Cultura

ASSEGNATO A GIORDANO L’ “ACCADEMICO DI CLASSE”

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Antonio Giordano è nato e risiede in Cassano delle Murge. Si è laureato in Lettere presso la Facoltà degli Studi di Bari. E’ stato insegnante elementare; vincitore deI concorso per Dirigente Scolastico, Direttore dell’IPF di Acquaviva delle Fonti, Ordinario di Italiano e Storia negli Istituti Superiori di II Grado, collaboratore del prof. Gaetano Santomauro presso l’Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Bari  e Docente di Fondamenti e Didattica della Storia, sempre presso l’Università degli Studi di Bari – sede di Taranto. Dal 1987 è iscritto all’albo dei Giornalisti di Puglia, elenco Pubblicisti, ed ha ricoperto l’incarico di direttore responsabile de “Il Pellicano”, periodico d’informazione dell’amministrazione Comunale di Cassano e della testata giornalistica “Idea Radio”.
E’ autore delle seguenti pubblicazioni:
–    “Nel nome di Maria”, Ed. Messaggi, Cassano delle Murge (Bari), 2000.
–    “Io sto con i Savoia – Pagine di storia d’Italia 1919-1943”, Ed. Messaggi, 2001.
–    “1943 – La storia negata”, Ed. Schena, Fasano, 2002. Premio Nazionale Valle dei Trulli 2002 per la ricerca storica.
–    “Ebrei- Processo alla storia”, Ed. Schena, 2005. Premio  Ciaia-Schena 2005 – Università degli Studi di Bari.
–    “Cassano delle Murge – Paese mariano”, Di Canosa Editore, Cassano delle  Murge, 2006.
–    “Le Resistenze scomode – Via del SalviatIno … e oltre”, Levante editori – Bari, 2009. Premio “Ciaia”- Roma giugno 2009.

Continuando il nostro viaggio nella cultura e nell’arte cassanese, abbiamo rivolto al prof. Antonio Giordano, di recente insignito del prestigioso titolo di “Accademico di classe”, alcune domande :

Prof. Giordano, lei ha una lunga carriera di studioso e docente alle spalle;  come scrittore-storico-saggista ha vinto prestigiosi premi e ultimamente è stato insignito del titolo di “accademico di classe”.

Cosa rappresenta, per lei, tutto questo ?
Indubbiamente, vincere dei premi nazionali come scrittore non è facile e, pertanto, è un qualcosa che ti riempie di orgoglio. La recente nomina di accademico, poi, mi ripaga ancora di più per tutto quanto ho fatto nel corso di tutta la mia vita di docente, di studioso e, naturalmente, di scrittore. E’ un riconoscimento che mi rende quanto mai felice e che rappresenta, in un certo qual modo, un premio alla carriera. E poi, c’é da aggiungere, che é pur sempre un premio internazionale, giacché la sede ufficiale dell’Accademia dei Micenei è a Micene, in Grecia, mentre la sede italiana è a Reggio Calabria.
Cosa aggiungere. Ora mi dedico totalmente a scrivere lavori di storia e di altro genere letterario. Ho tanto, ancora, da raccontare, grazie ai tanti anni di studi e alla ricerca, durante i quali ho arricchito il mio sapere e le mie conoscenze nei campi storico-filosofico e letterario. Pertanto, mi sembra più che giusto mettere il proprio sapere a disposizione soprattutto delle nuove generazioni.
Lei ha scritto numerosi libri, quale le è rimasto di più nel cuore?
Tutti i libri da me scritti rappresentano, ciascuno per proprio conto, una parte importante di me. Non credo si possa dire che, per un autore, un libro é più importante dell’altro.
In ugual misura sono tutti importanti e ognuno rappresenta qualcosa di diverso, tanto quelli che hanno ottenuto prestigiosi premi, quanto gli altri.
In quattro di essi ho rievocato pagine importanti della storia d’Italia, alla luce di testimonianze recenti e di un assetto documentale, in moltissimi casi, inedito. Ho presentato pagine di storia, tanto per usare uno dei titoli, “negata”, della quale non si  mai parlato sia nelle aule dei licei e delle scuole superiori, che nelle aule delle università.
C’é, in particolare, un autore che preferisce ad altri?

