Politica

SALUTE E AMBIENTE. UNA PDL DI VENTRICELLI E CERVELLERA

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Nuove norme per la tutela della salute e dell’ambiente. È quanto prevede una proposta di legge presentata dai consiglieri regionali di Sinistra ecologia e libertà, Michele Ventricelli e Alfredo Cervellera.

“L’obiettivo è quello di proseguire il cammino intrapreso dalla legge regionale antidiossina approvata all’unanimità dal Consiglio regionale – ha detto Michele Ventricelli – che ha segnato un grosso successo per il governatore Vendola in quanto ha dimostrato che, nonostante l’opposizione preconcetta del governo alla normativa, era possibile per l’industria rientrare nei limiti imposti dalla Comunità europea, utilizzando le migliori tecnologie ed attivando un sistema di controllo costante fatto dall’Arpa, ma a carico dell’industria”.

La legge antidiossina, secondo questa iniziativa legislativa, deve essere estesa anche ad altre sostanze inquinanti che sono particolarmente nocive per la salute umana e per l’ambiente.

L’impianto della legge è stato realizzato da Marcello Caracciolo, del Forum nazionale Sel ambiente, che ha spiegato come “tali inquinanti si bioaccumulano negli organismi viventi, si propagano per mezzo dell’aria, dell’acqua e delle specie migratrici, concentrandosi negli ecosistemi terrestri e acquatici. “Tutto questo – ha continuato Caracciolo – come accertato nelle aree di crisi ambientale di Taranto, Statte (TA), Manfredonia (FG) e Brindisi, ha reso indispensabile ed improrogabile questo intervento legislativo in quanto è incorso un processo di contaminazione della catena alimentare, del suolo e della falda acquifera, anche a causa delle elevate emissioni di diossine, che hanno costretto vari enti ad adottare provvedimenti cautelativi, dall’abbattimento di ingenti unità di bestiame contaminato da diossina nel tarantino, al divieto di utilizzare vaste aree agricole risultate inquinate a Brindisi e Taranto, alla bonifica di decine di ettari di terreno dello stesso quartiere Tamburi a ridosso dell’Ilva di Taranto”.

Il consigliere Cervellera di Taranto, ha sottolineato la necessità di tenere presente la dicotomia che si vive in questa realtà territoriale: “combattuti fra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia dei posti di lavoro”. “Ma la legge antidiossina – continua Cervellera – ha dimostrato come le industrie messe alle strette sono in grado di coniugare le due necessità senza fare danni all’ambiente e preservando il lavoro. Con questa legge si conferisce all’Arpa il potere di effettuare direttamente i controlli sulle fonti  inquinanti con il monitoraggio continuo non solo relativamente alla diossina, ma per tutte le sostanze nocive”.

Un esempio concreto di come le cose possono e devono cambiare lo fa Biagio De Marzo del coordinamento di cittadini e associazioni contro l’inquinamento “Alta Marea”. “A Taranto – racconta De Marzo –   l’Arpa ha riscontrato sul quartiere Tamburi (il più inquinato d’Italia) uno sforamento superiore del limite (un nanogrammo per mc) del 30% rispetto alla normativa vigente di benzopirene, una sostanza cancerogena dannosissima. Il comune di Taranto ha emesso un’ordinanza specifica per richiedere all’Ilva il rispetto di tutti i valori limite. Il governo centrale però ha spostato il termine di osservanza del suddetto limite dal primo gennaio 1999 al 31 dicembre 2012, scatenando ovviamente le proteste di tutte le associazioni ambientalistiche e dei cittadini di Taranto”. “Queste situazioni sono inaccettabili – conclude De Marzo – e sottolineo che Alta Marea non è un coordinamento oltranzista ma siamo per l’eco compatibilità”.

“Vogliamo dimostrare ai cittadini pugliesi – ha concluso Ventricelli – che l’impegno preso con loro in campagna elettorale di salvaguardare il nostro territorio e la loro salute è per noi fondamentale”.

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