Politica

PROVINCIALI, LA CARICA DEI 9 (MA NE MANCAVA UNO…)

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Dopo lo spettacolo televisivo dei giorni scorsi, che aveva visto punte di massima ars oratoria, nella serata di lunedì 11 maggio, i papaveri della politica locale si sono ritrovati al Saltimbanco, il rinnovato teatro dell’oratorio salesiano di Santeramo, per presentarsi ai giovani o, come diceva qualcuno, ai “cciovani”.
Questa volta si sono aggiunti i volti dei candidati cassanesi Giuseppe Gentile (Italia dei Valori),  Giuseppe Smaldino (Verdi),  Piero Guglielmo ( Lista Schittulli) e Filippo Quinto (La Puglia prima di tutto).

Non è stato invitato, inspiegabilmente, il candidato di Rifondazione Comunista, Salvatore Moramarco, santermano.

I candidati sono stati introdotti in ordine alfabetico, quindi ad aprire la serata è stato Domenico Conversa, candidato per Sinistra e Libertà, che ha illustrato brevemente il suo percorso formativo e politico e il suo programma, entrando nei dettagli riguardo l’edilizia scolastica, che vorrebbe bio compatibile. Conversa si candida perché auspica un cambiamento nella classe politica. È apparso molto deciso, preparato e un po’ nervoso.
Giuseppe Gentile, sindaco uscente di Cassano e candidato IDV, si candida a consigliere provinciale perché non può ricandidarsi a sindaco di Cassano dopo due mandati consecutivi. Appare competente e abituato a confronti pubblici e -come egli afferma- senza l’ofanità* (brusio dei presenti che si chiedevano cosa significasse).
Vito Giampetruzzi, attuale vice sindaco di Santeramo, candidato per il PDL, è tornato ancora a parlare di coerenza ed esperienza (vedi manifesto, programma e tutte le manifestazioni). Le priorità per lui saranno la sicurezza stradale e l’edilizia scolastica.
Piero Guglielmo, della Lista Schittulli, si presenta leggendo il suo discorso, basato su pochi concetti: candidatosi diverse volte, ha sempre perso perché non è stato eletto il presidente da lui appoggiato; la sicurezza stradale è molto importante per lui, che vive a Cassano, va al mare a Ginosa e compra la carne a Santeramo. Per Guglielmo è importante l’ambiente, ma vede nel Parco dell’Alta Murgia un ostacolo da aggirare.
Camillo Larato, candidato per il PD, afferma che la gente non dovrebbe solo votare il candidato, ma focalizzare l’attenzione sulle idee e sui progetti politici. I giovani non dovrebbero sentirsi estranei alla politica, non vi è nulla che impedisce loro di partecipare. Larato è stato l’unico a rispettare il tempo a disposizione. Come sempre preparato, deciso e sicuro di sé.
Giovanni Petrera, candidato UDC, si definisce un democristiano e parla della sua esperienza decennale in politica. A differenza di Guglielmo -ho appoggiato candidati che hanno sempre vinto-. Pensa di poter essere un punto di riferimento per i giovani. Lancia una frecciata al PD e al PDL perché ha schierato le punte di diamante per la competizione elettorale. Si è distinto per l’autoironia, che ha destato la platea lievemente assopita.
Filippo Quinto, santermano ma cassanese d’adozione, candidato per la Puglia prima di tutto, è il vero homo novus della politica locale e si fa promotore delle attività sportive, di quelle, solo di quelle, -però -dice- ci sono anche le strade-. Da neofita, è apparso molto teso. 
Giuseppe Smaldino, candidato per i Verdi, essendo musicista punta molto sugli eventi per rilanciare il territorio, ma anche su temi cari al sole che ride, come il risparmio energetico e le energie alternative. Davvero molto pacato. Il più giovane.
Vito Zeverino, candidato per la lista Divella, è stato consigliere provinciale all’opposizione, adesso appoggia la presidenza Divella. A suo dire, vanta 43 provvedimenti in provincia, ne ha enunciati due, per uno dei quali, ammette, bisogna ringraziare l’ex sindaco Sante Zeverino. Con la voce in crescendo rossiniano, dice si dovrebbe votarlo per continuare a fare quanto fatto in provincia.


Il pubblico ha avuto l’opportunità di porre domande ai candidati. Meno di quante ci si aspettasse, concernenti il lavoro, la formazione professionale, il perché della reiterazione della propria candidatura e se la politica avesse fallito con i giovani ( qui l’appunto giovane intervenuto, definisce vergognosa l’iniziativa del "gelato della domenica" che uno dei candidati aveva offerto a ragazzi per guadagnare voti).
Tutti i candidati hanno risposto mantenendo anche un certo aplomb. Momenti caldi invece si sono avuti quando ha risposto Zeverino, che promuoveva una diversificazione e razionalizzazione dei corsi di formazione, favorendo gli operatori turistici. Per il candidato uscente la politica ha fallito con i giovani perché l’amministrazione locale ha negato gli spazi di aggregazione. Chiaro riferimento alla vicenda del gruppo scout e ANSPI, che si sono visti negare l’accesso ad alcuni locali, usati per realizzare un canile. Il candidato Giampetruzzi ed i consiglieri comunali del PDL Petragallo e Scuro dalle prime file, fremevano per controbattere. Risposta che ha fatto sorridere il teatro è stata quella di Filippo Quinto, che sul tema delle candidature ha detto che  la classe politica rimane la stessa perché è suffragata sempre e comunque. Si è arrivati così all’ultima fase, quella dei saluti. Molti si sono congedati dall’uditorio con lo slogan del partito. Se ci fosse stata la TV locale, sicuramente ci sarebbe stato più battage.
 
 *Ofanità è una parola inventata a Napoli, che sempre è stata riferita a quel “pare brutto” della morale partenopea da commedia di Scarpetta, ma oggi ofanità è il “pare brutto” riferito alla povertà, è la necessità di sembrare, di apparire, potenziata dai soldi e dalle proposte confezionate del mercato

 

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