La voce del paese

MISSIONE A SCAMPIA PER I “MALAVOGLIA”

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27 Novembre ’10,  “I Malavoglia – Nu Nan Sim Nsciun” calcano il palco dell’auditorium del centro Asterix, San Giovanni a Teduccio, Napoli.

Adibito al conseguimento di attività culturali socio-educative per i minori, il centro giovanile ha ospitato il nostro gruppo ad esibirsi con lo spettacolo “Un altro mondo è possibile”, tappa del festival del digiuno televisivo “Spegnila!” (http://vodiscateatro.jimdo.com/2010/11/23/spegnila-festival-del-digiuno-televisivo/) organizzato dall’associazione VODISCA (VOci DI SCAmpia) TEATRO (http://vodiscateatro.jimdo.com/).

La performance ha riscosso un discreto successo ed ogni clown di noi è stato in grado di regalare un sorriso agli spettatori.

Terminato lo spettacolo, Rosario, uno dei “vodisca”, ci ha accompagnati nel quartiere periferico Scampia, dove abbiamo passato la notte nel centro giovanile Arcobaleno, ed il mattino seguente, dopo la colazione, ci ha offerto una “visita guidata “ del quartiere, durante la quale abbiamo avuto modo di confrontarci con la realtà napoletana attuale.

Il quartiere si estende per circa 2 ettari, contando approssimativamente 100.000 inquilini i cui abusivi risiedono nelle cosiddette “vele”, prefabbricati in cartongesso, amianto e ferro, destinate alla demolizione; ogni edificio ospita circa 500 famiglie rendendo complicata e pericolosa la convivenza tra i cittadini. I numerosi cunicoli e viottoli che le case troppo vicine tra loro creano, incentivano le attività illecite della criminalità organizzata, prima tra tutte lo spaccio, che dispone di diversi segnali e congetture per persistere (come lo scoppio di fuochi d’artificio alla consegna delle partite di droga); queste fruttano circa 500.000 €, riciclati ed investiti all’estero per la costruzione di pub e locali, “ Se noi impiegassimo il denaro che Scampia guadagna per migliorarne la situazione potrebbe competere con L.A. e le città più ricche del mondo. Ogni volta che viene arrestato un ventenne non siamo davanti ad una vittoria, ma ad una sconfitta” ci dice Rosario.

I residenti del quartiere sono nel 60% adolescenti e hanno a disposizione rispettivamente solo quattro scuole elementari, medie e asili nido, e diversi istituti superiori; ci è stato spiegato che riuscire a cavarsela senza sporcarsi la fedina penale è davvero complicato, ma i pochi che ci riescono restano persone che rispetto agli altri avranno sempre una marcia in più. Essere dei napoletani onesti svela agli adolescenti buona parte dei meccanismi oscuri del mondo ed insegna loro come cavarsela in tutte le situazioni, “i ragazzini di Scampia crescono in fretta, e capiscono da subito di chi si possono fidare, con chi devono giocare e con chi devono evitare di farlo” afferma Rosario. Tuttavia, in situazioni estreme come queste, evitare di frequentare cattive compagnie resta difficile, come biasimarli?

Gli unici servizi di cui i giovani dispongono nel quartiere sono dati da un parco comunale (in cui è vietato utilizzare il pallone, andare in bici, calpestare l’erba..nonostante gli spazi lo consentano) molto grande ma trascurato, e una piazza, Giovanni Paolo II,  costituita da una pavimentazione di cemento povera, priva di spazi verdi, panchine o fontane tipiche di una comune piazza “della quotidianità” richiesta dagli abitanti, i quali hanno ottenuto al contrario una “piazza dei grandi eventi”, che resta pur sempre pubblicamente inattiva.

La cittadinanza dispone inoltre di una sola asl per visite mediche approssimative, mentre l’ospedale più vicino è a ben 30 km di distanza; anche riuscire ad acquistare il necessario per la giornata è difficile poiché si usufruisce di solo 27 negozietti e botteghe  per tutta la popolazione ed il corso principale, “viale Della Resistenza”, dell’intero quartiere è costituito da uno stradone di 2 km deserto costeggiato da condomini e vele, che conta innumerevoli vittime causate dalle corse clandestine favorite dalla lunghezza della strada.

Ciò che sicuramente non manca è la spazzatura e i diversi rifiuti rovesciati ovunque sui cigli delle strade e di fianco ai contenitori.

“Ghetto Scampia” (come definito da un graffito sulla parete di una casa) resta il quartiere periferico più popolato d’Italia, di cui solo 1500 abitanti stranieri  risiedono in campi rom limitrofi al territorio, ricavati da cassonetti dell’immondizia o comunque da materiale di scarto.

Rosario sostiene che i napoletani non necessitano di raggiungere posti molto lontani come l’Africa per trovare situazioni disagiate in cui vivere, e se, come scrive Saviano, “raccontare significa resistere, non diffamare”, noi ci preoccupiamo di fermare su righe tutto quello di cui i nostri occhi sono testimoni, perché un giorno tutto questo possa finire, perché Scampia e tutta la Campania siano terre ricche di curiose tradizioni, affascinanti da visitare, abitate da gente attiva nel sociale che s’impegna perché il suo territorio e tutto il popolo che lo abita cresca migliorando la sua condizione; perché le terre del sud siano ricordate come terre del sole dai magnifici colori, e non terre di camorra e mafia; perché la gente che ci vive ci resti per affrontare la propria realtà evitando che la criminalità organizzata continui ad operare, e non scappi ritenendo i suoi sforzi inutili.

Regalare sorrisi e smuovere le coscienze con messaggi di pace nell’arco di un piccolo spettacolo teatrale di clowneria e  giocoleria non può bastare, è il contributo che 14 ragazzi hanno potuto. Per ottenere cambiamenti veri è necessaria un’altrettanto veritiera rivoluzione del pensiero, ma noi siamo del parere che un altro mondo è possibile.

“I Malavoglia – Nu Nan Sim Nsciun”

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