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IL GIOVANE HACKER BARESE SBANCA NEL MONDO

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“ A nove anni mi regalarono il mio primo pc e… di lì è nato tutto”

Così  ieri 20 gennaio Francesco de Lorenzi nell’auditorium del Liceo scientifico- classico “Leonardo da Vinci” di Cassano, si presenta .

A dirla così sembra un racconto di vita di un ragazzino qualunque che riceve come regalo un computer e con il tempo se ne innamora.

Ora diciottenne. Risiede a Santo Spirito. Frequenta il quinto anno del Liceo scientifico di Bitonto.

Ancora… sembra proprio la vita di un comune adolescente.

Invece no. Quando ha ricevuto il suo primo personal computer, ha iniziato a voler capire ciò che aveva sotto mano. Con il tempo s’è interessato al funzionamento dei programmi, alla lettura di libri e periodici di informatica, all’importanza delle competenze tecnologiche. “Amavo smontare e rimontare il pc per capire come fosse fatto dentro. Ho fatto molti casini a spese dei miei, lo ammetto” dice.

A soli 13 anni s’è ritrovato a creare ex novo un programma di fatturazione per il padre commercialista e a “combattere” con i tantissimi virus che infettavano il suo computer personale. La maniera più lesta era formattare il pc. Certo che no. Una mente così ligia al sapere informatico, seppur in tenera età, ha cercato di distruggere personalmente il problema nella sua scatola elettronica. Questo virus “Marco” oltre ad infettare i suoi dati, infettò anche il pc del padre e dei colleghi, cosicchè il “piccolo ragazzino che sapeva eliminare i virus” iniziò a farsi conoscere. Questa conoscenza, poi, si è elevata a potenza nel momento in cui riuscì, nel 2005, ad eliminare il virus “Sgrunt” che “essendo per sua natura cangiante, era anche facilmente sfuggibile, ergo non era mai stato distrutto e questo mi portò un po’ di popolarità.” Ma il programma “Kill Sgrunt & Kamomilla” presero piede e si diffusero a macchia d’olio. E non solo in Italia.

Motivo per il quale, ora, il “Francy” barese si ritrova a collaborare con i più grandi enti governativi, con la stampa, con la Polizia scientifica di Bologna, con la Colombia, con Toronto, Canada, India, Pakistan e via dicendo.

Oltre questo, numerose sono stati i successi telematici  del ragazzino: BBC News, Senato degli USA, Gazzetta del Mezzogiorno, Rai 1 e Panorama.

“Perché le testate giornalistiche parlano di me? Perché le grandi aziende vogliono la mia collaborazione? La risposta è semplice: l’approccio che ho avuto alla sicurezza informatica  era atto all’ilarità, alla correttezza, all’etica. Ogni qualvolta mi si presentava l’occasione, contattavo l’azienda interessata avvisandoli della loro piattaforma on line insita di “buchi”. Questi, poi, mi hanno chiesto di collaborare con loro.”

“Un ragazzo prodigio”. Tra le righe, viene presentato un po’ così. Ma anche senza presentazione, ha ampiamente dimostrato di esserlo. Parola dopo parola. Esperienza dopo esperienza. Virus dopo virus. Si. Un virus, un allarme che ci spinge ad usare il computer correttamente, con ponderatezza e utilità. Un allarme che può condurre i ragazzi della sua stessa età a preoccuparsi cosa fare dopo la scuola superiore.

Un incontro, questo, che ci apre gli occhi verso un futuro insito di blocchi, arretratezze ma anche tanta tecnologia da conoscere, studiare e possedere. Per i diciottenni che erano lì ad ascoltare e che utilizzano il pc solo per collegarsi a Facebook. Per gli adulti che erano esterefatti da un ragazzo così piccolo e da una mente così grande.

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