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“IL PDL? SIAMO NOI, NESSUN ALTRO”. PARLA IL VICESINDACO TEODORO SANTORSOLA

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Al termine della esperienza
storica di Alleanza Nazionale – quindici giorni fa – volevamo ascoltare l’opinione
di Teodoro Santorsola, vicesindaco di Cassano e da sempre uomo di destra. I
suoi impegni politico-istituzionali, però, gli hanno impedito finora di
rispondere alle domande di CassanoWeb che solo questa mattina siamo riusciti a
raccogliere.

 

Una strana coincidenza: proprio
questa sera nasce ufficialmente a Cassano il PdL. Lui ci sarà o no?

 

Ecco cosa ci ha risposto.

 

 

Si è concluso a Roma l’ultimo Congresso Nazionale
“Alleanza Nazionale verso il Popolo delle Libertà”: secondo lei si tratta di
una fine o dell’inizio di un progetto più grande e moderno?

 




Lei parla di un
processo ormai portato a conclusione, processo che dimostra tutta la modernità dell’area politica
di centrodestra.
La svolta di Fiuggi, fortemente voluta da Pinuccio
Tatarella 14 anni fa, ha segnato un momento di transizione tra l’MSI ed un nuovo  soggetto politico che tenesse conto delle trasformazioni in atto. Il progetto di Tatarella si
rivelò lungimirante.

L’Europa è ormai
orientata verso un bipolarismo che sveltisca le procedure sia politiche sia amministrative,
elimini i veti incrociati, impedisca la nascita di partiti che hanno origine
solo dalle scissioni di
correnti parlamentari, senza alcun consenso della base. Non potevamo esimerci dal
trovare una via italiana a queste esigenze, nell’interesse della Nazione.
Certo, all’interno dei
poli restano comunque le sfaccettature, 
la storia personale dei protagonisti, l’indipendenza di
giudizio, le realtà locali che possono non rispecchiare ed anzi a volte contraddicono
quelle nazionali. Ma questa è una grande dimostrazione di democrazia nonché di forza delle
idee-guida, non certo un segnale di debolezza

 


 

 

Il reggente di AN, La Russa ha detto che il PdL sarà il
“Partito degli Italiani” dando, credo, anche un valore numerico a questo
slogan, ovvero che chi oggi rappresenta davvero la maggioranza e anche di più
del nostro paese è il centrodestra. Moriremo berlusconiani o pidiellini?

 

Non moriremo né berlusconiani, né
pidiellini. Il popolo ha già scelto  un
anno fa da che parte stare, lo dicono i numeri. Ma il
nuovo PdL continua a mantenere in se’ due forti
matrici: una che crede nello stato sovrano, l’altra fortemente liberista.
Entrambe queste matrici indicano, anzi impongono il rinnovamento continuo, non
certo il mantenimento ad ogni costo dello status quo ( o della poltrona, se
preferisce un linguaggio più semplice). Il rinnovamento è una vita continua, e
dunque non può prevedere una fine.

 

Cosa le mancherà di più del partito?

 

Il partito, inteso come collettivo di uomini e donne uniti dagli
stessi principi,  continua ad esistere
più forte di prima. I simboli passano, ma le idee restano.
Se si riferisce alla
militanza politica propria delle sezioni, credo siano ormai parte della storia
della politica italiana. Erano fucine di idee, momento di confronto, luogo in
cui la politica di base diventava messaggera di istanze nei confronti  del governo.

 

La sua biografia dice che da sempre ha militato nell’area
della destra, prima il MSI poi AN. Quali sono oggi i suoi sentimenti di uomo e
di politico nel vivere questa terza evoluzione?

 

Le ripeto: non  ho nostalgie.
Provo solo

i sentimenti di qualunque uomo politico che, restando fedele alle idee per le
quali ha combattuto tutta una vita, incanala i valori delle idee in un
contenitore nuovo. Cambia solo quello, peraltro: il contenuto è sempre lo
stesso.
E poi il mio compito attuale è
lavorare per il bene di Cassano. Qui le situazioni sono ben diverse rispetto al
dato politico nazionale.

 

Non tutta AN seguirà la scelta del partito: proprio in
Puglia è nato e sta crescendo il movimento di Adriana Poli Bortone che non ha
accettato l’ingresso nel PdL. Lei che ne pensa? Come giudica la scelta dell’ex
sindaco di Lecce?

 

Non conosco a fondo la vicenda leccese, ma penso che la
Poli Bortone abbia agito, in questo frangente, 
per le necessità del suo territorio. Non sempre, come ho detto, le
strategie locali possono seguire quelle romane, pur con  ideali condivisi.
Amo
rispettare le idee degli altri e proprio per questo non giudico i comportamenti
di alcuno.

 

Veniamo ad un piano più locale: a Cassano il PdL c’è come
gruppo consiliare ma voi non lo riconoscete. Adesso che succederà? Chi
rappresenterà il PdL in paese?

 

Questa apparente difficoltà è
nata solo a causa di chi ama sedurre l’elettorato, svelando però un disegno di
trasformismo politico che ai cassanesi non può sfuggire. Noi n
on possiamo riconoscere quel
gruppo semplicemente perché è il frutto di una strategia da prima repubblica,
un consesso di persone ideologicamente eredi solo della devastante  gestione Leporale (e chi è di Cassano ne
conosce gli sfasci per i quali abbiamo pagato lacrime e sangue). Ora questi signori,
dopo alterne vicende, salgono sul carro del vincitore. Troppo facile, troppo
cinico. E la vicenda politica dov’è? Diciamo una volta per tutte la verità: a
Cassano il vero PdL si dovrebbe
identificare solo con noi, gli unici che hanno una storia politica vera, quella
storia fatta di sezioni, di riunioni e di assemblee. Sarò più chiaro: a Cassano
c’è una storia di AN, ma non c’è una storia di Forza Italia, quindi il vero PdL cassanese  non potrebbe far altro che identificarsi con
la tradizione locale. Affermare il contrario sarebbe antistorico, ridicolo.
Onestamente, ritengo che gli uomini e le donne del  centrodestra cassanese non possano far altro
che guardare a noi. E questo senza alcuna forzatura di interpretazione. Questa
è la storia, questi sono i fatti di Cassano e dei cassanesi.

 

Le amministrative oramai sono vicine e lei viene indicato
come il candidato sindaco “in pectore” per la lista dell’Amministrazione
uscente che dovrebbe essere una lista civica. Come concilierà il suo
appartenere al PdL con l’impegno di una lista non politica?

 

E’ semplicissimo: basta non confondere l’ideologia con gli
ideali. Gli ideali fondamentali del centrodestra continuano ad essere i miei
ideali. Credo in uno Stato forte ed efficiente, che favorisca le iniziative dei
cittadini meritevoli, che tuteli le fasce deboli, che garantisca i diritti
dell’uomo, che scoraggi ogni tentativo di malversazione. La storia di cui
faccio parte, dimostra che questi sono ideali condivisi da ogni persona di buon
senso e buona volontà, tanto da vedere accomunati anche soggetti di diversa
estrazione ideologica. Non solo: dimostra anche che noi siamo una squadra di
fortissima passione politica, ma anche di grande concretezza e di grande
attenzione verso il territorio. Lo scacchiere politico nazionale è la mia
antica passione, ma ora devo pensare a Cassano ed ai cassanesi. Le chiacchiere
le lascio agli altri. Io, alla gente, preferisco dimostrare l’impegno con i
fatti.

 

 


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