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“VITTORIA”: PARLA LA NIPOTE DEL PRIMO PROPRIETARIO

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Come tutti sappiamo, il beneamato Cinema Vittoria ha chiuso i battenti. Molti non si spiegano il perché. Altri credono che il locale sia chiuso per ferie. Abbiamo intervistato la nipote del primo proprietario del Cinema: Giacomina Giustino che ci ha spiegato dinamiche ancora sconosciute e particolari che possono servire a ricostruire situazioni passate.

Lei, quale nipote di uno dei proprietari del Cinema “Vittoria”, di quali dinamiche storiche è a conoscenza? Di quali enti si sta servendo per acquisire più informazioni possibili a riguardo?

Il clamore e l’inaspettata attenzione che la chiusura del cinema ha suscitato, ha spinto noi sorelle a ricercare qualche notizia riguardo la storia del cinema. Poiché il Comune ci ha comunicato di non poter fornire atti amministrativi dell’epoca, ci siamo riproposte di fare ricerche presso la conservatoria dei registri immobiliari per recuperare documenti che per noi hanno un’importanza notevole. Infatti bisogna sapere che il palazzo dove è ubicato il locale di Via Cadorna era di proprietà della famiglia Petruzzelli (la famiglia del teatro barese); il locale che attualmente ospita il cinema era utilizzato dalla famiglia Petruzzelli come teatro privato, mentre l’abitazione del primo piano era loro residenza. Mio nonno ha acquistato il palazzo con i soldi del famoso “zio d’America”; per anni, prima di una ristrutturazione non molto attinente alla struttura ora esistente, il palazzo ha conservato mobili, pavimenti e splendidi affreschi realizzati dai precedenti proprietari.

Riteniamo utile recuperare la documentazione a riguardo, sia per una questione affettiva sia per sottolineare il valore storico del cinema “Vittoria”. Il nostro più grande rammarico è invece non avere foto dell’epoca: a questo punto, infatti, colgo l’occasione per fare un appello a tutti i cassanesi affinché possano aiutarci, scartabellando tra i loro album, a trovare immagini di qualsiasi epoca del “Vittoria”.

I nonni sono soliti raccontare storielle ai propri nipoti. Non ha nessun ricordo che possa, in qualche modo, dar la possibilità di ricostruire il passato?

Non ho, purtroppo, conosciuto mio nonno che è morto molto prima che io nascessi. I miei ricordi attingono ai racconti di mio padre, il quale iniziò ad occuparsi del cinema all’età di 16 anni e quindi a cavallo tra gli anni ’40 e ’50.

A parte alcuni racconti frammentari e sporadici della mia infanzia, ciò che mi è rimasto più impresso è stato quando, dopo aver visto “Nuovo Cinema Paradiso”, mio padre ha esclamato: “Sembra la storia della mia vita!”. E come un fiume in piena ha cominciato a ripercorrere i momenti più significativi della storia del cinema Vittoria.

Ha raccontato dei ragazzini che gironzolavano nella sala di proiezione incuriositi da quella strano macchinario che proiettava immagini in movimento del piccolo incendio, fortunatamente subito domato, causato dalle pellicole infiammabili. Ma soprattutto ci ha raccontato delle proiezioni che iniziavano nel primo pomeriggio, alle 14, per consentire al numerosissimo pubblico di poter seguire almeno una volta lo spettacolo. Infatti, vi erano anche spettatori accaniti che rivedevano più volte lo stesso film ripetendo a memoria le battute e di conseguenza numerosa gente rimaneva fuori perché la sala non riusciva a contenere tutti (film come “Ben Hur” richiesero da parte dei collaboratori del cinema dei veri e propri turni di lavoro per consentire la proiezione per più giorni e più spettacoli).

Tempi d’oro che mio padre ricordava con grande nostalgia.

Negli anni ’70-’80 si segnalò un primo declino del cinema che dovette cedere alle lusinghe del film “hard” per riuscire a garantire una discreta affluenza di pubblico. Conservo copia dell’elenco dei film con i rispettivi incassi di quegli anni e posso affermare che il successo dei film a luci rosse di traduceva in introiti quasi doppi rispetto alla programmazione di altro genere.

La gestione di Pino Piarulli puntò subito ad una programmazione di qualità e verso la fine degli anni ’80 il cinema “Vittoria” smise completamente di proiettare pellicole hard. Per circa un ventennio le scelte di Pino sono state premiate dal pubblico cassanese e dei dintorni.

La storia più recente è invece nota a tutti noi.

Qual è la sorte del Cinema “Vittoria”?

Riguardo le sorti del cinema, purtroppo la persona che avevamo contattato (gestore di altre sale cinematografiche della zona) non ha valutato conveniente investire sulla piazza cassanese.

Indubbiamente non è facile riportare il pubblico del paese e dei dintorni nella sala del nostro piccolo cinema, ma sicuramente non è impossibile.

E’ pertanto necessario valutare delle soluzioni alternative, compresa la possibilità di una gestione da parte di Associazioni culturali cassanesi per consentire anche nuovi utilizzi del “Vittoria” che potrebbe essere utilizzato come cineforum, per convegni, per rappresentazioni teatrali (ipotizzando, ovviamente, la realizzazione di un piccolo palco).

Che iniziative, lei personalmente, attuerebbe?

Se io potessi dedicarmi interamente al cinema, avrei moltissime idee da mettere in pratica. Purtroppo il mio lavoro e la mia famiglia non me lo consentono, ma sicuramente garantirò una collaborazione attiva in una nuova gestione che vorrei contemplasse un utilizzo molteplice della nostra sala. Non una multisala ma una sala multifunzione, quindi.

Se vogliamo conservare l’attuale destinazione di quel locale (e resistere ancora un po’ all’eventualità di trasformarlo nell’ennesimo negozio cinese), sappiamo bene che dobbiamo rimboccarci le maniche perché la crisi del settore non consentirà mai che la soluzione venga sola da noi, ma dovremmo essere noi ad andarlo a cercare.

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