Cultura

Nuovo libro di Antonio Giordano “Il delitto Galietti”

Il prof. Giordano

Un altro capitolo della storia locale è stato presentato lunedì scorso, in un incontro organizzato presso la sala Consiliare dalla Pro Loco “La Murgianella” e dall’Amministrazione Comunale cassanese.

Questa volta a far parlare di sé Antonio Maria Galietti, celebre personaggio cassanese vittima del cosiddetto “delitto Galietti” da cui il titolo dell’ultima fatica letteraria del professor Antonio Giordano, che, oltre a contribuire attraverso una parte del ricavato dalla vendita all’opera di restauro della statua di San Filippo, chiude la trilogia composta dalle opere “Cassano delle Murge, Paese Mariano” e “Il bandito Servodio”.
L’autore e i relatori hanno spiegato come episodi di storia locale risultano basilari per la comprensione dei processi di crescita di un paese, nonostante la tendenza diffusa negli istituti scolastici all’insegnamento della “storia nazionale”, ossia quel panorama ampio che spesso agli occhi degli studenti appare distante e privo di quegli spunti di interesse che invece sono custoditi  nei racconti drammatici e non che spesso vengono definiti  solo “semplici dettagli” storici, ma che in realtà rappresentano importanti linee guida per prendere consapevolezza delle proprie radici storiche. A tal proposito ha espresso il proprio parere il professor  Luca Gallo della facoltà di pedagogia e scienze della formazione dell’università A.Moro e Bernardo Capozzolo, curatori della prefazione e postfazione,  oltre all’editore Giuseppe Laterza e all’insegnante Vito Lionetti. Presenti anche l’assessore  Franco Antelmi e il sindaco Di Medio giunto al termine della serata.

“Da dove nasce l’interesse dello storico Giordano nei confronti di personaggi tanto remoti quanto affascinanti?”

Questo l’interrogativo che affiora alla mente e che alcuni si sono posti durante la presentazione dell’opera e a cui l’autore dalla “sensibilità rara”, com’è stato definito dagli stessi che lo hanno accompagnato durante la messa a punto di questa e delle precedenti “fatiche”, ha risposto: “educare se stessi all’interesse verso la storia significa sviluppare una certa coscienza critica nei confronti dei processi evolutivi e della propria dimensione temporale: in tal modo si possono costruire  gli strumenti giusti per essere protagonisti della propria epoca, ovvero la ricerca e la capacità di ricostruzione degli eventi,  grazie ad una documentazione rigorosa e una lettura attenta, che offrono il senso vero al nostro essere cittadini di questo paese.”E come il professor Gallo prende spunto dall’opera per ricordare il centocinquantesimo anniversario dell’unità nazionale e far emergere la presenza paradossale della tanto discussa “questione meridionale”, nonché di quel divario non ancora colmato tra nord e sud della penisola, anche l’autore de “Il delitto Galietti” da’ voce all’indole meridionalista, accennando ai numerosi atteggiamenti discriminatori che quotidianamente riempiono gli schermi delle tv e le pagine dei giornali.

Alla luce di tutto questo, dunque, la storia del giovane “avvocato del popolo” vorrebbe offrire una chiave di lettura che offra nuovi stimoli per scavare in un passato impolverato ma al tempo stesso utile allo studio del territorio e all’interpretazione dei singoli meccanismi evolutivi legati a personaggi dall’indole vivace, perché realmente assertori di valori, e di cui spesso le nuove generazioni non si chiedono neppur il motivo per cui il loro nome definisce alcune vie del paese.


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