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STASERA AL LICEO “PROCESSO AD ARTEMISIA”

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Il Liceo Leonardo-Platone di Cassano delle Murge e il Liceo Salvemini di Bari presentano la pièce teatrale “Artemisia Gentileschi: processo per stupro” per la regia di Salvatore Marci e Rossella Ramunni.

Appuntamento, aperto al pubblico, presso l’Auditorium del Liceo sabato 4 dicembre alle ore 19.00.

La Piéce è stata progettata, scritta e preparata dagli studenti, con l’aiuto di docenti e del regista, all’interno di un progetto comune del Liceo Leonardo-Platone di Cassano e Liceo Salvemini di Bari, orientato alla promozione di riflessione sul tema delle pari opportunità e della violenza sulle donne, denomi-nato Progetto Ghiuné. L’arte dà da pensare può avere una grande forza euri-stica di trasformazione. La rappresentazione ha un valore di per sé, come prodotto del lavoro creativo di ragazzi e docenti, e assume un valore per noi spettatori perché intende alimen-tare la riflessione e la discussione su alcuni aspetti della nostra cittadinanza.

Chi era Artemisia Gentileschi?

Nata a Roma nel 1593, avviata alla pittura fin da bambina, fu protagonista ad appena 18 anni di un processo per stupro intentato, ad un anno di distanza dalla violenza, dal padre Orazio, artista caravaggista, contro un suo amico e rivale, Agostino Tassi, pittore dal carattere violento. Il  processo durò cinque mesi durante i quali Artemisia, che pure aveva avviato una relazione con l’uomo, credendo l’avrebbe sposata, fu soggetta a mortificazioni e sospetti, fino alla tortura mediante la sibilla. Tassi fu condannato ad una lieve condanna e la ragazza, sposata subito ad un marito procuratole, si trasferì a Firenze, Roma, Napoli, Londra riscuotendo grande successo come pittrice.

Perché il processo a Artemisia Gentileschi?

Rappresentiamo un processo ad una donna nota del ‘600 per sottolineare le radici lontane di una disparità, determinare una forte percezione negli spettatori di un’ingiusta condanna, perpetrata sulla figura socialmente debole della donna Artemisia che, perché vittima di stupro, rimane in balìa dei pregiudizi nel processo, priva del potere di parola e della tutela dei diritti.  La Piéce, tratta dagli atti originali del processo, mette in risalto la paradossale analogia con tempi più recenti.  Nella nostra ri-lettura Artemisia è simbolo di tante donne che ogni giorno subiscono violenza, prima nell’atto, e poi, nei processi, da cui spesso escono ancora più profanate nell’animo da sentenze che non valutano le ferite profonde di uno stupro. Oggi le donne si muovono più libere nella società, ma, in un’epoca amante del corpo visto come tramite fondamentale per l’autorea-lizzazione, sono sempre più esposte ad essere, in base a codici culturali dominanti, “oggetto”  e non “soggetto” di sessualità.

Artemisia nostra contemporanea

Artemisia incarna nella sua esistenza una gamma completa di ruoli femminili: figlia, vergine violentata, amante, moglie, madre, donna sola separata dal marito e pittrice. Diventata mito per il femminismo internazionale, può incarnare un paradigma illuminante di una donna libera e autonoma, spesso in un rapporto simmetrico con l’uomo, talvolta in affanno rispetto ai vari ruoli (madre, moglie, persona sociale), condizione complessa e problematica di identità di cui è ancora vittima la donna occidentale, oggi.

 

Personaggi e interpreti:

 

Artemisia:

Petrelli Stella

Gentile Gaia

Squicciarini Caterina

Turi Sara

Tuzia:

Ricciato Luisa

Agostino Tassi:

Di Mauro Mattia

Levatrici:

D’Ambrosio Roberta

Signorile Celeste

Torturatrice:

Tisci Maria

Giudice:

Montenegro Claudia

Coordinatori del progetto:

prof.ssa Tina Gesmundo

 

prof. Mario De Pasquale

Docenti referenti:

prof.ssa Maria Lassandro


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