Ce ne sono diversi, anche se le mie letture ed i miei approfondimenti spaziano in campi diversi: dalla storia, alla filosofia, all’attualità, al campo della conoscenza in genere. Come storico, posso dire di essermi accostato a Renzo De Felice. Ma ho anche approfondito letture di autori come Mark Smith, Giuliano Procacci, H.A.L. Fisher, Cristina Siccardi,  Mariù Safier, Maria Grazia Giusti, Giampaolo Pansa,  Giovanni Guareschi, Anne Applebaum, Aleksandr Solzhenitsyn ( “il cantore dei gulag”), Varlam Shalamov, Primo Levi, Harry Wu, Cesare Pavese, Giancarlo Lehner, tanto per citare solo alcuni nomi. Tra le mie letture preferite devo anche annoverare “Le confessioni” di S. Agostino, che ho sempre in evidenza nel mio studio. Le pubblicazioni sull’olocausto, per esempio, servono a farci rendere  conto fin dove si spinse la malvagità e la bestialità di coloro che non ho mai osato accostare alla razza umana, che non hanno titolo alcuno di considerarsi “persone”. Ultimamente ho letto il libro, di appena 127 pagine, di Osiride Brovedani, dal titolo “ da Buchenwald a Belsen-76360-L’Inferno dei vivi-Memorie di un deportato”. E’ un libro che dovrebbero leggere tutti, giacché rappresenta un importante valore aggiunto alla vita di ciascuno di noi.
Si parla tanto di “revisionismo storico”. Qual é il suo punto di vista?
Questo termine può avere un’accezione semantica tanto positiva, quanta negativa. Nel settore accademico della storiografia, il revisionismo è, infatti, il riesame critico di fatti storici, sia per il venire alla luce di nuove verità storiche, sia come reinterpretazione delle informazioni esistenti. L’assunto, alla base, è che la tradizione o ciò che si usa anche definire come “ortodossia”, nel riportare gli eventi storici, possa non essere del tutto accurata, rifiutando l’assioma che una data trattazione storica sia non più sottoponibile a una rivalutazione critica. L’uso negativo del termine revisionismo si riferisce a ciò che, da taluni, viene inteso come illegittima manipolazione della storia per scopi politici, come nel caso dell’ Olocausto e di tanti episodi della nostra Resistenza e delle altre Resistenze che si sono avvicendate nel mondo: da quella cubana, a quella combattuta nella Russia stalinista, a quella della Cina di Mao, a quella della cambogia di Pol Pot e dei suoi Khmer rossi, a quella opposta ad Augusto Pinochet in Cile. Ma, di fatto, non é così. A tal proposito, Croce affermava che “La storia è evoluzione dello spirito e come tale è sempre attuale”. Pertanto, dire che la storia si scrive una sola volta è sbagliato, poiché bisogna considerare tutto quanto di nuovo, successivamente agli eventi presi in considerazione, c’é stato, a partire da nuove testimonianze acquisite, da nuovi documenti emersi. Che dire, poi, di tutta quella storia che rimane ancora chiusa in migliaia e migliaia di faldoni impolverati, custoditi gelosamente nei vari archivi  del mondo, primo fra tutti l’archivio nazista di Bad Arolsen, cittadina situata nel Land dell’Assia, dove, in una ex caserma delle SS, si trova ciò che viene considerato come il più grande archivio segreto del mondo con i suoi oltre 50 milioni di fascicoli, entri sono riportate notizie riguardanti 17 milioni di vittime dei nazisti?
Ne ”Le resistenze scomode”, ho parlato di tanti episodi drammatici della storia della nostra Resistenza, fra i quali l’assassinio di Giovanni Gentile, l’attentato di Via Rasella, “Le tre ore di Matera”, come le chiamò Carlo Levi, e poi la Resistenza del clero, le tragedia delle Foibe ed i massaci di Tito e tanto altro ancora. Ci sono eventi e luoghi del tutto sconosciuti ai nostri giovani e non solo, dove si consumarono atti di grande eroismo. Uno per tutti é il martirio che fu costretto a subire il col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, che organizzò la Resistenza romana e che fu rinchiuso nella tristemente nota prigione delle SS di via Tasso a Roma, a pochissima distanza dalla basilica di S. Giovanni in Laterano. Quello a cui andò incontro il col. Montezemolo fu un atroce martirio, giacché gli furono brutalmente estirpati tutti i denti e strappate le unghie delle mani e dei piedi. Una tortura senza paragoni, dalla sofferenza inaudita. Io credo che un eroe simile meriti di trovare posto nei libri di scuola e delle università. Meriti, insomma, insieme a tantissimi altri che continuano a giacere nella dimenticanza storica, di entrare a far parte, di diritto, della metastoria.

 

Professor Giordano, parliamo ora di “Cassano delle Murge-Paese Mariano”. Perché non è mai stato presentato nel nostro paese un libro che ci riporta alle nostre radici storiche? Eppure la passata amministrazione comunale e la Biblioteca hanno presentato tanti altri libri.

