Cronaca

PROCESSI AI CLAN: PERCHE’ IL COMUNE NON E’ PARTE CIVILE?

Guardia_di_finanza

Un casolare dismesso, molto addentrato rispetto alla strada provinciale che da Cassano raggiunge Adelfia. Oltre il cimitero comunale. Qui, fra alberi di ulivo e di limoni, i nuovi affiliati al clan Parisi-Stramaglia venivano “iniziati” con un giuramento che, in sostanza, incuteva terrore e morte verso chi avesse pensato di tradire.

Lo ha rivelato nei giorni scorsi alla DDA di Bari il pentito cassanese Pasquale Lazzazzera, che da anni sta collaborando con la giustizia barese per fare luce sulla storia criminale del nostro territorio. Anche grazie alle sue rivelazioni, la procura antimafia barese ha messo a colpo operazioni come “Domino” (ne parliamo nella pagina accanto) e “Hinterland” che hanno decapitato la mafia barese.

Secondo il pentito, il casolare era di proprietà di un altro presunto affiliato al clan, Franco Fumarola, residente a Cassano.

Ecco cosa ha rivelato Lazzazzera al sostituto procuratore della DDA, Elisabetta Pugliese, nel corso delle deposizioni al processo “Domino”. L’affiliato, presentato da un “padrino” doveva ripetere queste precise parole: “Era una bella giornata di sabato, dove spunta il sole; mi recai nella mia stanza e presi la cavallina bianca; fra monte e colline incontrai un vecchio cavaliere di Spagna; scendo dalla mia cavallina bianca, colpi che andavano e colpi che venivano, ferito sotto l’avambraccio destro, dove metto la mano sul pugnale ma voi siete un bevitore di sangue”.

Detto e ripetuto questo, dice ancora Lazzazzera, dovevi battezzare il locale; mi hanno punto con un ago qua sul dito e sul tavolo c’era una pistola; mi hanno dato un limone e una pillola e mi hanno detto “Questo è il tuo mote bianco e questa pillola diventerà cianuro se tu tradisci e questo diventerà piombo”.

L’operazione e il susseguente processo “Domino” – così come la parallela operazione “Hinterland” – hanno visto coinvolti diversi personaggi della malavita cassanese; i riti di affiliazione, abbiamo visto, si svolgevano (anche) a Cassano; proprietà e conti correnti sono stati sequestrati dal Gico della Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato anche nel nostro paese.

C’è da chiedersi, allora: perché il Comune di Cassano non si è costituito parte civile nel processo contro la malavita organizzata barese?

Eppure Comune di Bari, Fondazione Antiusura San Nicola e Santissimi Medici e quattro cittadini si sono costituiti “parte civile”.

La parte civile nel processo penale è il soggetto danneggiato dal reato che intende far valere innanzi al giudice penale la propria domanda di risarcimento o di restituzione. Soggetto legittimato a costituirsi parte civile è qualsiasi persona fisica e giuridica, nonché enti senza personalità giuridica.

Il fatto che queste figure possano partecipare al processo penale dipende dalla circostanza che uno stesso fatto può costituire nello stesso tempo sia un illecito penale in quanto passibile di una sanzione penale, ma anche un illecito civile in quanto ha provocato un danno con riferimento al quale si pone la necessità di una restituzione o di un risarcimento. Anche le associazioni e gli enti, dunque, possono costituirsi parte civile purché intervengano a tutela di un interesse che rientra nei fini che l’ente o l’associazione perseguono.

Allora ribadiamo: perché il Comune di Cassano non si è costituito parte civile?

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