Cultura

LA LETTURA DI “FRATTURE” NELLA GIORNATA DELLA MEMORIA

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L’associazione culturale “Luci a teatro” in collaborazione con l’associazione musicale “Al Bosco Sonoro”, ha organizzato ieri 27 Gennaio una manifestazione per ricordare le vittime delle Shoah , nella sala consiliare.

Scopo della serata, ricordare il significato della “Giornata della Memoria” che ricorre simbolicamente in questo giorno poiché il 27 Gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa si recarono ad Auschwitz scoprendo e liberando i sopravvissuti dai campi di concentramento.

Gli attori dell’associazione hanno letto con sentimento i racconti di chi è riuscito a superare l’esperienza tragica e brutale dei lager, tra cui alcuni passi tratti da “Il diario di Anna Frank” e  da “Se questo è un uomo” di Primo Levi. L’attenzione, però, è stata rivolta anche a coloro che sono stati definiti gli “scottati”, persone toccate, ma non divorate dalla distruzione della Shoah. Per esempio, i familiari delle vittime, che hanno sentito l’odore della sofferenza, ma non ne hanno provato il sapore. Sono stati proposti, infatti, alcuni passi del libro autobiografico “Fratture” della scrittrice israeliana Irit Amiel, che ha perso la famiglia nei lager.

Le letture presentate hanno ricordato al pubblico la crudeltà dell’Olocausto, che non ha risparmiato nessuno e si è impossessato di migliaia di vite umane innocenti. Inoltre, le interpretazioni sono state accompagnate dalle crude immagini che testimoniano questo atto contro l’umanità e dalle musiche di  genere “Klezmer” di tradizione ebraica, brillantemente arrangiate dai maestri Roberto Angiulo e Danilo Amato, dell’associazione musicale “Al Bosco Sonoro”.

La serata si è conclusa con una preghiera ebraica, per esprimere la piena accettazione della cultura del popolo perseguitato.

È lecito evidenziare, però, che nonostante il valore della manifestazione e l’impegno mostrato nella realizzazione, la popolazione cassanese non ha risposto come avrebbe dovuto. La partecipazione, infatti,  non ha raggiunto il livello che ci si sarebbe aspettato per un incontro tanto importante.

Ciò che bisogna evitare è che nei nostri animi crescano le radici dell’indifferenza, poiché è la nostra storia che cerchiamo di negare quando non mostriamo interesse, è l’errore e l’orrore creato dall’uomo stesso che tentiamo di nascondere quando non vogliamo ascoltare.

Aggiungiamo, dunque, un undicesimo comandamento a quelli già esistenti, come propone un sopravvissuto attraverso uno scritto: “Racconta sempre di noi, sempre!”

 

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