Politica

“Tanto tuonò che piovve!”: l’IdV sull’appalto rifiuti

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Ma non di pioggia ristoratrice della nostra sitibonda terra si tratta, bensì di vera e propria grandine che cadrà sulla comunità cassanese.

Finalmente ieri, grazie anche alle numerose segnalazioni ed iniziative del nostro gruppo nonché dei rappresentanti consiliari di nuovaideadomani, è stato pubblicato il bando per l’affidamento del servizio locale di igiene urbana.

Quanta fatica

perché fosse partorito, a tempo abbondantemente scaduto, questo documento!

Deve essere costato, infatti, molto studio, prima di vedere la luce.

Premettiamo che il documento, all’apparenza molto articolato e dettagliato, sarà da questo circolo vivisezionato, nei prossimi giorni, in ogni parte, come merita un atto di tale importanza per il nostro Comune.

Ma già ora qualcosa di particolarmente significativo balza, da subito, all’attenzione di tutti.

In primo luogo, si staglia, con grande evidenza, la vistosa differenza dei costi fra il precedente appalto e l’attuale. All’incirca 1.200.000 € annui più IVA ed ecotassa il vecchio servizio; 1.576.000 € più IVA, ecotassa e oneri per il trattamento e smaltimento rifiuti il nuovo servizio.

Si dirà: questo servizio è qualitativamente di gran lunga superiore al vecchio (il che naturalmente è tutto da vedere) e, dunque, costa molto di più; ma a questa obiezione è facile rispondere: con le tasche dei cittadini è possibile anche comprare la luna! Ma, in tempi di grave crisi e recessione, come quelli odierni, dovrebbero essere maggiormente scoraggiate forme di disinvolta gestione degli interessi pubblici.

Una pubblica amministrazione deve, infatti, saper contemperare qualità e convenienza; tanto più che il vecchio contratto, di gran lunga meno costoso del nuovo, era suscettivo di revisione, in contraddittorio fra le parti, solo dopo tre anni; mentre questo contratto, già in sé onerosissimo, subirà variazioni  automatiche in aumento già dopo il primo anno.

Facendo due conti, non sfugge a nessuno quanto costerà complessivamente, alla fine dei sette anni previsti, questo nuovo appalto.

Il gruppo consiliare nuovaideadomani aveva già nel mese di dicembre 2011 denunciato il rischio degli elevati costi di questo servizio, inevitabilmente destinati a scaricarsi sulla cittadinanza.

L’amministrazione Di Medio, inoltre, riprendendo anche le innumerevoli contestazioni mosse a chi oggi gestisce il servizio di nettezza urbana a Cassano, aveva predicato pubblicamente, ma senza seguito concreto, la necessità di applicare sanzioni severe ad una ditta che negli anni si era rivelata, a detta di tutti, inadempiente. Ci saremmo attesi, per conseguenza quindi, in questo nuovo bando, la previsione, del tutto coerente e legittima, di esclusione di quelle ditte che si fossero rese responsabili di disservizi ed inefficienze; ed invece anche queste sono potenzialmente in gara, con tutto il carico di addebiti e di contenzioso,a quanto pare non risolto, che si portano dietro.

Nulla, infatti, sembra al riguardo essere contemplato da questo bando che avrebbe avuto, per l’appunto, l’occasione irripetibile di stigmatizzare in concreto le inadempienze che, evidentemente solo a parole, venivano fatte oggetto di contestazione.

La legge prevede, ai fini della partecipazione alle gare e della presentazione delle offerte, un termine, a regime, non inferiore a 52 giorni dalla pubblicazione del bando su giornali a maggiore diffusione sul territorio nazionale (a tale ultimo riguardo non ci sembra che “il Giornale” di Sallusti e “Italia Oggi”, con tutto rispetto, siano fra i più letti in Italia).

L’amministrazione cassanese, con ogni evidenza, nel tentativo grossolano di recuperare il tempo perduto per propria esclusiva responsabilità, senza, peraltro, come visto, riuscirci, ha ridotto, sulla base  dell’esercizio di una mera facoltà, quel termine (che naturalmente è un termine minimo, derogabile in allungamento) a soli 40 giorni, violando, dunque, quegli elementari principi di adeguatezza dei termini in relazione alla complessità oggettiva del servizio da appaltarsi.

Se hai perso, infatti, tre anni per approntare un bando, non puoi comprimere, a danno della più ampia partecipazione possibile degli imprenditori del settore, i termini nel minimo consentito, peraltro solo facoltativamente, dalla legge.

Si tira fuori dal cilindro, infatti, un coniglio che era stato tenuto dentro il cilindro stesso per molto tempo e, adesso, spunta all’improvviso.

Non convincono anche alcune previsioni relative allo sbilanciamento eccessivo, ai fini della valutazione delle offerte, a favore dell’elemento tecnico.

Si può dire: si vuole con questo bando privilegiare la qualità tecnica dell’offerta rispetto all’elemento prezzo che, però, è pur sempre un dato oggettivo. Ma prevedere il 70 % per l’offerta tecnica e il 30 % per l’elemento prezzo costituisce di per sé uno sbilanciamento evidente a favore della prima, con conseguente dilatazione della discrezionalità dell’amministrazione in sede di scelta finale.

Non minori perplessità, sotto il profilo dell’appropriatezza, suscita anche la previsione di una soglia di sbarramento pari a 48 punti sulla sola offerta tecnica, già stimata attraverso un punteggio elevato, per l’ammissione alla fase di attribuzione dell’offerta economica; tale previsione costituisce, con ogni evidenza, una leva di discrezionalità amplissima per l’amministrazione che potrà escludere dalla procedura di aggiudicazione la ditta che non avrà conseguito almeno 48 punti sulla sola offerta tecnica.

Ulteriori fondati motivi di perplessità suscitano, poi, talune previsioni del bando relative ai requisiti richiesti alle imprese partecipanti, che sembrano oggettivamente orientate a privilegiare improponibili criteri di localizzazione territoriale, quanto in particolare a concreta disponibilità di mezzi e di strutture, con inevitabili effetti escludenti in danno di imprese che, in soli 40 giorni, sono chiamate, sulla base di questo bando, a dotarsi di requisiti pressoché impossibili da conseguire in così ristrettissimi termini.

Avevamo fin qui censurato, e continueremo a farlo, l’inerzia dell’amministrazione che, oggi, alla luce di quanto si è riuscito a partorire, sembra avere qualche più che discutibile ragione dalla sua parte.

Il tempo, naturalmente, darà ai dubbi e alle perplessità di oggi ogni definitiva risposta.

Sta di fatto, per concludere, che questo appalto, solo estremamente appetitoso per chi se lo aggiudicherà, non mancherà di riservare lacrime amare, a causa dell’enormità dei costi, alla nostra comunità; ed è per questo che tutti noi siamo chiamati a non allentare, nei prossimi giorni, l’attenzione su questa vicenda sino al suo epilogo finale.

 

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