CASO LABALESTRA: LA BANCA PRECISA

Dal Presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Pasquale Caso, riceviamo e pubblichaimo questa nota a proposito del caso Labalestra PPPB.

Vi sembra giusto?

Vi sembra giusto che chi in passato, nel periodo antecrisi, ha guadagnato più del 20% facendo trading con le azioni BPPB, possa pretendere guadagni a due cifre anche in questo particolare periodo di crisi?

Vi sembra giusto che un investitore evoluto, attento gestore dei propri risparmi, voglia far passare di sé l’immagine del povero risparmiatore vittima del sistema, quando lo stesso sig. Labalestra opera facendo trading sui propri titoli e quindi assumendosi il rischio “consapevole” che un investimento in titoli azionari può esporlo, come succede per tutti gli altri investitori, alla “probabilità” di non poter guadagnare quanto vorrebbe?

A questo punto a noi sembra giusto spiegare a chi ci legge e ribadire al sig. Labalestra visto che già più volte gli è stato spiegato per il passato, che la Banca presta il cosiddetto servizio di “mediazione” definito, secondo l’art. 5-sexies del D.Lgs. 58/98 (Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria” ) come “l’attività consistente nel mettere in contatto due o più investitori, rendendo così possibile la conclusione di un’operazione fra loro” .

Pertanto se le svariate offerte di acquisto veicolate al sig. Labalestra  da parte di altrettanti acquirenti di azioni, per il tramite della Banca, non sono state da lui accolte, magari perché non esaudivano in una unica operazione tutte le sue aspettative, certamente non lo si può imputare all’istituto bancario, che tra l’altro non può essere controparte diretta del cedente.

A questo punto, concludiamo auspicandoci che il sig. Labalestra possa incrociare tanti acquirenti per quante azioni ha da vendere, al prezzo che più lo soddisfi, confermando la piena disponibilità della Banca ad eseguire per suo conto le operazioni che riuscirà a concludere.