Cronaca

NATUZZI & LO SCIOPERO. QUI SANTERAMO

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Non siamo in periodo balneare, ma in pieno maremoto. L’onda non bagna, ma spazzerà via molti posti di lavoro dei dipendenti delle industrie Natuzzi. Questa mattina per tutta la giornata lavorativa i dipendenti sono in agitazione contro i tagli ai posti di lavoro.
I picchetti presiedono tutti gli stabilimenti della zona dalla centrale di Santeramo fino a Laterza e Jesce 1 e 2. Dalle 6 di questa mattina quasi nessuno è stato in grado di varcare i cancelli, eccezion fatta per i dirigenti e per alcuni che, pur di entrare, hanno scavalcato il muro di cinta a proprio rischio e pericolo. Al momento si ignora l’identità di questi individui, definiti crumiri dai propri colleghi.
Operai e impiegati hanno aderito quasi totalmente allo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil. Alle 09.30 si presenta ai lavoratori il dott. Basile delle Risorse Umane, che ha definito il luogo non adatto al colloquio. Il 31 marzo l’azienda ha presentato un piano industriale in occasione dell’incontro a Roma al ministero, ma si tratta di un piano commerciale finalizzato al solo rilancio del marchio.
I sindacati hanno rigettato in toto tale piano, perché non si parla minimamente di tutela di lavoratori, ma di ottimizzazione, di variabilità e razionalizzazione dei costi. Il prezzo di tutto ciò corrisponde al licenziamento di 1540 operai, chiamati con una finezza linguistica esuberi strutturali. Un’operaia ha chiesto come rilanciare la competitività del marchio. Basile ha risposto con le parole presenti nel piano di rilancio. Ai cancelli erano presenti tutti i delegati sindacali che poco tempo fa avevano avuto l’incontro con il sindaco, da D’Ippolito a Penna a Nicastri e i vari RSU.
Tutti chiedono come mai Natuzzi perseveri ad assegnare lavoro ai contoterzisti che continuano ad avere forza lavoro in nero. Basile ha affermato di aver cessato ogni tipo di rapporto con chi non era in regola. Silvano Penna, uno tra i più decisi, è intervenuto chiedendo al responsabile dell’azienda d’intervenire salvaguardando i posti di lavoro interni e non applicando più l’outsourcing, se davvero si vuole salvaguardare il marchio. Basile replica dicendo che all’estero si realizza solo Italsofa. 
Altra richiesta dei sindacati è la lista dei contoterzisti, richiesta avanzata nel lontano 2006 ed evasa solo pochi mesi fa. Ultimo punto fermo dei sindacati è la rotazione dei lavoratori in CIG perché al momento non avviene oppure i contratti di solidarietà, per i quali si lavora tutti 6 ore e le altre 2 sono di cassa integrazione.
Il lamento dei lavoratori e dei sindacati unanime: l’azienda li mette davanti al fatto compiuto e solo allora si mostra disponibile al dialogo. È successo quando è stata chiusa la falegnameria e quando si sono spostate le collezioni. I sindacati chiedono che nessun posto di lavoro sia toccato fino a quando le trattative sono aperte. 

Alle 10.30 giunge il sindaco di Santeramo Vito Lillo, accompagnato dal suo vice Vito Giampetruzzi e dal presidente del consiglio comunale Armando Leone. Molti hanno pensato che si stesse cavalcando il momento per fini elettorali, subito smentiti dal sindaco.

Il primo cittadino ha espresso la propria solidarietà ai lavoratori, dicendosi disponibile a ulteriori incontri e dando suggerimenti affinché tutta Santeramo si sensibilizzi a questo che rischia di diventare una bomba sociale e non come successo per l’ultimo sciopero quando erano presenti solo lavoratori e membri dell’amministrazione comunale.
I sindacati hanno visto con favore le parole pronunciate dal sindaco e presto sarà allestito un gazebo permanente in Piazza Garibaldi.
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Altre iniziative saranno prese nei giorni a venire e si prospettano anche comizi nei vari quartieri. Ancora incerta la data dello sciopero, anche se i lavoratori premono per manifestare entro la prossima settimana. In forse anche le iniziative di domani, per via del lutto nazionale, e la fiaccolata prevista per sabato 11 aprile.

Si ricorda che i presidi dureranno l’intera giornata lavorativa in tutti gli stabilimenti, anche a Jesce dove questa mattina, secondo fonti da confermare, il titolare di un’azienda contigua gli stabilimenti Natuzzi e recente protagonista di un episodio di cronaca, è salito sul tetto per manifestare contro la crisi.

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