Cultura

LE “SIEPI DEL ROSMARINO” CHE CONSERVANO LA MEMORIA

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Una struggente nostalgia che diventa storia quotidiana e che – grazie alla scrittura – può diventare memoria condivisa e collettiva.

La presentazione, ieri sera, del libro di Vito Campanale “Le siepi del rosmarino – luoghi, storie e memorie” è stata un susseguirsi di ricordi ed emozioni, accenni mai completati a quel che Cassano avrebbe potuto essere e non è stato, a ciò che della nostra vita quotidiana ancora palpita fra le strade, le mura delle case, le persone che abitano questo paese.

Un esordio letterario davvero felice, quello di Campanale: alla storia di Cassano nulla aggiunge, per sua stessa ammissione, se non qualche spigolatura, qualche curiosità; ma fa leggere tutto quanto finora conosciuto sotto un’altra luce. Il libro, infatti, traccia la storia di Cassano in parallelo a quella della famiglia dell’autore, almeno da quando essa esiste; dunque, accanto agli avvenimenti storici vissuti dalla comunità tutta, Vito Campanale realizza una meta-storia, un vissuto privato ma non privatistico che vede la propria vita riflettersi in quella della propria comunità.

Se fino ad oggi, insomma, per conoscere la storia di Cassano occorreva leggere e studiare i “sacri testi” di padre Domenico da Noci, Nicola Alessandrelli, Tonio Giorgio e Antonio Giordano, ebbene: d’oggi in poi – lo crediamo fermamente – chiunque si vorrà accostare a comprendere la vita quotidiana dei cassanesi d’un tempo, non potrà fare a meno di consultare l’opera di Vito Campanale.

Ne erano convinti, d’altra parte, anche gli ospiti che ieri sera in Biblioteca hanno sottolineato meriti e pregi della scrittura di Campanale: don Nunzio Marinelli, parroco della Matrice per cui “leggere questo libro è come guardare un film, ecco perché ogni ricerca non è tempo perso”; il sindaco di Cassano, Maria Pia Di Medio secondo la quale “oggi siamo qualcosa perché ieri qualcuno prima di noi lo è stato; Vito ha fatto un bellissimo regalo a Cassano…”; Giulia Masiello, consigliera comunale e presidente della Commissione Cultura che ha visto “rispecchiarsi la mia vita nella vita narrata nel libro, le esperienze di chi parte da Cassano e poi vi ritorna, con grande emozione”. Emozioni a cui ha dato voce la sempre brava e schietta Rosa Catucci, leggendo alcuni brani dell’opera.

Allo storico e docente universitario Antonio Giordano, poi, è toccato delineato quasi una motivazione alla scrittura di questo libro, “omaggio floreale a Cassano”, opera che “attiva una spiritualità” non facile da riscontrare nei libri di storia seppur non da professionisti e dunque “un grande pregio l’aver caricato di valenza sentimentale questa ricerca storica”.

Responsabilmente, ma – temiamo – inutilmente, il prof. Giordano ha proposto che un libro del genere venga introdotto e presentato anche nelle scuole cassanesi affinché ci possa essere conoscenza dei valori su cui la nostra comunità si è formata.

Ringraziando tutti, Vito Campanale ha tracciato un po’ la storia dell’opera, “ideata nei primi anni ‘80” quando conobbe la compianta Clelia Nuzzaco a cui la stessa è dedicata, le difficoltà della ricerca e della scoperta di fonti e documenti, soffermandosi su un particolare punto di vista generazionale: “noi che siamo nati fra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, siamo gli ultimi ad aver visto il vecchio mondo cassanese, fatto di carri e asinelli, zappe e chianche ma anche i primi ad aver assaporato la modernità, le novità, vivendo il “boom” economico italiano”.

Una generazione-cerniera, a metà fra progresso e memoria, di cui questo libro, nel microcosmo locale, può considerarsi un vero e proprio “Manifesto culturale”.

 

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Chi voglia ricevere una copia del volume (con una somma “a piacere” visto che non ha prezzo di copertina: il ricavato sarà devoluto al restauro della Chiesa Madre) può contattare l’autore all’indirizzo vito.campanale@alice.it

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