Cronaca

ATTENZIONE AI CANI RANDAGI SU VIA CONVENTO

cani randagi

 

Due tentate aggressioni in altrettanti giorni nei confronti prima di una bambina poi di una signora. Salvate solo per un caso fortuito da alcune auto che passavano in quel momento ed hanno lanciato l’allarme.

Un branco di cani randagi staziona da giorni su via Convento, quasi sotto la scalinata che conduce al Santuario, tra il Canale dell’Acquedotto e la stradina che porta all’Hotel dell’Ulivo. Sei, sette cani di grossa taglia che spaventano chiunque si trovi a passare da quella zona. Infatti, al contrario dell’oramai “familiare” branco composto da diversi randagi più volte avvistato in diversi punti del paese, innocuo almeno all’apparenza, questo sembra essere molto più aggressivo, più “cattivo”.

Le segnalazioni giunte in Redazione sono univoche: quel branco è pericoloso e occorre fare qualcosa per mettere in sicurezza la zona, prima che capiti il peggio.

“Ho proibito a mia figlia di percorre da sola e a piedi quel tratto di strada – ci scrive una signora la cui figlia è stata aggredita dagli animali – perché non voglio che le succeda qualcosa di brutto: chi ci assicura che quei canj non abbiano la rabbia?”. La ragazzina si è salvata solo grazie ad un’automobilista che passava da lì e si è accorto di quanto stava accadendo, suonando il clacson e allontanando i cani. Stessa dinamica il giorno prima per una signora che abita nelle vicinanze e si è trovata dinanzi gli animali: è riuscita a scansarli sono chiedendo aiuto ad un’auto che transitava in zona che l’ha accolta a bordo e accompagnata lontano.

La situazione su via Convento, dove evidentemente il branco ha trovato condizioni ideali quanto a cibo e rifugio, deve fare anche i conti con l’inciviltà e la maleducazioni dei padroni dei cani (questa volta domestici) portati a spasso e le cui deiezioni non vengono mai raccolte.

“Un tappeto di merda, e scusate il termine – spiega un signore che in una email in Redazione allega anche le foto scattate per disperazione – non si può più fare una passeggiata da soli o con il proprio nipotino perché occorre scansare ogni tipo di schifezza. E mai nessuno che provi a multare chi se ne frega del prossimo”.

Tornando alla questione del randagismo, sembra dunque non aver sortito grandi effetti l’ordinanza emessa qualche settimana fa dal sindaco Di medio (leggi l’articolo) che faceva obbligo al servizio veterinario dell’Asl di Bari, in coordinamento con il locale comando di Polizia Municipale, di procedere all’identificazione e alla cattura di circa 50 unità di randagi presenti sul territorio.

L’altro giorno in Consiglio Comunale, il capogruppo del Partito Democratico, Quirico Arganese nell’ennesima interrogazione all’Amministrazione (leggi l’articolo) chiedeva che cosa era stato fatto sul fenomeno del randagismo e quali misure si intende attuare perché i cittadini vivano in sicurezza. Il sindaco si è riservato di trasmettere una risposta scritta.

La sensazione, purtroppo, è che occorrerà che accada qualcosa di brutto (come spesso avviene in Italia) prima che si prendano misure concrete ed efficaci a tute delle persone e degli animali.

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