Sequestrati trentamila euro in banca, erano di un clan di Gravina
Secondo sequestro al clan gravinese dei Di Palma in una banca cassanese. Dopo il conto corrente dell’ottobre corso (leggi l’articolo), al sodalizio criminale questa mattina è stato sequestrato, di nuovo in una Banca di Cassano, un libretto di deposito a risparmio libero nominativo, con saldo di euro 30.000,00 circa attualmente costituito in pegno in favore della banca, quale garanzia di una fideiussione attiva.
L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, richiesta accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari nei confronti di Raffaele Di Palma, 60 anni, pluripregiudicato di Gravina, con precedenti penali per associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione, rapina, omicidio, traffico di sostanze stupefacenti e usura.
Sigilli sono stati apposti a 24 immobili siti a Turi ed a conti correnti per un valore complessivo di 2,5 milioni di euro.
Quella di Gravina è un’organizzazione malavitosa di stampo mafioso, fortemente radicata sul territorio, capace non solo di resistere ai continui arresti operati dalle forze dell’ordine nel corso degli anni (si ricorderanno su tutte le operazioni antimafia “Gravina” e “Canto del cigno”), ma anche di disporre di ingenti quantitativi di denaro che vengono riciclati attraverso o società finanziarie o società edilizie costituite appositamente o attraverso l’acquisto di lussuosi beni mobili e di prestigiosi immobili. Un patrimonio che la Procura Antimafia di Bari e la Sezione Misure di Prevenzione stanno continuamente “attaccando” nella convinzione che proprio la sottrazione dei beni ai clan malavitosi possa produrre i maggiori risultati sul piano della lotta anti-mafia.
Nel corso dello scorso anno sono stati ben quattro i provvedimenti di sequestro preventivo che sono stati operati nei confronti del Di Palma, ritenuto contiguo ai clan Mangione, Gigante e Matera. Oltre ai beni già sequestrati a febbraio, marzo ed aprile dello scorso anno del valore di circa 32 milioni di euro, a ottobre 2011 per un valore di altri 20 milioni di euro, il sequestro di questa mattina toglie all’organizzazione criminale altri 2,5 milioni di euro.