Cultura

DON LUIGI: “IL SILENZIO DA’ POTERE ALLA MAFIA”

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Buona cornice di pubblico nella serata di ieri in piazza Aldo Moro, per accogliere Don Luigi Merola, in occasione dell’incontro “Mezzogiorno e legalità”, organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cassano.

Una serata molto importante e significativa, capace di far riflettere tutti i presenti su un tema, come quello del radicamento mafioso nelle zone del sud Italia.

Protagonista indiscusso della serata, don Luigi Merola, giovane sacerdote che da anni combatte per la lotta alla criminalità organizzata e per la prevenzione della devianza giovanile verso le attività illecite.

Con Gian Vito Cafaro a moderare l’incontro, la serata si apre con un breve siparietto organizzato dai ragazzi dell’Oratorio Santa Maria delle Grazie, che portano in scena uno stralcio di vita politica, rappresentando in chiave ironica il perenne scontro tra maggioranza e opposizione, oramai abituale in ogni livello della politica.

Si prosegue con gli interventi del sindaco Di Medio, che dopo i saluti di rito, introduce in maniera forte il tema dell’incontro “oggi la mafia è cambiata – afferma – dobbiamo allontanarci dallo stereotipo del mafioso. Oggi dobbiamo definire mafioso chi adotta comportamenti che tendono ad aggirare la legalità, provocando danno agli altri”.

Parole riprese subito da don Merola, che, dopo aver raccontato episodi di vita vissuta sul suo rapporto con la mafia nel quartiere napoletano di Forcella ( tristemente noto come “capitale” della contraffazione di abbigliamento e accessori), propone a tutti la sua ricetta: “non dobbiamo creare muri, ma abbatterli – ripete più e più volte – solo insieme possiamo lottare contro questa grande forza. Le associazioni e le istituzioni devono fare rete, collaborare. La rete è la soluzione migliore per combattere il problema. La mafia, la criminalità, sono come delle malattie. Bisogna cercare di prevenirle. Quando a curarle sono carabinieri e magistrati, vuol dire che è già troppo tardi, che è intervenuto il chirurgo. Solo noi, collaborando, possiamo prevenire questa malattia”.

Parole forti, che tutti i presenti ascoltano in un silenzio religioso.

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Continua don Merola: “la forza della criminalità è il nostro silenzio: più noi stiamo zitti, più non facciamo nulla e più la mafia diventa forte. Il primo mezzo per combattere la mafia è la scuola, che riveste un ruolo determinante nella formazione dei giovani. Dobbiamo togliere i ragazzi dalla strada, dobbiamo togliere la manovalanza alla mafia, perché sono i ragazzi le pedine che permettono alla mafia di arricchirsi. E’ giunto il tempo in cui i genitori tornino a fare i genitori, i preti i preti e gli insegnanti gli educatori”.

Si chiude cosi l’intervento del giovane sacerdote, che strappa un lungo applauso ed il consenso di tutti.

Di particolare rilievo l’intervento dell’On. Bruno, che punzecchiato da Cafaro sul tema oggi in discussione in Parlamento sulle intercettazioni, che ricorda come diritto alla personalità e diritto di informazione sono due diritti sacrosanti che però tendono ad andare in conflitto. “Il governo sta mediando sulla posizione migliore da assumere” sostiene,  prima di tornare sul tema dell’incontro: “oggi la mafia è cambiata, anche la criminalità organizzata si è globalizzata. Oggi i mafiosi sono persone da professionisti di alto livello, sempre più difficili anche da scovare. La soluzione al problema non può che ritrovarsi nell’obbligo morale che ognuno di noi ha dell’educazione e della persuasione alla legalità”.

Tutti gli altri interventi della serata, dall’assessore Pierpaola Sapienza a Francesco Fera, passando per l’Avv. Costantino, Sergio Silvestris e Vittorio Stagnani, si sviluppano sulla stessa falsariga, analizzando tematiche strettamente connesse al problema, come il fenomeno usura, sempre diventato più imponente sull’onda della crisi che coinvolge i mercati e crea disagi alle famiglie.

In chiusura, breve botta e risposta sul tema Garden Village, con il moderatore che chiede lumi sul perché il processo di affidamento di quegli immobili alle associazioni per fini sociali, si sia bruscamente interrotto. A fare luce sulla questione è il sindaco Di Medio, che spiega come un importante deterrente alla prosecuzione dei lavori sia stato il caso Punta Perotti in Bari, che ha indotto l’amministrazione alla cautela per timore di gravare sulle casse comunali nel caso in cui anche per la questione Garden Village si arrivi ad una sentenza che condanni l’ente a risarcire i costruttori della struttura.

Intervento di Don Merola, che ritorna sulla necessità di creare una rete con l’amministrazione, coinvolgendo l’associazione “Cercasi un fine” e scendendo in campo lui stesso con la sua Fondazione “A voce d’e creature”, abbattendo i muri e provando a camminare fianco a fianco per raggiungere lo stesso obiettivo.

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