Scrissi questo libro per amore verso il mio paese. Quindi, abbandonai, per una volta la storia nazionale, per dedicarmi a quella così detta locale. Devo ammettere che non è stato un impegno facile. Anzi. Si trattavia di andare contro corrente o controtendenza. Ormai si era ben radicata la convinzione che il toponimo Cassano derivasse da Casa-Jani: lo hanno anche insegnato ai nostri alunni fin dalle scuole elementari, senza dire che il nome Giano lo hanno anche accostato a scuole di calcio, bar, industrie, Hotel e via discorrendo. La precedente amministrazione, a mio modesto avviso, ha intitolato ad dio Giano il borgo antico con una colonnina in metallo all’inizio di via  Maggior Turitto. Il problema é che per fare una cosa del genere bisogna essere certi che l’origine del toponimo fosse quella, dal momento che si va ad incidere sulle storia del proprio paese e, quindi, sulle sue radici, sulla sua tradizione, sulla sua cultura, sulla sua antica civiltà. In latino si dice : “Nomen est omen”, ovvero il nome è auspicio, quindi dal nome si risale all’origine. Ora, io mi chiedo :
1-    chi ha avuto la strana idea di intitolare a Giano il nostro borgo antico  così certo che il nome Cassano derivi da Giano?
2-    Se così non fosse, e a parere del sottoscritto non lo è, non si falsa la storia del nostro paese, dando ai forestieri unidea errata ?
Nella sua prefazione al libro, Mons. Carlo Colasuonno, il nostro amatissimo e mai dimenticato parroco, scrisse: << Far prendere coscienza dell’origine e della funzione dei luoghi in cui si vive abitualmente, significa fare in modo che i cittadini siano consapevoli delle proprie radici. Questo è l’obiettivo del lavoro del Prof. Tonino Giordano >>.
Prima di intrapendere questo lavoro mi misi in contatto con storici ed esperti degli altri Cassano presenti sul territorio nazionale, in tutto una decina. Dalla ricerca si desume che la tesi più accreditata e, quindi, più credibile è quella che fa derivare il toponimo “Cassano” da “Cassius”, nome della famiglia gentilizia romana, quindi, da “Cassianum”, “territorio di Cassio”.
Dunque, non certezze assolute, ma solo ipotesi ben fondate, che, in ogni caso, contrastano fortemente con la tesi che, in maniera del tutto avvenata, fa rifrimento al dio Giano. Pertanto, la cosa che più mi ha sconcertato  è che  non mi è stata offerta la possibilità di stabilire un confronto serio sulla questione, alla luce di conoscenze storiche, testimoniali, linguistiche, semantiche, di fonti toponomastiche e filologiche. Evidentemente devo ricordare a qualcuno che solo su queste basi e partendo da questi presupposti si può impostare o costruire una verità storica o presunta tale.Con grande soddisfazione devo dire che sono in tanti fra i cassanesi residenti all’estero o in altre regioni d’Italia che continuamente richiedono copie di questo libro.
Professore, come vede  Cassano di oggi, alla luce del ricambio amministrativo?

A dire il vero mi sento di vivere in un ambiente finalmente rasserenato, riappacificato. Insomma sembra ormai finita alle spalle  quella che potremmo definire come “l’era glaciale” del nostro paese. Finalmente piazza Aldo Moro é stata liberata da catene e cippi. La dott.ssa Di Medio sta interpretando il ruolo di sindaco nella maniera migliore, accogliendo i cittadini con grande disponibilità, con il sorriso sulle labbra e dimostrando attenzione verso i vari problemi che si prospettano di volta in volta. Insomma,  sono queste le qualità di cui deve disporre il primo cittadino. Per quanto riguarda il resto, lasciamo che lavori con la dovuta serenità, per il bene del nostro paese, non disdegnando, se necessario, anche una opportuna collaborazione. Devo, altresì, aggiungere che mi ha positivamente impressionato l’assessore alla cultura, in vero molto giovane, Pierpaola Sapienza, che, in brevissimo tempo, ha già dato prova di grande impegno, di serietà e competenza. Grazie soprattutto a lei, l’estate cassanese si è incanalata sui binari dell’efficienza, del buon gusto e di un alto livello culturale e ludico-ricreativo. Personalmente ho apprezzato molto l’edizione  “Notti di Poesia” e lo spettacolo offerto dalla nostra illustre compaesana, l’attrice e cantante Annarita Del Piano ( Viapiano) con “Ensemble Medievale”. Infine, cosa dire di una ritrovata, autentica sagra della focaccia, all’insegna di tanta focaccia e, soprattutto, di tanta gioia e sano divertimento, al di fuori di polemiche noiose, accuse e veleni. Senza dubbio, è, questo, un segno tangibile di un paese che sta ritrovando il gusto della genuina “paesanità” e della cultura vera della vita. Il mio auspicio è che possa crescere sempre di più e meglio sia sul piano della cultura, che su quello della civiltà, offrendo il giusto spazio ai nostri giovani professionisti ed a tutti coloro che, nei vari campi, in modo particolare lo onorano con la loro opera ed il loro lavoro.

Quale sarà il suo prossimo impegno?


Il prossimo appuntamento mi vedrà impegnato a Matera, a ottobre, per tenere una conferenza sul tema “La Resistenza in Italia. Luci ed ombre”, organizzata dalla “Fondazione dott. Paolo Venezia”, dalla “Società Filosofica Lucana” e dal Lions Club “Matera città dei Sassi”.

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