La voce del paese

Giordano: “So bene chi è Laterza e chi è Croce”

giordano e laterza

 

Dal prof. Antonio Giordano, riceviamo e pubblichiamo.

In seguito al commento a firma del sig. Vito Surico, pubblicato su “lobiettivonline” del 10 gennaio u.s., il mio editore, Giuseppe Laterza, mi ha trasmesso, tramite e-mail, la sua risposta inviata al sig. Surico, che vi invio, con preghiera di pubblicarla unitamente alla mia nota aggiuntiva, che vuol servire solo a fare ulteriore chiarezza ai fini di una corretta informazione.

Testo mail della Edizioni Giuseppe Laterza S.r.l.

Ill.mo prof. Giordano, qui di seguito trova il testo della mail inviata al sig. Surico.
Cordiali saluti,
Edizioni Giuseppe Laterza srl
 
 
Gent. Sig. Surico,
 
leggo su “l’Obiettivo” il suo articolo sulla presentazione del libro del prof. Antonio Giordano avvenuta a Cassano il 9 gennaio u.s.
Per dovere di cronaca, devo precisarle che il prof. Giordano, nel suo intervento conclusivo, nel ringraziarmi quale editore, Giuseppe Laterza, mi ha attribuito il titolo di “erede di una tradizione che vide il connubio dei nomi Croce-Laterza, o Laterza-Croce (Bari), quale grande momento storico di crescita culturale nazionale”.
Le vicende aziendali, i capitoli che ne determinano le sorti e le migrazioni in sedi diverse dalle originali, sono cosa diversa da una eredità familiare non in vendita ma frutto di assi ereditari relativi a persone fisiche.
Ecco perché oggi gli eredi di quei 5 fratelli (tra cui mio nonno) che fondarono la Laterza nel 1885, e l’ultimo subentrato, il più giovane Giovanni, poi nel 1901 accettato per avviare il settore editoria, sono a pieno titolo i loro nipoti (Giuseppe, classe 1950) o pronipoti (Giuseppe, detto Pepe, classe 1957; Alessandro, classe 1958), specie se a vario titolo ancora impegnati nel mondo dell’editoria.
Quindi, lo storico Antonio Giordano, riferendosi con gratitudine verso di me come persona fisica, conoscendomi come convinto liberale crociano, sapendomi nel sodalizio familiare della “Gius. Laterza & Figli” ancora nel 1964 come S.n.c., e poi come azionista della S.p.A. da lei citata fino al 1989, e definitivamente uscitone da questa proprio in dissidenza con le note disaffezioni espresse e attuate da Vito Laterza sul connubio Laterza-Croce, dice – quindi – il nostro Autore, cose giuste e inconfutabili, da vero storico di cui Cassano può andare ben fiera.
Storia diversa è quella delle società di capitali, delle sigle editoriali “Laterza” in mano a maggioranze relative che ne determinano le sorti con capitali del Nord Italia (per esempio, la famiglia Mauri, ecc.) nel caso della S.p.A. Laterza attuale, che non può annullare il mio diritto di essere erede del patrimonio di principi morali, di tradizioni verso l’operosità nella diffusione della cultura e l’impegno meridionalistico nel contesto di una visione europeistica, che fu di mio nonno e dei suoi fratelli, nonché di Benedetto Croce, eredità che è frutto personale e non di mero opportunismo commerciale e di marketing.
Rispettiamo, quindi, il momento culturale che il prof. Antonio Giordano ha voluto creare con il suo intervento e il suo giudizio di storico, piuttosto che cadere nelle ragnatele delle “doverose puntualizzazioni” che suonano pretestuose, interessate e probabilmente lesive, frutto purtroppo di incompleta conoscenza dei fatti e degli uomini di cui si vuol parlare.

