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Sabato 30 luglio 2011, termina per i Malavoglia il tour che li ha visti protagonisti di diverse serate dedicate alla sensibilizzazione circa delicati temi sociali.

Il viaggio dei Malavoglia ha previsto come prima tappa un’esibizione nella decima edizione del festival “Invasioni” di Cosenza, nella giornata finalizzata alla valorizzazione della cultura romanì. In tale evento, il gruppo si è esibito insieme ad altre associazioni per coinvolgere la comunità rom che risiede nella città. Qui infatti operano diverse cooperative e organizzazioni al fine di integrare o facilitare la convivenza di quest’etnia con la popolazione italiana. Primo passo per l’accoglienza è una corretta informazione che renda giustizia al loro apporto alla cultura occidentale dalla musica ad ogni forma d’arte. È opportuno riconoscere che questa popolazione, come molte altre, ha subito discriminazioni e ingiurie, ma senza commemorazione e riscatto. È a Cosenza quindi che i Malavoglia hanno la possibilità di comunicare il loro messaggio di speranza davanti ad un pubblico insolito e ricco di umanità. (http://www.youtube.com/watch?v=r5b4HxfFZrk&feature=share)

Il secondo spettacolo è invece sul palco della cittadina di Maiano di Sessa Aurunca, in occasione del festival dell’impegno civile per la commemorazione delle terre di don Peppe Diana, organizzato dall’associazione Libera. Qui i Malavoglia tornano a distanza di un anno, ma questa volta non come volontari del campo di lavoro confiscato alla camorra, bensì come artisti vogliosi di ripagare la grinta e l’impegno donato loro dalla cooperativa Aldilà dei sogni, che li ha spinti a coltivare una collaborazione con l’associazione antimafia anche nel proprio paese. A riempire di gioia i cuori dei 14 pagliacci il calore e l’affetto con cui sono stati accolti dai compagni di Sessa Aurunca.

La terza esibizione del gruppo ha luogo a Subiaco, dove la comunità scout accoglie entusiasta il gruppo, lieta di una collaborazione nella serata da loro organizzata all’interno del programma dell’estate sublacense. A dispetto della pioggia i  Malavoglia regalano ai loro spettatori quello che probabilmente è stato il migliore spettacolo del tour, ed il giorno seguente partono per tornare a L’Aquila.

Ultima ma non ultima performance ha dunque da sfondo la terra scossa d’Abruzzo a Murata Gigotti (Coppito, frazione dell’Aquila). Dove replicano lo spettacolo in mattinata per i bambini del Grest ed in serata per i volontari del campo Caritas. (http://www.youtube.com/watch?v=6tavuXYFQ8Q&feature=share) Sconvolgente riscoprire come i media ingannino il popolo italiano, ignaro del fatto che L’Aquila tutt’oggi stenti a volare. In questa città fantasma, silenziosa e triste si coglie nell’aria il suono della rassegnazione e dell’adattamento alla difficile situazione in cui si è costretti a vivere.

Dopo questa bellissima esperienza di vita che ha permesso una forte crescita interiore al gruppo, torniamo nella nostra piccola cittadina, colmi di gioia e felicità, ma soprattutto rispetto, ricevuti e dati in giro per l’Italia, a dispetto di tutte le polemiche e discussioni tenutesi nei giorni scorsi per l’incapacità che questo paese ha di offrire e di cogliere opportunità a chiunque dei cittadini voglia impegnarsi socialmente, perché troppo impegnato a curare i propri interessi.

Inoltre abbiamo imparato che l’umiltà è nell’ultimo, in un rom, in un terremotato, in uno scout che segue la propria legge, nelle cooperative che combattono tutti i giorni la camorra o qualunque tipo di ingiustizia sociale ed in un qualunque poeta e pazzo incontrato per strada.

Riconfermiamo il nostro saluto a tutti coloro che come noi credono che un altro mondo sia possibile a tal punto da impegnarsi perché diventi reale.

Liberi di non condividere dalle vostre comode poltrone, noi continuiamo con una delle arti più antiche del mondo, quale la giocoleria, a tentare di alleviare le reali sofferenze altrui, con un semplice sorriso portando avanti i nostri sogni.

“Nessuno ha mai commesso un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva fare troppo poco.” (Edmund Burke).

Buona estate!

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