Cultura

CULTURA E POLITICA, DOPPIO APPUNTAMENTO

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Doppio appuntamento, nei giorni scorsi, con la politica e la cultura. Venerdì  è stato presentato il libro “LA MALPOLITICA” di Don Rocco D’ambrosio e Rosa Pinto, presso la sala consiliare di piazza Rossani mentre sabato, al cinema “Vittoria” ha parlato Gioacchino Genchi a proposito di mafia e di “resistenza civile”.

 

Il libro di D’Ambrosio.

Il dibattito è stato organizzato  dalla associazione Culturale “hinterland”. Il sindaco Maria Pia Di Medio ha ringraziato tutti i cittadini che si impegnano dal punto di vista culturale e politico, spiegando che bisogna parlare di politica in un modo educativo perché la politica è il confronto che il cittadino è chiamato a fare rispetto dell’altro cittadino.
È intervenuto quindi il mediatore Paolo Covella, secondo il quale gli autori scavano nell’anima dell’Italia mettendo in evidenza il rapporto  tra  la politica e l’etica politica per  fare in modo che la gente comprenda i problemi del nostro Paese; a seguire, Vito Lionetti  che in qualità di insegnante ed ex sindacalista   si sofferma sull’avvento del berlusconismo e di una strategia che spesso coinvolge  poteri occulti e malavitosi, e molto spesso il loro potere aiuta quello politico a costruirsi e consolidarsi. Di fronte allo strapotere di Berlusconi e del suo concentrato di potenza mediatica non c’è che l’educazione, la formazione, la scuola: in quella cassanese, alle elementari, si sta ricominciando a studiare la Costituzione Italiana in modo da far affondare le radici delle nuove generazioni in solido terreno culturale.

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Il dibattito è proseguito con  l’intervento dell’assessore regionale Loizzo: le cause della  “malpolitica” e da dove essa è iniziata  ripercorrendo gli anni ‘80 con la caduta dei partiti di massa e del fattore berlusconismo  sono stati al centro della sua riflessione; le “cose fatte da questo assessorato” sono state poi elencate da Loizzo che, vale la pena ricordarlo, è il fondatore e referente politico dell’Associazione “Hinterland” a livello territoriale ed è stato per questo invitato al dibattito.
In fine l’autore del libro, Don Rocco D’ambrosio, presentando la sua opera (per la seconda volta: la prima fu poco prima delle elezioni amministrative cassanesi, ad aprile 2009) pone la necessità  di cercare le parole per commentare la crisi politica che stiamo vivendo, una crisi raccontata in tutte le salse dai mass-media e dai commentatori italiani ma non approfondita e soprattutto non portata alle origini. Ovvero da quando e come è iniziata la regressione politica italiana? In questo libro si cerca di spiegare o tentare di dare suggerimenti alla spiegazione di questa situazione.

 

La testimonianza di Genchi.

Introdotto dal consigliere provinciale dell’Italia dei Valori, Giuseppe Gentile, ha portato la sua testimonianza a Cassano, Gioacchino Genchi.

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Entrato in Polizia nel 1985, Genchi è vice questore a Palermo. Ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati tra cui Giovanni Falcone e Luigi de Magistris. Esperto di informatica e telefonia si occupa di incrociare i tabulati delle telefonate in processi di grande importanza, quali quelli sulla mafia.
Collaboratore di magistrati del calibro di Falcone, Borsellino e, recentemente, De Magistris, è stato recentemente coinvolto dalla stampa e dal Presidente del Cosniglio  Silvio Berlusconi in merito a un presunto scandalo di intercettazioni. Avrebbe, secondo alcuni, intercettato 350.000 persone. In realtà – come lo stesso Genchi ha spiegato – egli si occupa di tabulati telefonici quindi niente a che vedere con le intercettazioni. Nel febbraio del 2009 è stato aperto un procedimento penale a suo carico, presso la Procura di Roma; nel marzo scorso i carabinieri del Ros sequestrano il cosiddetto “archivio segreto” di Genchi, cioè i computer con i dati raccolti dall’esperto per il suo lavoro di consulenza a diversi magistrati.
Il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro e la perquisizione dei tabulati telefonici spiegando che i reati contestati erano inesistenti. La Procura di Roma comunque non ha restituito i tabulati a Genchi ed anzi ha impugnato in Cassazione le ordinanze del Tribunale del Riesame. Lo scorso giugno, Genchi viene definitivamente scagionato. “Una vita a servire lo Stato”, ha detto di lui Gentile, e che come spesso capita è poi proprio lo Stato che si incarica di “perseguitare” solo per aver fatto il proprio dovere.

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Uno spaccato inquietante dell’Italia d’oggi, quello spiegato da Genchi anche grazie ad un suggestivo filmato, che a differenza di qualche suo imitatore, non solo parla e spiega ma porta a sua testimonianza fatti, documenti, prove concrete. Insomma: una lotta alla mafia non a chiacchiere ma fatta di nomi e cognomi. 

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