Cordialmente,
Giuseppe Laterza (1950)

Nota aggiuntiva del Prof. Antonio Giordano

Mi vedo costretto, mio malgrado, a rispondere al giovane Surico, solo per dovere di  una corretta informazione, nei confronti dei miei concittadini, che la sera del 9 gennaio u.s. mi onorarono della loro presenza e di quelli che sono venuti a conoscenza dell’evento tramite la stampa locale ed i giornali online.
Ritengo opportuno, prioritariamente, porre in risalto l’atteggiamento da “professorino”, si fa per dire, del giovanotto, che è salito in cattedra per impartire una lezione a chi ha fatto quel mestiere per un bel po’ di anni.
Per dire, poi, cosa?
Poco, molto poco, sul mio intervento, in totale appena sei righi, o poco più, mentre ne ha impiegati cinque e mezzo per aprire una polemica del tutto fuori luogo, arbitraria, sterile, insomma senza alcun senso, che nulla ha avuto a che fare con il mio intervento e con  il valore stesso della bella serata.
Insomma, anziché soffermarsi sul significato del libro e su tutti i vari interventi ( in proposito è da annotare che non ha speso una parola sull’intervento dell’editore Giuseppe Laterza e appena tre righi su quello dell’Autore della postfazione Dott. Capozzolo), si è lasciato ispirare dal “dovere di cronaca”, per scrivere quanto segue:
<< (…). Giordano ha anche sottolineato il “privilegio” di essere stato pubblicato dalla casa editrice che ha pubblicato anche Croce, ma qui l’omonimia ha forse un po’ confuso le idee. Per dovere di cronaca, ci corre l’obbligo di evidenziare, umilmente, che la “Edizioni Giuseppe Laterza” (editrice del suo volume) è nata nel 2011, e non può ovviamente essere quella che ha pubblicato Benedetto Croce. La storica”Giuseppe Laterza e Figli”, oggi con sede legale a Roma e amministrativa a Bari, nata nel lontano 1911, è quella che vide la collaborazione tra Giovanni Laterza e lo storico Benedetto Croce, ed è indubbiamente altra casa editrice >>.
Premesso che solo uno sprovveduto, e non certo uno come me,  che ha alle spalle diverse pubblicazioni, poteva affermare fesserie del genere, ovvero fare confusione tra due case editrici diverse, sicuramente al giovanotto sarà sfuggito che, nei panni di storico, posi in evidenza che al grande Maestro Benedetto Croce si deve il merito di aver propugnato, nel campo storiografico, il “metodo” o “methodos” basato sulla ricerca e sulla documentazione, che da lui prese nome di “metodo crociano”.
Quindi, accennai soltanto al lungo rapporto che legò il grande storico e filosofo dell’Idealismo al nome “Laterza” e, quindi, alla Casa Editrice che, all’epoca del rapporto con Croce, ovviamente, era la “Editore Giuseppe Laterza & Figli”.
Piuttosto, mi stupisce non poco il fatto che il giovanotto abbia dimenticato che di Benedetto Croce, della sua rivista letteraria “ La Critica” e della prestigiosa Casa editrice “Giuseppe Laterza & Figli”, dalla quale fu pubblicata, scrissi sul periodico L’Obiettivo n. 81 dell’ottobre/novembre 2009, Parte Seconda, ovvero una delle nove puntate da me dedicate alle Riviste letterarie del Novecento.
In quel contesto, spiegai che la rivista “La Critica”, della quale conservo gelosamente alcuni fascicoli, fu l’organo dell’Idealismo e conobbe la luce agli albori del Novecento, ovvero nel 1903, insieme ad altre due grandi riviste letterarie ( dissi anche questo durante il mio intervento) e precisamente “Il Leonardo” di Giovanni Papini e “Il Regno” di Enrico Corradini, organo del Pragmatismo l’uno e del nazionalismo l’altro.
La rivista “La Critica”, pubblicata, dunque, nel 1903, come ho già detto, dal prestigioso “Editore Giuseppe Laterza & Figli”,  rimase in vita fino al 1944, mentre dal 1945 al 1951 furono pubblicati  i “Quaderni della Critica”.
Ecco, dunque, la ragione per la quale accostai il prestigioso nome “Laterza” a quello di Benedetto Croce.
Infine, ringraziai lo stimatissimo amico editore, Giuseppe Laterza, per l’onore che mi aveva concesso pubblicando il mio libro.
Tutto qui.
Qualcuno, intravvedendo una inspiegabile divagazione e forzatura nelle parole del Surico, oltre che un atteggiamento irriguardoso nei miei confronti, quando dice che “ l’omonimia ha forse confuso un po’ le idee”, mi ha chiesto: “ma questo giovanotto, da te, che vuole ?”.
In verità, credo di saperlo, ma ho scelto di non rispondere.

Prof. Antonio Giordano
Cassano delle Murge, 12/01/2012

 

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