Cronaca

FOLLIA DI SABATO NOTTE: CASSANO SI SPACCA

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Un paese spaccato a metà, fra la colpevolezza e la benemerenza.

A giudicare dalle centinaia di commenti che i lettori di CassanoWeb stanno postando in merito agli articoli sull’accoltellamento del giovane militare cassanese (la gran parte dei quali non sono pubblicabili, per diversi motivi) da parte del 47enne Francesco Abbatescianna, è questa la prima impressione che si ricava dalla vicenda.

E mentre le condizioni di Roberto Andriola – ricoverato in prognosi riservata presso il Policlinico di Bari – migliorano sensibilmente, a breve è previsto l’interrogatorio di garanzia da parte del magistrato per l’aggressore che deve difendersi dall’accusa di tentato omicidio volontario.

Al di là della cronaca, però, Cassano sembra dividersi fra chi sostiene che il giovane caporale dell’Esercito Italiano non solo non aveva mai dato fastidio alla sua ex ragazza ma era anche incapace di farlo, visto che era amico e conosceva tantissime persone che gli volevano bene e lo stimavano. Secondo alcuni testimoni e stando alle denunce presentate presso i Carabinieri di Cassano, era anzi lui ad aver subito da Abbatescianna una aggressione e uno speronamento a bordo della sua auto: da parte del padre e del fratello della sua ex fidanzata.

Una vittima, insomma, col solo torto di aver voluto bene ad una ragazza che non aveva ancora dimenticato, nonostante si fossero orami lasciati da diverso tempo.

Diametralmente all’opposto quello che commentatori e dunque amici e conoscenti dicono di Abbatescianna: gran lavoratore, persona perbene che se ha dato così “fuori di testa” è perché esasperato da una sorta di “stalking” nei confronti di sua figlia, episodi sempre segnalati ma mai denunciati formalmente ai Carabinieri; l’uomo, operaio edile senza mai alcun problema con la giustizia, era ossessionato dalle bravate di quello che avrebbe potuto diventare suo genero e non accettava che sua figlia vivesse nell’incubo del suo ex: dalle “sgommate notturne” dinanzi a casa ai continui appostamenti che quando era in licenza da Civitavecchia il caporale avrebbe fatto per tentare di ricontattare la ragazza.

La verità – almeno quella processuale – sarà ora il Giudice a stabilirla. Di fatto ci sono due famiglie sbranate dall’odio, in una Cassano che così feroce non si ricordava da tempo.

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