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ALTA MURGIA, IL CONSIGLIO BACCHETTA SCHITTULLI

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Un Documento approvato all’unanimità dai membri del Consiglio Direttivo dell’Ente “Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, quello che vi proponiamo. Fa seguito alle dimissioni di Francesco Schittulli dalla Comunità del Parco e del quale riprende, punto per punto, i presunti “peccati” dell’Ente.

“E’ solo una sua fuga – si dice nel documento – visto che il Presidente della Provincia è stato incapace di interpretare il suo ruolo”.

Volano stracci, insomma, fra le due “anime burocratiche” dell’Ente, la parte che gestisce e quella che dovrebbe – come Comunità – fornire ossigeno sotto forma di idee, stimoli e progetti.

Il prossimo 27 settembre l’Ente Parco chiude il suo mandato quinquennale: vanno rinnovati Presidente, vice e Consiglio Direttivo. Ne vedremo delle belle!

Per adesso, ecco il Documento.

 

Il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nella seduta del 17 settembre 2010, ha affrontato la recente polemica che ha visto protagonista il Presidente della Comunità del Parco e Presidente della Provincia di Bari, prof. Francesco Schittulli.

Nella sua nota di dimissioni da Presidente della Comunità del Parco, che ha ricevuto ampio riscontro sugli organi di informazione regionali, sono contenute talmente tante imprecisioni che corre l’obbligo all’Ente Parco di ripristinare la verità dei fatti contro la capziosa informazione pervenuta ai mezzi di stampa.

In proposito il Consiglio Direttivo, all’unanimità, ritiene doveroso precisare quanto segue:

1)     Nel corso della seduta della Comunità del Parco dell’11 febbraio di quest’anno, il Presidente della Comunità fu informato personalmente della questione relativa alla necessità di attivare al più presto un coordinamento della sorveglianza nel territorio del Parco dopo che i tentativi compiuti dall’Ente, a partire dal 2006, si erano infranti contro l’atteggiamento avverso tenuto dai precedenti rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale di Bari.

Questi, infatti, dopo un primo momento di condivisione dell’iniziativa, si trincerarono dietro pretestuose motivazioni pseudo tecnico-giuridiche tese solo ad escludere la condivisione delle risorse umane e strumentali della Polizia Provinciale nonché ad evitare il maggiore impegno della stessa nel territorio del Parco ed il coordinamento da parte del C.T.A. del Parco del Corpo Forestale dello Stato;

2) A seguito di tale circostanza e degli accordi intercorsi nella citata seduta della Comunità, ed a fronte della volontà espressa dalla stessa Comunità di reiterare il tentativo di coordinamento, il Direttore f. f. dell’Ente ha trasmesso all’appena eletto Presidente della Comunità del Parco e Presidente della Provincia di Bari, con nota raccomandata a. r. n. 413 del 16 febbraio u.s., la documentazione relativa all’iniziativa in questione restando in attesa di determinazioni da parte del medesimo Presidente. Determinazioni mai assunte;

3) Nel brevissimo arco di tempo di questa sua esperienza, lo stesso Presidente ha mostrato non solo di non conoscere le realtà del Parco e le problematiche relative alla sua gestione per definire strategie progettuali e di intervento, ma ha anche evidenziato totale ignoranza degli aspetti istituzionali giungendo ad affermare, in diverse occasioni, che l’Ente avesse due Presidenti. In questo senso, almeno una lettura superficiale della Legge quadro sulle aree protette (L. 394/91) avrebbe potuto aiutare il dimissionario Presidente ad affrontare con maggior consapevolezza l’arduo compito istituzionale assunto;

4) Sulla presunta inutilità dell’Ente Parco, evocata da Schittulli, si evita un confronto con il Presidente dimissionario graziandolo da una valutazione assai gravosa, osservando soltanto che sulla necessità delle aree protette sino ad oggi non è mai stato sollevato alcun dubbio; al contrario, pare di rammentare, che nel programma dell’attuale Governo fosse chiaramente indicata l’abolizione delle Province;

5) Terminate le chiacchiere e le strumentalizzazioni ed avendo realizzato che la sua Presidenza non aveva né struttura altra rispetto a quella dell’Ente né ruolo operativo-decisionale, lo stesso Presidente, come peraltro annunciato già nella seduta della Comunità del 20 luglio scorso, ha ritenuto di porre fine alla sua esperienza in seno al Parco non essendo in grado di affrontare alcuno dei problemi dei quali pure la Comunità del Parco è stata investita a partire dall’elaborazione del Piano Pluriennale Economico e Sociale per finire ai pareri sullo Statuto dell’Ente, sul Regolamento del Parco e sul Piano per il Parco;

6) Il Presidente della Provincia di Bari e della Comunità del Parco cerca di nascondere la propria “fuga” rivolgendo all’Ente la pretestuosa accusa di costituire un freno allo sviluppo (non meglio specificato) del territorio e del mondo agricolo. Anche in questo caso, purtroppo per lui, è facile dimostrare il contrario: dalle convenzioni stipulate dall’Ente con gli agricoltori per la buona gestione e la manutenzione del territorio, agli interventi di miglioramento ambientale in favore dei Comuni del Parco, alle campagne di educazione ambientale, all’avvio della realizzazione di centri visita, alla realizzazione di itinerari escursionistici e ciclabili, alla predisposizione dei fondamentali strumenti di gestione quali Piano per il Parco e Regolamento per il Parco: questo, e non solo, l’Ente ha prodotto in questi primi cinque anni di vita con la quasi totale assenza della Comunità del Parco;

7) Al contrario le sue dimissioni appaiono finalizzate solo ad eludere la discussione, già concordata in seno alla Comunità del Parco, su argomenti ben più qualificanti di questa sterile polemica. La Comunità, infatti, avrebbe dovuto esprimere il proprio parere sulla proposte di Piano per il Parco e di Regolamento del Parco che già da giugno scorso sono stati inviati al neo dimissionario Presidente.

Invero, questi strumenti sono la sola risposta che gli agricoltori e gli operatori aspettavano e che continueranno ad attendere poiché nella prossima convocazione della Comunità del Parco del 27 settembre prossimo il dott. Schittulli ha ritenuto di inserire un unico punto all’ordine del giorno: le proprie dimissioni.

Avremmo potuto esimerci dal proseguire la polemica sollevata da altri, se non fosse che la lettera di dimissioni del Presidente della Comunità del Parco, evocando strumentalmente la morte del Parroco di Longarone don Francesco Cassol, ridà fiato alla parte peggiore, per fortuna residuale, della popolazione murgiana: quella degli spietramenti inconsulti, quella dello spandimento criminale di rifiuti sui suoli agricoli, quella degli speculatori legati alle energie rinnovabili industriali e quella di laghi e di laghetti collinari artificiali con annesse torri eoliche mai entrati in funzione e posizionati accanto al castello del Garagnone in spregio alla natura ed al paesaggio.

 

Gravina in Puglia, 17 settembre 2010

 

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