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IL PARCO SI RAFFORZA, I CITTADINI SE NE FREGANO

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Che Cassano fosse – nella stragrande maggioranza delle sue componenti – estranea all’idea del Parco dell’Alta Murgia, lo si sapeva. E se ne è avuta l’ennesima prova l’altra sera, quando l’Ente è giunto prima in Sala Consiliare poi in piazza Rossani per divulgare le ultime importanti iniziative riguardanti il Piano del Parco ed il suo Regolamento con la presenza del Direttore, Fabio Modesti e dell’architetto Maria Giovanna Dell’Aglio, fra gli esperti che hanno redatto i documenti. I rappresentanti dell’Ente sono stati accolti dal sindaco Di Medio e da alcuni rapprentanti del Comune.

Pochissimi cittadini, associazioni e amministratori hanno ascoltato le proposte di Modesti: fare del Parco, cioè, il centro della vita agricola, produttiva e turistica della nostra zona. A giudicare, però, dalla assenza totale degli operatori agrituristici e del turismo, questa idea ancora non è vissuta appieno.

Diverse e sempre quelle le obiezioni che qualche cittadino ha rivolto all’Ente Parco: limiti, vincoli e nessun beneficio…perché? Modesti ha spiegato che non tutto il Parco è uguale in tutte le zone. Vi sono fasce di rispetto, altre in cui le attività sono regolamentate ma vanno ugualmente portate avanti.

Questo, in sintesi, quanto prevede la zonizzazione.

La Zona A è destinata alla conservazione dell’ambiente naturale nella sua integrità in relazione anche al permanere di peculiari forme di uso delle risorse naturali e di attività umane tradizionali. Le zone di riserva integrale sono individuate tra quelle di valore naturalistico più elevato, tra quelle che più si avvicinano alle condizioni di equilibrio naturale ovvero tra quelle di eccezionale interesse biogeografico. Tra le aree classificate in zona A rientrano:

– praterie aride mediterranee ad elevata sensibilità;
– aree di vegetazione rupestre;
– boschi di sclerofille sempreverdi;
– laghetti carsici di elevata qualità ambientale;
– grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico;
– geositi di elevata qualità paesaggistica.

Nella Zona A è consentita la manutenzione ordinaria dei sentieri e degli itinerari esistenti o previsti dal Piano e l’inserimento da parte dell’Ente di impianti a tutela dei valori naturalistici presenti;è consentito il pascolo secondo le norme del Regolamento del Parco;è regolamentato l’accesso in funzione dei ritmi fenologici della fauna;è vietata la costruzione di nuovi manufatti ed il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona B è destinata alla protezione degli equilibri ecologici. Le zone di riserva generale orientata si collocano nelle parti di territorio i cui assetti ecologici e naturalistici risentono di pregresse attività di forestazione o di pregressi usi silvopastorali, ormai cessati, o praticati in forma fortemente estensiva, con modalità che contribuiscono al raggiungimento ed al mantenimento di un agro ecosistema di elevato valore naturalistico e paesaggistico. Tra le aree classificate in zona B rientrano:

– praterie aride mediterranee;
– boschi di latifoglie decidue e semidecidue;
– boschi di conifere;
– laghetti carsici;
– grotte con presenza di specie di chirotteri di interesse conservazionistico;
– lame di valore paesaggistico e naturalistico.

In detta zona sono consentite le attività produttive tradizionali e la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali; sono consentiti gli interventi di selvicoltura naturalistica; è vietata la costruzione di nuovi manufatti e di nuovi insediamenti edilizi, nonché il cambio di destinazione d’uso di quelli esistenti.

La Zona C è destinata alla promozione delle attività agricole tradizionali, dell’agricoltura integrata, dell’allevamento zootecnico, delle attività agrosilvopastorali, di raccolta dei prodotti naturali e della produzione dell’artigianato tradizionale locale. Sono incentivate attività di assistenza sociale e cura in fattoria, di cura degli animali, di servizio turistico ed escursionistico, di didattica ed educazione ambientale, purché svolte in forma integrata e connesse alle attività primarie.

Tra le aree classificate in zona C rientrano:
– agroecosistemi;
– insediamenti rurali e masserie.

In zona C sono consentiti: la realizzazione delle infrastrutture e degli interventi di miglioramento fondiario necessarie alle stesse, nonché gli interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell’Ente; gli interventi di selvicoltura naturalistica, nonché la realizzazione di impianti per l’arboricoltura da legno sui terreni agricoli; la costruzione di nuovi insediamenti edilizi a carattere esclusivamente agricolo, nonché adibiti a servizi per la fruizione del Parco.

La Zona D è finalizzata al mantenimento e al rafforzamento del ruolo di connessione ambientale e paesaggistica, alla promozione del turismo, della fruizione pubblica e dell’identità culturale delle comunità locali, nonché allo sviluppo di attività economiche sostenibili. Comprende le aree più intensamente antropizzate del Parco, le aree interessate da previsioni di interventi per lo sviluppo sociale ed economico e le aree di recupero e di valorizzazione del sistema di beni culturali e ambientali.

Nella Zona D sono ammesse tutte le attività e le funzioni coerenti con le finalità del Piano e in esse l’Ente promuove interventi di sviluppo economico e sociale del territorio con particolare riferimento al turismo, alla valorizzazione delle risorse, delle tradizioni storiche e culturali e dei valori identitari delle comunità del Parco, alla valorizzazione delle produzione tipiche e tradizionali e dell’artigianato di qualità, alla ricerca scientifica connessa ai beni culturali e ambientali del Parco.

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