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ALTA MURGIA, ARRIVANO PIANO E REGOLAMENTO

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Il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco, con deliberazione n. 09/2010 del 31 maggio 2010, ha approvato le proposte di Piano per il Parco e di Regolamento del Parco. La proposta di Piano è stata inviata alla Comunità del Parco per il previsto parere ed è stata depositata presso la Regione Puglia per l’avvio del procedimento di adozione e di approvazione, previo espletamento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.); il Regolamento è stato inviato alla stessa Comunità del Parco per il parere ed è inviato al Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare per l’avvio del procedimento di approvazione d’intesa con la Regione Puglia.

Il Piano per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia ed il Regolamento del Parco disciplinano e regolamentano tutti gli interventi connessi all’utilizzo del territorio, alla conservazione ed alla valorizzazione in forma coordinata del patrimonio di valori naturalistici, ambientali, nonché storici, culturali e antropologici tradizionali, nonché alla presenza ed all’attività dell’uomo.

Il Piano si compone di una parte conoscitiva, di una parte interpretativa e di una progettuale e programmatica, che prevede la classificazione del territorio in quattro zone a diverso regime di tutela, in coerenza con il dettato dell’art. 12 della L. n. 394/1991.

La classificazione in zone A, B, C, D, nonché la perimetrazione delle aree contigue, nasce da un’attenta analisi del territorio dell’Alta Murgia, caratterizzato  dalla presenza di ambienti pseudosteppici ed a pascolo, elementi identitari del patrimonio naturale e paesaggistico murgiano,  fortemente innestati con superfici ad uso agricolo, tanto da costituire un mosaico paesaggistico variegato. L’individuazione delle zone è stata dunque effettuata sulla base della rappresentatività degli ecosistemi più significativi del Parco, del grado di antropizzazione, del valore naturalistico e dell’individuazione dei confini della zonizzazione su elementi certi del terreno. Si descrivono di seguito i contenuti e le finalità di ciascuna zona.

La Zona A è destinata alla conservazione dell’ambiente naturale nella sua integrità in relazione anche al permanere di peculiari forme di uso delle risorse naturali e di attività umane tradizionali. Le zone di riserva integrale sono individuate tra quelle di valore naturalistico più elevato, tra quelle che più si avvicinano alle condizioni di equilibrio naturale ovvero tra quelle di eccezionale interesse biogeografico. Tra le aree classificate in zona A rientrano:

– praterie aride mediterranee ad elevata sensibilità;
– aree di vegetazione rupestre;
– boschi di sclerofille sempreverdi;
– laghetti carsici di elevata qualità ambientale;
– grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico;
– geositi di elevata qualità paesaggistica.

In totale la zona A occupa una superficie di 5.827 ettari.

Nella Zona A è consentita la manutenzione ordinaria dei sentieri e degli itinerari esistenti o previsti dal Piano e l’inserimento da parte dell’Ente di impianti a tutela dei valori naturalistici presenti;è consentito il pascolo secondo lenorme del Regolamento del Parco;è regolamentato l’accesso in funzione dei ritmi fenologici della fauna;è vietata la costruzione di nuovi manufatti ed il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona B è destinata alla protezione degli equilibri ecologici. Le zone di riserva generale orientata si collocano nelle parti di territorio i cui assetti ecologici e naturalistici risentono di pregresse attività di forestazione o di pregressi usi silvopastorali, ormai cessati, o praticati in forma fortemente estensiva, con modalità che contribuiscono al raggiungimento ed al mantenimento di un agro ecosistema di elevato valore naturalistico e paesaggistico. Tra le aree classificate in zona B rientrano:

– praterie aride mediterranee;
– boschi di latifoglie decidue e semidecidue;
– boschi di conifere;
– laghetti carsici;
– grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico;
– lame di valore paesaggistico e naturalistico.

In totale la zona B occupa una superficie di 24.642 ettari.

