grazie, Ministro Gelmini
per la Sua passione.
Quale rispetto della dignità della persona incontra il
cittadino quando si confronta con l’inefficienza della P.A., con gli sprechi di
danaro pubblico nei rivoli delle mille consulenze finalizzate a mantenere
rendite di posizioni per nullafacenti al servizio dei partiti della sinistra.
Grazie, Ministro Brunetta, Lei è sulla strada giusta, una strada di libertà.
Siamo in
un periodo di crisi economica mondiale e le crisi si possono affrontare non con
le rigidità mentali ma con l’elasticità mentale, con l’intelligenza strategica
e con le competenze. Sì, ha ragione il Presidente Fini quando vorrebbe
sostituire il “libero mercato con il mercato in qualche modo regolato”. Ma
prima delle regole, dobbiamo valorizzare il sistema delle relazioni, il
concetto di solidarietà e di sussidiarietà, il fine ultimo dell’azione
economica che non può che essere il bene comune. Siamo in buone mani, mani che in questo campo
han fatto i calli. Grazie, Ministro Tremonti con Lei risaliremo la china senza
abbandonare gli ultimi, i deboli, quelle persone che sono spesso invisibili ai
nostri occhi e ai nostri cuori perché non serve la ricchezza di pochi ma la
stabilità di tutti.
Il Presidente Fini domenica scorsa ha lanciato un monito: “Se si ha paura vuol dire che o non valgono niente le idee o non vale
niente chi ha paura“.
Non abbiamo paura caro Presidente Fini perchè
valiamo noi e valgono le nostre idée e siamo pronti con fierezza a praticarle
nei nostri territori.
Vedete cari amici, vengo dal Sud, dalla
Puglia, una Regione dove con un colpo di fulmine nasce l’amore per il Sud e si
vorrebbe combattere una crociata contro il Nord in nome di un sepolcro che poi
sacro non è perchè si è sacri quando si combattono le battaglie giuste non le
proprie. Non crediamo negli amori che sfociano dalla rabbia e dalla delusione,
non crediamo nei finti innamoramenti che portano alla contrapposizione tra Nord
e Sud.
Crediamo nella qualità, nella concretezza
della politica, nell’accrescimento delle sensibilità e delle competenze, nel
legame forte con il territorio e con gli elettori e su questi valori deve
giocarsi il confronto a tutto campo che non è tra Nord e Sud ma tra Stato e
Regioni in uno Stato che si trasforma e si organizza in senso federale.
De Gregori in una nota canzone parlava dei
poeti come brutte creature che ogni volta che parlano è una truffa. Immaginate
quante truffe con Nicki Vendola per quei pugliesi, per fortuna pochi, che
ancora aspettano la “Puglia migliore”.
Non può esserci il migliore per declamazione
o per slogan; il migliore è nei fatti, nelle verifiche, nelle capacità
strategiche.
Caro Ministro Fitto, grazie per esserci in
Puglia. Lei è la nostra stella polare nel firmamento del cambiamento della
politica e noi vogliamo essere promotori di cambiamento.
Il cambiamento però passa dalla vera
inclusività del Partito del Popolo della Libertà.
Guai se immaginassimo il Partito degli
italiani come il paradiso dove c’è San Pietro che
decide chi entra, chi va in Purgatorio e chi va nelle Fiamme.
Immagino
il PdL come un’area-sistema (non uno spazio recintato) all’interno della quale
debbono incontrarsi con coerenza le diverse sensibilità ed identità che per
affinità ideologiche si riconoscono negli stessi valori e negli stessi princìpi
per sfociare in un processo di ibridazione delle identità funzionale al
raggiungimento di obbiettivi condivisi. Senza giudici e senza censori ma con
grande slancio di inclusività.
La grande coesione dei nostri leaders deve ispirarci nelle
azioni sul territorio dove il buon senso, l’intelligenza, la capacità di
perseguire obbiettivi strategici devono essere più grandi e più forti dei
destini dei singoli, delle rendite di posizione, degli odi, dei rancori, degli
orticelli e dei personalismi.
Abbiamo la necessità di fare squadra, di fare sistema, di
sentirci popolo di libertà e perciò dobbiamo riconoscere e riconoscerci in un
unico simbolo e in un unico leader: il simbolo del Popolo della Libertà e il
Presidente Berlusconi.
Se ci riconosciamo in Berlusconi e nel Popolo della
Libertà, non può essere che nelle competizioni elettorali amministrative
comunali, sulla scheda, campeggi il simbolo del PD accanto al simbolo della
Sinistra e dell’UDC e viene a mancare il simbolo del PdL sol perché non si è
capaci di superare personalismi e divisioni tra i AN e FI e si compete con
simboli di liste civiche quasi che la fierezza dell’appartenenza al PdL che
mettiamo in campo nelle elezioni politiche ed europee possa venir meno nella
rinuncia alla presentazione del simbolo del PdL alle comunali.
Cari amici e amiche, l’orgoglio per il PdL, nei comuni,
deve accompagnarci sempre perché non è un vestito della festa da indossare nei
momenti felici o quando ci fa più comodo pronti ad accantonarlo per essere in
liste civiche in connubi innaturali, come accade nel mio paese, Cassano delle
Murge, dove governano AN e DS da ormai 10 anni, e dove ci si appresta a
“perseverare” nelle elezioni amministrative comunali del prossimo giugno.
L’orgoglio per il PdL è quello che abbiamo dentro e che
pulsa nei nostri cuori nella buona e nella cattiva sorte e deve pulsare per il
nostro simbolo che deve trovare onore e spazio in tutte le schede elettorali di
tutti i Comuni se veramente vogliamo il PdL come il Partito del Popolo
Italiano.
C’è bisogno però di completare il processo di
semplificazione dei Partiti e di trasferire il modello elettorale per le
politiche, beninteso con la preferenza, ai Comuni e alle Province attraverso la
modifica del TUEL. E’ un compito che tocca a Voi parlamentari perché non
possiamo continuare ad allestire liste e listerelle di appoggio alla PdL per
vincere le elezioni amministrative svilendo il grande contenitore del PdL.
A noi consiglieri regionali tocca omogeneizzare le nostre
leggi elettorali regionali.
Solo così potremo godere in ogni angolo della nostra
Italia e in ogni tempo del “bene più grande che i cieli abbiano mai donato agli
uomini: la libertà”.