Politica

SE TORNA LA LUCE SULLA CITTA’. ECCO LA SQUADRA DELLA DI MEDIO

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A tratti noiosa, poco organizzata ma super affollata. La presentazione della lista “Cassano per la libertà” della candidata sindaco Maria Pia Di Medio – sabato sera presso l’Agriturismo “Amicizia” – non è stata un evento. Poteva esserlo: per la prima volta nella storia di Cassano, c’è una donna che aspira a diventare sindaco e già questo andava sottolineato con enfasi, cosa che invece non è stato fatto; poi c’è il leit-motiv di tutta la campagna elettorale: dopo 10 anni di buio, Cassano può riaccendere la luce della speranza; tuttavia a parte i simpatici gadget dei led-portachiave (già diventati oggetto di culto fra i cassanesi) quello che si vedeva non era quello che si diceva.

Ma forse è giusto così: la politica spettacolo è meglio lasciarla a chi sta a Roma. Qui si parla alle persone comuni e Maria Pia Di Medio punta proprio a questo: sale sul palco assieme alla sua compagine.

Le note musicali sono di uno struggente Capossela con “Si è spento il sole quaggiù…” mentre scorre un video, sullo sfondo, di cui nessuno si accorge.

I candidati sembrano scioccati: laddove da agosto a settembre si svolge la famosa “Festa della Birra” ci sono centinaia di persone, tutte sedute.. Il cronista ne conta circa 800, l’organizzazione parla di oltre mille. Un brivido per chi non è abituato.

Dopo dieci anni di buio… – dice la Di Medio – c’è una squadra che vuole ridare vitalità e luce a Cassano…è la nostra squadra”. Primo applauso e via con le lucette che illuminano una candidata sindaco ancora impacciata, che non  lascia la sua borsa neppure quando parla. Come se stesse facendo una visita medica. L’approccio, in fondo, è quello: familiare, non pretenzioso, sorridente come Maria Pia. “Abbiamo bisogno di far ripartire Cassano – dice ancora – in quanti me lo avete chiesto, quando andavo in giro, quando venivo a trovarvi nelle vostre case…Il nostro è diventato un paese dormitorio, non c’è quasi più nulla: per fare sport si deve andare fuori, per fare cultura lo stesso, il commercio è al collasso; L’assistenza sociale non è mai partita e si fa della beneficenza piuttosto che aiutare le persone in difficoltà e sempre con discrezionalità, a seconda di chi si è votato alle scorse elezioni…”.

Questa è la squadra che porrà fine a tutto queste, fatta di donne, ben sette (la lista di Santorsola ne ha 5, il centrosinistra ne ha 4, NdR) e di giovani, tanti giovani, che mi hanno dato entusiasmo, voglia di lottare per questo importante e bellissimo paese” conclude la Di Medio prima di passare la parola ai candidati che uno per uno si presentano sul palco.

Sfilano, così, tutti e venti: chi per la prima volta sopra un palco come l’ex Maresciallo Carmelo Briano (“Sono colpito dalla presenza di voi tutti e sono emozionato come poche volte in vita mia”) o il poco conosciuto Calò di Radio Futura; poi presenze di peso come Renzino Campanale, vicepresidente di una Alleanza Nazionale che a Cassano è lacerata, prima ancora che scomparsa, diluita nel PdL; finora sempre dietro le quinte a sostenere e puntellare Santorsola e le sue ragioni perché politiche; quando le stesse non hanno avuto più contenuto, quando si trattava solo di difendere un sistema di potere, la scelta di Campanale è stata diversa ed ha detto "addio" al suo vecchio amico. “Si avverte l’esigenza del cambiamento – ha detto Campanale – per la strada, fra la gente si sente la volontà di mutare i metodi di fare politica, più dialogante, più vicina alle persone e proprio le persone sono state al centro della creazione della lista”. Un metro e più sopra qualcuno, insomma: la politica come dovrebbe essere.

