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RINNOVABILI: OCCORRE UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA

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Se addirittura anche il Governo Regionale sente la necessità impellente di allertare il Prefetto di Bari sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle energie da fonti rinnovabili nella nostra Regione, non si comprende perché non si acceleri sulla nostra proposta di legge tendente a istituire una Commissione Speciale di Indagine.

Fin dal 14 dicembre scorso chiediamo che sia istituita detta Commissione al fine di chiarire e comprendere se, nell’ambito del settore dell’energia rinnovabile, ci siano stati o ci sono procedure tecnico-amministrative e prassi politiche di cui possano essersi serviti i mafiosi e se si è verificato una penetrazione delle organizzazioni criminali nei procedimenti amministrativi attraverso la complicità di uffici regionali, amministrazioni locali, professionisti ed imprenditori.

“Per avere la forza di opporci con buone ragioni all’avventura del nucleare ma anche del rigassificatore a Brindisi abbiamo scelto, come opzione strategica, le energie rinnovabili. Non siamo stati la Regione dei no. ‘Abbiamo detto si’ all’eolico e al solare, diventando in questi segmenti di ‘green economy’ i primi produttori nazionali”. Questo diceva il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, nel suo discorso alla inaugurazione della 74/esima edizione della Fiera del Levante del settembre scorso”.

E’ fin troppo evidente che le responsabilità politiche ed amministrative di tutto ciò sono del Presidente Vendola e della sua Giunta la cui azione ha trasformato l’ideale Puglia Migliore in un territorio tappezzato di pannelli solari e pale eoliche che non solo deturpano il paesaggio e l’ambiente ma addirittura non hanno ridotto l’emissione di CO2 né il costo della bolletta Enel per le famiglie e, aspetto ancor più grave, a sentire la Commissione Nazionale Antimafia e prim’ancora la conduttrice di Report in RAI 3, c’è addirittura l’ombra del malaffare e della criminalità organizzata.

Se ora lancia l’allarme anche il vicepresidente della Giunta Regionale assessore Loredana Capone, non si può più indugiare anche nelle attività di controllo consiliare. C’è quella Puglia, ritenuta a torto peggiore, che chiede che si affronti e si discuta con ogni urgenza la nostra proposta di legge.

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