Politica

“GARDEN VILLAGE”: UNA NOTA DEL SINDACO

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Dal sindaco di Cassano, Maria Pia Di Medio, riceviamo e pubblichiamo.


La querelle relativa all’ex Garden Village non mi sorprende. Eravamo coscienti che una simile presa di posizione da parte dell’associazione “Cercasi un fine” sarebbe prima o poi arrivata, data l’ormai nota acredine politica degli stessi verso questa Amministrazione comunale.

Ma tutto questo non ci spaventa consapevoli che il nostro unico fine è quello di tutelare i cittadini e le casse comunali da spiacevoli sorprese. D’altronde la storia di Punta Perotti insegna.

La mia Amministrazione ha proceduto e procederà sempre nel segno della cosiddetta “prudenza amministrativa”, “trasparenza” e “legalità”, concetti che forse a qualcuno sfuggono.

Ho sempre tenuto la porta aperta ai volontari di “Cercasi un fine” e la terrò sempre spalancata almeno fino a quando dall’altra parte ci sarà una posizione seria e non preconcetta.

Allo stesso tempo non posso non tenere conto della petizione popolare e dell’interesse dei cittadini, per questo sono da sempre al lavoro con la mia maggioranza per trovare una soluzione alternativa per soddisfare le richieste di “Cercasi un fine”, ma che siano sempre compatibili con uno Stato di diritto.

Sulla vicenda siamo stati costretti a replicare per le rime dopo l’entrata a gamba di tesa di qualcuno. Le illazioni e le accuse di cialtroneria, francamente le rispediamo al mittente.

Non voglio ancora alimentare polemiche (non è nel mio stile) ma ritengo necessario spiegare ancora (dopo averlo fatto questa estate) i motivi per i quali questa Amministrazione sulla vicenda ex Garden Village procede con molta cautela: chi mi ha preceduto ha acquisito i terreni e i manufatti (incompleti) al patrimonio comunale e non ha ritenuto opportuno restituire l’area alla propria funzione di salvaguardia paesaggistico-ambientale, omettendo di demolire gli edifici realizzati entro la fascia di rispetto del bosco, per poi convenzionarsi con soggetti privati ai fini di co-progettare interventi nel campo del sociale.

La nostra Amministrazione, alla luce di tutto questo, si è posta alcuni interrogativi: tale intervento, corrisponde a canoni di prudenza e buona amministrazione? Cosa potrebbe accadere qualora in futuro dovessero emergere posizioni risarcitorie della confisca comminata a danni di precedenti proprietari sfuggiti a condanna penale? Chi pagherebbe tutte queste conseguenze?

A conferma dei nostri dubbi, il fatto che il costruttore si sia rivolto alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per conservare il titolo di proprietario, nonostante una sentenza definitiva della Cassazione.

Pertanto, la mia Amministrazione ha inteso procedere con cautela prima di ogni decisione finale anche perché ogni intervento migliorativo sui manufatti a carico del Comune, domani potrebbe esporre l’Ente a una duplice esposizione, di tipo risarcitorio nei confronti del vecchio proprietario, ed al cospetto di quegli Enti che erogano i finanziamenti per le finalità sociali. Quindi restiamo in attesa delle pronunce della Corte Europea. Solo allora prenderemo  delle decisioni che potrebbero anche andare nel senso della direzione invocata da “Cercasi un fine”.

Questa, lo ribadisco ancora, anche a costo di essere definita arrogante nella gestione del potere, si chiama prudenza amministrativa.

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