Vi sono ritorni, come Tony Campanale, già assessore in passate amministrazioni o Pasquale Di Canosa, instancabile presidente de “Il Faro” e candidatosi altre volte; gente nuova come Enza Giampietro che si sente “persona perbene in un paese di gente perbene”; nuovissime come Bartolo Lanzolla: nel volto di questo giovane imprenditore-contadino si leggono tutte le potenzialità di Cassano, malissimo sfruttate; la madre se lo “beve” con gli occhi quando lo vede sul palco: sa quanto sforzo psicologico è servito per decidersi a candidarsi, visto il tipo di mestiere, i suoi impegni ma evidentemente la cosa era necessaria.

Altri candidati come Liuzzi e Masiello, Panzarea, Gravinese e Antelmi, Angiulo, Contursi, Siciliano, Giustino motivano la loro candidatura. Ma è silenzio quando a parlare è Michele Ruggiero, quello che secondo molti era il candidato sindaco “naturale” data l’incompatibilità di Ignazio Zullo. Qualcuno già lo chiama “il Senatore”, per la sua tranquilla sicurezza, lo stile inconfondibile, il parlare poco e assennato. “Ho verificato sulla mia pelle – dice il geometra – cinque anni di buio totale; buio che sempre abbiamo cercato di scongiurare senza mai riuscirci. Lo chiedevamo a Gentile e Santorsola per il bene di Cassano, non per la nostra gloria: senza mai ascoltarci. Hanno assunto 9 persone al Comune negli ultimi mesi, sapete quanti cassanesi ci sono fra questi? 1 solo. Sapete quanti incarichi e progettazioni sono stati affidati a imprese e professionisti cassanesi in questi anni? Meno dell’1%. Se non è buio questo…”. Le persone non sanno se applaudire o disperarsi.

Arriva il candidato presidente alla Provincia di Bari, Schittulli preceduto dall’inaspettato ex sindaco Pino Leporale che fa storcere non poco il naso a qualcuno sul palco e in platea; parla Schittulli e dopo di lui un interminabile Piero Guglielmo, candidato alla provincia nella lista dell’oncologo barese. Un po’ di gente se ne va. Poche parole per Filippo Quinto, anch’egli candidato alla Provincia con “La Puglia prima di tutto”.

Ci pensa Pierpaola Sapienza a risvegliare una platea mezza addormentata, con toni altisonanti: “Sono la Presidente di Azione Giovani e la mia candidatura è stata fortemente voluta da un folto gruppo di giovani perché questo è il momento delle Idee che devono diventare Azioni”. Dopo Tunzi (no, non quello “rieducato”, il nipote…Michele) è Ignazio Zullo a prendere la parola. Chissà come ci si sente a vedersi in lista all’ultimo posto (alfabeticamente parlando) quando cinque anni fa era il primo! Ma che sia il “padre nobile” della lista è indubbio. Un difficile equilibrio fra la tentazione di diventarne “il padrone” e la possibilità di un forte valore aggiunto. Staremo a vedere.

Finora i toni e le parole sono state contenute ma cinque anni di maldicenze, vessazioni, ingiurie e quant’altro non possono non lasciare il segno e dunque Zullo prima spiega poi attacca: “Grazie a coloro che pur chiedendo la candidatura non l’hanno ottenuta ma sono rimasti fedeli ad un gioco di squadra….perchè non sono solo i candidati che devono vincere ma tutta la squadra, ogni singolo componente. Non c’era spazio per tutti e ce ne dispiace ma è segno che la Di Medio e tutti noi siamo visti come gente di cui ci si fida, gente seria. Grazie anche alla Di Medio che ha avuto coraggio a candidarsi…perché ci vuole coraggio per subire quello che noi abbiamo subito, ad affrontare la cattiveria di certe persone…ma in questa battaglia non saremo soli: i nostri dirigenti di partito ci hanno assicurato che verranno a sostenerci perché questa è una battaglia della libertà contro la tirannia. Grazie a chi non era con noi nel 2004 ed oggi ha capito…si è ricreduto…ha compreso che solo tornando nell’ambito dei propri confini politici si può tornare a fare politica e dialettica nel nostro paese”. Uno per uno, il consigliere regionale ringrazia i candidati, spiegando motivi e problemi. Sono quasi le 23.00 e prima della fine c’è un ultimo sprazzo: “Non  faremo quello che loro fanno – dice Zullo – faremo quello che loro non fanno”.

Tutti a casa. Si comincia.

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