Cronaca

RUBAVANO E CHIEDEVANO IL PIZZO: COINVOLTO CASSANESE

carabinieri

Rubavano automobili di lusso dalle concessionarie per poi intascare il pizzo. I carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle, supportati da oltre 70 militari del Comando provinciale di Bari, da un elicottero e da unità cinofile, hanno eseguito all’alba nove ordinanze di custodia cautelare – su 11 richieste emesse nei confronti di altrettante persone – nei comuni della provincia di Bari di Gioia del Colle, Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Valenzano, Capurso e Cassano Murge.

Le persone arrestate sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al furto, alle estorsioni e alla ricettazione di autovetture anche di lusso e al traffico di sostanze stupefacenti. Si tratta di presunti affiliati al clan di Michelangelo Stramaglia, figura di spicco del clan Parisi. Nel corso delle indagini è emersa la sistematica esecuzione dei ‘colpì mediante modalità organizzative in ‘squadrè, ognuna delle quali con ruoli ben definiti, e la disponibilità di numerose attrezzature come radio ricetrasmittenti, torce, autovetture risultate rubate per gli spostamenti, carburante da impiegare per i movimenti dei mezzi rubati.

Oltre 40 – secondo gli investigatori – le automobili e le attrezzature portate via da concessionarie e cantieri del sud barese per un valore di oltre 600mila euro. Le richieste cautelari sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari Sergio Di Paola su richiesta del sostituto procuratore Desirèe Digeronimo.

L’associazione, che faceva capo al noto pregiudicato Angelo Michele Stramaglia, figura di spicco nel clan “Parisi” per il controllo del malaffare nei Comuni del sud barese (ucciso a colpi di pistola il 24/04/2009 in Valenzano nel corso di una lite con un suo gregario), era solita agire in squadre da non meno di 8-10 individui riuscendo in pochissimo tempo a svuotare intere concessionarie di auto (in una di queste nel comune di Gioia del Colle addirittura nove auto in un colpo solo).

Due quindi i filoni d’indagine che hanno contraddistinto il sodalizio: quello dei colpi nelle concessionarie finalizzati al furto di automobili di lusso e quello del traffico di droga.

Per ciò che concerne i furti di auto a scopo di estorsione, l’attività investigativa, svolta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ha consentito di accertare una sistematica esecuzione di reati contro il patrimonio frutto di accordi tra i responsabili utili alla costituzione di “squadre” necessarie per le operazioni da realizzare, ognuna con dei ruoli ben definiti;

­ – la disponibilità di numerose attrezzature destinate alla commissione dei reati (apparecchi radio-rice trasmittenti, torce, strumenti di effrazione, autovetture di provenienza delittuosa per gli spostamenti e per raggiungere i luoghi dove mettere a segno i colpi, carburante da impiegare per i movimenti dei mezzi rubati); l’accurata predisposizione di luoghi e ricoveri ove occultare i veicoli rubati, in attesa della percezione dei “riscatti” o per la successiva cessione a ricettatori;

­ – la capacità di assicurare assistenza ed ausilio ai sodali durante le fasi esecutive dei furti, attraverso l’impiego di vedette in grado di monitorare eventuali interventi delle forze dell’ordine o altri fattori imprevisti.

­ Otto colpi ai danni di concessionarie e ditte nel corso dei quali sono stati asportati ben 40 mezzi tra cui auto di grossa e media cilindrata, motocicli ed anche un carico di elettropompe sommerse e quadri elettrici per un valore di oltre 600mila euro.

­ – l’esistenza di precisi ruoli nell’ambito del sodalizio tra cui quello degli organizzatori identificati in Luigi Spinelli, Antonio Paolo Zefferino e Agostino Giordano. Sono loro che in stretta sinergia con il loro capo, il predetto stramaglia Angelo Michele, sceglievano di volta in volta gli “obiettivi” da colpire, coordinavano gli spostamenti delle squadre, fornivano le direttive sui movimenti e sulle manovre necessarie a garantire il buon esito delle iniziative, contattavano i derubati per concordare l’ammontare delle somme necessarie a conseguire la restituzione della refurtiva. Chi non accettava la trattativa non rientrava più in possesso del veicolo o, in alternativa, lo ritrovava gravemente danneggiato o incendiato.

Di rilievo l’episodio che vede coinvolto lo Spinelli nel furto di una Ferrari 348 parcheggiata in una pubblica via a Cassano Murge cui conseguirono trattative con il proprietario finalizzate alla restituzione del mezzo in cambio di 3.500 euro.

 

Questi gli arrestati:

1. PERAGINE Francesco, Acquaviva delle Fonti, cl. 1982;

2. PERAGINE Giacomo, Acquaviva delle Fonti, cl. 1979;

3. SPINELLI Luigi, Acquaviva delle Fonti, cl. 1981;

4. ZEFFERINO Antonio Paolo, Acquaviva delle Fonti, cl. 1982;

5. CASCIONE Michele, Acquaviva delle Fonti, cl.1982;

6. FIORE Vincenzo, Cassano Murge, cl. 1963;

7. GIORDANO Agostino, Adelfia, cl. 1978;

8. LAFORGIA Nicola, Acquaviva delle Fonti, cl. 1984;

9. PIAZZOLLA Antonio, Bari, cl. 1965.

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