In detta zona sono consentite le attività produttive tradizionali e la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali; sono consentiti gli interventi di selvicoltura naturalistica; è vietata la costruzione di nuovi manufatti e di nuovi insediamenti edilizi, nonché il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona C è destinata alla promozione delle attività agricole tradizionali, dell’agricoltura integrata, dell’allevamento zootecnico, delle attività agrosilvopastorali, di raccolta dei prodotti naturali e della produzione dell’artigianato tradizionale locale. Sono incentivate attività di assistenza sociale e cura in fattoria, di cura degli animali, di servizio turistico ed escursionistico, di didattica ed educazione ambientale, purché svolte in forma integrata e connesse alle attività primarie.

Tra le aree classificate in zona C rientrano:
– agroecosistemi;
– insediamenti rurali e masserie.

In totale la zona C occupa una superficie di 36.871 ettari.

In zona C sono consentiti: la realizzazione delle infrastrutture e degli interventi di miglioramento fondiario necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente; gli interventi di selvicoltura naturalistica, nonché la realizzazione di impianti per l’arboricoltura da legno sui terreni agricoli; la costruzione di nuovi insediamenti edilizi a carattere esclusivamente agricolo, nonché adibiti a servizi per la fruizione del Parco.

La Zona D è finalizzata al mantenimento e al rafforzamento del ruolo di connessione ambientale e paesaggistica, alla promozione del turismo, della fruizione pubblica e dell’identità culturale delle comunità locali, nonché allo sviluppo di attività economiche sostenibili. Comprende le aree più intensamente antropizzate del Parco, le aree interessate da previsioni di interventi per lo sviluppo sociale ed economico e le aree di recupero e di valorizzazione del sistema di beni culturali e ambientali.
La Zona D è articolata nelle seguenti sottozone:
– D1: aree di espansione dei piani urbanistici comunali;
– D2: aree di recupero ambientale degli impianti estrattivi;
– D3: impianti tecnologici;
– D4: insediamenti rurali, turistici, sportivi, ricreativi;
– D5: attrezzature per la fruizione del Parco e stazioni ferroviarie;
– D6: aree di valorizzazione del patrimonio storico-archeologico e paleontologico dell’Alta Murgia: Castel del Monte e Cava dei Dinosauri;
– D7: aree interessate da accordi di programma di cui all’art. 9 comma 1. dell’Allegato “A” (Disciplina di tutela) al D.P.R. 10/03/2004 di istituzione del Parco.

In totale la zona D occupa una superficie di 742 ettari.

Nella Zona D sono ammesse tutte le attività e le funzioni coerenti con le finalità del Piano e in esse l’Ente promuove interventi di sviluppo economico e sociale del territorio con particolare riferimento al turismo, alla valorizzazione delle risorse, delle tradizioni storiche e culturali e dei valori identitari delle comunità del Parco, alla valorizzazione delle produzione tipiche e tradizionali e dell’artigianato di qualità, alla ricerca scientifica connessa ai beni culturali e ambientali del Parco.

Il Regolamento del Parco Nazionale dell’Alta Murgia disciplina, ai sensi dell’art. 11 della Legge n. 394/91, i criteri, le forme e i modi per l’esercizio delle attività e per l’esecuzione delle opere e degli interventi consentiti nel Piano per il Parco. Persegue dunque la tutela e promozione di uno sviluppo integrato e compatibile con la conservazione dei valori e delle caratteristiche naturali, paesistiche, antropologiche, storiche e culturali dell’Alta Murgia; il mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali e l’integrazione delle stesse con quelle connesse e complementari, nonché con i beni culturali e ambientali custoditi nel Parco; l’uso sostenibile delle risorse, attraverso la promozione di attività economiche, culturali, educative, sociali, ricreative e turistiche, coerenti con gli obiettivi primari di protezione della natura; la promozione del Parco quale elemento dell’identità.

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