Cronaca

PARCO EOLICO DI RUFFANO: ASSOLTO DE GRANDI

DE_GRANDI_FRANCESCO

E’ stato assolto “perchè il fatto non sussiste” Franco De Grandi, indagato in qualità di responsabile del procedimento alla Regione Puglia sulla vicenda del parco eolico di Ruffano, nel leccese.

L’ex uomo politico cassanese – già assessore, segretario di partito e presidente della Comunità Montana “Murgia barese del sud-est” è stato prosciolto da ogni accusa assieme a Max Crudo, ingegnere progettista e direttore dei lavori, e Luigi Riccardo, geometra; la formula assolutoria per Raffaele Matera, ex dirigente del settore industria della Regione Puglia.

Condannati, invece, l’ex sindaco del paese salentino,. Nicola Fiorito, e l’ex segretario generale del Comune, Claudio D’Ippolito,  a dieci mesi di reclusione con le accuse di abuso d’ufficio e falso; un anno e due mesi di reclusione, infine, per Fulvio Rocco Toma, di Ruffano, legale rappresentante della ditta «Antonio srl».

Il pubblico ministero Donatina Buffelli aveva invocato la condanna a 8 mesi per tutti gli imputati, per abusivismo edilizio, e, ulteriormente, nei casi specifici di Fiorito, D’Ippolito, Matera e De Grandi, ad 1 anno e 5 mesi per abuso d’ufficio e falso.

Sotto la lente del pm era finito, in particolare, tutto l’incartamento riguardante l’autorizzazione concessa. Giudicata illegittima. Perché emessa senza considerare i vincoli su aree protette, senza un rilascio preventivo di un’attestazione di compatibilità paesaggistica e in violazione delle disposizioni regionali che regolano la distanza di ogni pala dalla strada. Cioè, nella vicenda in questione, la provinciale che collega Ruffano a Casarano, per la quale, in tre casi, le pale avrebbero sforato la soglia minima di 300 metri.  Altra questione, regolata sempre dalle disposizioni della Regione, riguardava poi lo studio della frequenza dei venti. Sei mesi quelli che la Procura contestava essersi svolti, ovvero la metà di quanto stabilito per normativa. Fiorito e D’Ippolito, in tutto ciò, si sarebbero espressi favorevolmente alla creazione del parco, con provvedimenti privi di riferimenti ai vincoli esistenti.

I giudici (presidente Roberto Tanisi, a latere Vincenzo Pellerino e Pasquale Sansonetti) hanno ridimensionato alcuni fatti, assolvendo diversi imputati tra cui il funzionario cassanese.

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