Economia

SALOTTO: NIENTE ACCORDO DI PROGRAMMA

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Nuovo slittamento per la firma dell’Accordo di programma sul mobile imbottito, con i sindacati che minacciano l’autoconvocazione di tutti i lavoratori del distretto lucano-pugliese. Anche ieri, quindi, dopo un anno e mezzo di tira e molla e a 5 anni dalla firma del protocollo d’intesa sul polo del salotto, non è stato dirimente l’incontro presso il ministero dello Sviluppo Economico, presenti le parti sociali, le aziende delle province di Matera, Bari e Taranto, le Regioni Puglia e Basilicata, il presidente del distretto Tito Di Maggio, il responsabile della task force della Puglia Davide Pellegrino, il sindaco di Matera Salvatore Adduce e alcuni suoi colleghi di Comuni pugliesi.

«Il ministero sostiene che sono disponibili le risorse per il rilancio del comparto dell’Alta Murgia, ma non le quantifica», spiega Luigi Lamusta, il segretario provinciale di Fillea-Cgil Taranto che, con i segretari delle altre sigle, si era autoconvocato a novembre presso il Ministero, ricevendo garanzie sull’Accordo. I rappresentanti dei lavoratori hanno espresso grande preoccupazione perché senza l’intesa non si possono rinnovare gli ammortizzatori sociali: la Cigs è in scadenza alla Natuzzi (che a maggio ha dichiarato 1320 esuberi su 2900 unità in Cassa integrazione a rotazione), alla Contempo e alla Calia: solo l’area murgiana ha 5000 lavoratori tra Cigs e mobilità.

Il 29 luglio prossimo i sindacati sono stati riconvocati al Ministero dello Sviluppo Economico da Giampietro Castano, che si sarebbe anche reso disponibile a garantire, presso il Ministero del Lavoro, che l’Accordo è in via di definizione, per poter così permettere il rinnovo degli ammortizzatori. Prima di allora, il 21 e il 26 luglio, le Regioni Puglia e Basilicata – disposte a sostenere l’intesa con circa 20 milioni di euro ciascuna – avranno degli incontri tecnici con il Ministero e dovranno designare le aree di crisi.

Il passaggio di ieri «ha dimostrato, una volta di più, i guai che l’assenza di politiche industriali da parte del MiSE stanno provocando – ha affermato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola – a larghi settori dell’economia nazionale. Mentre uno dei distretti produttivi più importanti d’Italia è sfiancato dalla crisi, il ministero, a distanza di molti mesi dal ricevimento di una proposta elaborata di concerto con parti sociali e Regioni, si è trincerato dietro innumerevoli cavilli burocratici ed ancora una volta non ha chiarito se intende sostenere la riconversione dell’Alta Murgia e con quante risorse». Vendola ha ricordato che la Puglia ha messo a disposizione 20 milioni.

«La crisi incombe – ha spiegato Castano – ma in queste settimane, insieme ai rappresentanti delle due Regioni abbiamo lavorato per arrivare alla firma dell’Accordo di programma, uno strumento che si inserisce in un’area di crisi individuata dalle Regioni e riconosciuta dal Ministero per dare una nuova prospettiva al territorio. L’Accordo di programma – ha ricordato il rappresentante del Ministero – non è la panacea che risolve tutto: è uno strumento che interviene su un territorio, non per risolvere singole crisi aziendali». L’Assessore regionale alle Attività produttive della Basilicata, Erminio Restaino, ha parlato di «62 milioni di euro» disponibili nei bandi regionali per gli incentivi alle imprese e di «35 milioni dal fondo di garanzia» ed ha chiesto che anche il governo «faccia la sua parte». La Basilicata ha inoltre ribadito la necessità di recuperare le risorse non spese e tornate indietro, stanziate dal governo per precedenti stati di crisi della zona, circa 50 milioni per i quali sembra sia saltato l’Accordo.

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