Politica

L’INDIGNAZIONE A DUE VELOCITA’ DI UN SINDACO SOTTO TUTELA

sindaco e sapienza

 

Ci sono caratteri distintivi negli amministratori pubblici cassanesi; tratti comuni – diciamo così – che superano gli anni e le divisioni dei partiti e vanno da destra a sinistra per poi fare ritorno.

Uno di questi è la indignazione, quel sentimento che ti fa tremare i polsi nelle vene di fronte alle ingiustizie, che porta a gridare “no, non ci sto”, che guarda all’etica e alla morale come binari fuori dai quali non si può viaggiare, soprattutto per un pubblico amministratore.

Così come nel recente passato, anche l’attuale sindaco Di Medio mantiene alto il senso dell’indignazione.

Purtroppo, però, è una indignazione che ha, come dire…., due velocità.

Accade, allora, che per vicende simili e comunque gravi, la Di Medio si indigna e grida allo scandalo se i protagonisti sono, nell’ordine, persone a lei vicine, amici, conoscenti oppure gente con cui non si frequenta. Quando non proprio avversari politici o presunti tali.

Una indignazione intermittente, una indignazione col telecomando.

Già: ma chi guida quel telecomando? Chi ne spinge i tasti? Chi, insomma, fa indignare o meno il sindaco Di Medio?

Qualche settimana fa un sito di informazione cassanese scrisse che una nota associazione locale aveva preso dal Comune 3000 euro per organizzare una iniziativa, facendo capire che quei soldi li aveva presi perché era vicina al consigliere Zullo, non per altro. Ovviamente l’Associazione smentì tutto, era una bufala: la delibera della Giunta comunale diceva tutt’altro. L’Associazione non aveva preso un soldo, tutto volontariato.

Vi risulta una nota di biasimo del sindaco contro quel sito? Un rimbrotto? Un “attenti a quello che scrivete”? Una difesa nei confronti dell’associazione o di Zullo? Niente!

Qualche giorno prima, il sindaco si era lanciata – in un’assise ufficiale qual è il Consiglio Comunale – in una serie di affermazioni sulla Pro Loco, poi riprese dalla stampa. Tipo: “la proloco è del Comune e fa quello che diciamo noi….non ci sono i documenti della passata gestione…..il commissario non ha trovato nulla”, ecc. Tutto falso: la proloco ha dimostrato, carte alla mano, che il sindaco si sbagliava, che la proloco è associazione autonoma, che le carte c’erano tutte, tanto che il commissario ha proceduto a nuove elezioni.

Vi risulta una nota di precisazioni da parte del sindaco? Scuse ufficiali? Un richiamo al proprio errore? Niente!

Che dire, poi, dell’ultima estate cassanese, la più polemica e colma di veleni che si ricordi. Facciamo un solo esempio, “Luci a teatro” (leggi l’articolo), che rinuncia a recitare in piazza perché alcune associazioni prendono molto, altre nulla (no, non meno: proprio nulla!).

Avete letto una lettera di puntualizzazioni del sindaco? Una nota di disapprovazione nei confronti di chi fa figli e figliastri? No, perché non esiste nulla del genere.

Per non parlare, infine (ma potremmo citare altre decine di episodi), della tragicomica figuraccia che con il Comunicato di ieri il sindaco ha fatto parlando di argomenti evidentemente non ben compresi.

Chi, allora, guida l’indignazione del sindaco? Chi spinge i tasti della rabbia? Chi, insomma, le fa prendere o meno posizione?

Gli avvenimenti di questi giorni ci hanno confermato che a guidare l’indignazione del sindaco è l’Assessore alla Chiusura (pardon, Cultura), Pierpaola Sapienza.

Non ci interessa con quali tecniche e quali strumenti l’Assessore riesca a far colpire dal sindaco i suoi (dell’assessore) nemici ed a proteggere i suoi (dell’assessore) amici che diventano, automaticamente, amici e nemici del sindaco.

In un ritorno al recente passato di cui francamente Cassano non sentiva il bisogno.

Quel che sempre più appare chiaro è che il sindaco di tutta Cassano è sotto tutela, fortemente condizionata (per ragioni più “umanitarie” che politiche ma comunque inaccettabili) dall’Assessore alla Chiusura che ne guida movimenti e idee in molti campi di azione.

Una esagerazione?

Alla fine dell’estate, in una agitata riunione di maggioranza PdL, in Comune, sul banco degli accusati c’era proprio lei, l’assessore alla Chiusura: le polemiche, i soldi spesi male, le serate con la piazza vuota, le associazioni che protestavano, non avevano lasciato indifferenti assessori e consiglieri. Tutti volevano la testa (politica) dell’assessore: a difenderla c’erano rimasti solo il sindaco e un altro assessore.

Un colpo di genio e qualche lacrimuccia risolsero tutto: a Natale, promise l’assessore, si sarebbe discusso PRIMA il programma delle attività, in maggioranza; così da rendere tutti consapevoli delle proposte, migliorarle e accoglierle. Come fa, appunto, chi governa una comunità.

Secondo voi, prima che la Giunta approvasse il calendario del Natale 2011, la maggioranza si è riunita per discuterlo?

Manco una riunione di mezz’ora…. si e no una Giunta in fretta e furia, anche perché a carico del Comune c’erano solo 500 euro e dunque andava bene così.

E allora, chi davvero controlla il sindaco? Chi la tiene sotto tutela? Chi spadroneggia a Palazzo di Città?

Sindaco, faccia un regalo per Natale ai cassanesi: ritiri la delega all’assessore alla Chiusura. Glielo chiedono i suoi stessi consiglieri di maggioranza, le associazioni, gli sportivi, i dipendenti comunali.

Glielo chiede la città.

Gli unici a non chiederglielo sono i consiglieri di opposizione: i casini che l’assessore combina per loro sono goduria assoluta, visto che fa al vostro interno quello che loro dovrebbero fare dall’esterno: criticare, mettere scompiglio, ostacolare.

Tolga la delega all’assessore alla Chiusura.

So che non lo farà, foss’anche per orgoglio. Ma ci pensi, almeno: meglio una maggioranza più risicata ma più coesa e meno conflittuale; meglio avere uno, due voti in meno e rischiare su qualche delibera, che fare di continuo brutte figure con la città e i suoi abitanti (oltre che con quelli degli altri paesi); meglio proseguire nell’opera di pacificazione tra cassanesi che pure aveva iniziato, che ripiombare negli anni della legalità di cartone imposta con i controlli ai nemici ed i soldi agli amici.

Meglio avere il dubbio di aver fatto la cosa giusta che avere la certezza di una scelta sbagliata.

Tolga la delega all’assessore alla Chiusura.

E se lo ricordi: un altro sindaco ha difeso strenuamente la poltrona di un parigrado del suo assessore, qualche anno fa.

Guardi che fine ha fatto.

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