Cultura

UN “OSPITE INQUIETANTE” STASERA AL LICEO: UMBERTO GALIMBERTI

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Oggi 6 Maggio alle ore 17,00 presso l’Auditorium del Liceo Classico – Liceo Scientifico di Cassano delle Murge si terrà l’incontro con Umberto Galimberti,  filosofo e terapeuta, docente di Filosofia della Storia dell’Università di Venezia.   L’autore presenterà il suo ultimo libro  "L’Ospite inquietante", edizioni Feltrinelli, sul tema della difficile esistenza dei nostri giovani, sul loro incerto futuro e sulla capacità degli adulti di insegnare loro l’ "arte del vivere".   Introduce e coordina il Dirigente Scolastico del Liceo prof.ssa Tina Gesmundo.   Chi è Galimberti?    Nato a Monza nel 1942, Galimberti è titolare della cattedra di Filosofia della Storia presso l’Università “Ca’ FOSCARI” di Venezia. Opere più importanti: Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente (1975), Psichiatria e fenomenologia (1979), Il corpo (i983), La terra senza il Male. Jung dall’inconscio al simbolo (1984). Gli equivoci dell’anima (1987), Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica (1999).   Sulla scia di E.Severino (di cui è stato allievo) e di Heidegger , riprendendo idee e spunti di Marx, Marcuse, Jaspers,Freud, Anders, Galimberti nelle sue opere indaga sul rapporto tra l’uomo e la società della tecnica che caratterizza l’Occidente. La tecnica  non è mero strumento, ma caratterizza l’intero ambiente che ci circonda; è il luogo della razionalità assoluta, della funzionalità, dell’efficienza e dell’organizzazione, in cui non c’è spazio per le passioni e le pulsioni, in cui le esigenze dell’uomo sono subordinate alle esigenze dell’apparato tecnologico. La tecnica funziona e basta: non ha un senso specifico e non svela alcuna verità. Nella razionalità assoluta dell’ambiente vivente gli uomini, specie i giovani, sono divenuti “analfabeti emotivi” e non hanno gli strumenti cognitivi e culturali per comprendere il mondo in cui vivono e per contrastare gli eventi catastrofici dell’età della tecnica.  Risultano inadeguati il modo tradizionale di pensare, le coordinate storiche del comportamento etico responsabile (l’etica è divenuta pat-etica, di fronte a effetti di cui non è possibile prevedere le conseguenze catastrofiche). Paradossalmente gli uomini possono salvarsi dalla catastrofe della tecnica con la tecnica; si potrebbe riuscire solo forse a salvare il pianeta se si potesse scindere scienza e tecnica, la prima con il compito, umanistico, di conoscere le possibilità ma anche i limiti della potenza umana sulla natura, da valorizzare in vista di scopi e mete prescelte consapevolmente.     L’Ospite inquietante   Il nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti".  Proprio perché la tecnica non ha senso o scopi, ma solo preoccupazioni di funzionamento, finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti e i valori che hanno caratterizzato la storia passata della nostra civiltà. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l’età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, da un atteggiamento difensivo che consente loro non di partecipare ma di assistere allo scorrere della vita, disincantati e sfiduciati, demotivati a scuola e nel sociale. Solo il mercato sembra interessarsi di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove però – avverte Galimberti – “ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa”.I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" o della violenza (gli stadi, le corse in moto).  Nel deserto emotivo, creato dal nichilismo, attecchiscono, secondo Galimberti, i fenomeni di devianza giovanile noti alle cronache: il bullismo nelle scuole, le violenze degli ultrà negli stadi, l’ecstasy e le altre droghe nelle discoteche, i sassi gettati dal cavalcavia delle autostrade, sino ai gesti più estremi di terrorismo politico, di omicidio e di suicidio. C’è una via d’uscita? Si può mettere alla porta l’ospite inquietante? Gli adulti sapranno insegnare ai ragazzi l’”arte del vivere”?  

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