Cassintegrati Natuzzi, via ai corsi di formazione
Il Gruppo Natuzzi e le Scuole Edili delle province di Bari, Matera e Taranto hanno siglato un protocollo d’intesa per la formazione professionale dei lavoratori in cassa integrazione. Nei prossimi giorni sarà avviato il primo progetto rivolto a 180 lavoratori in cigs, articolato in sei corsi di riqualificazione della durata di 150 ore ciascuno. I corsi riguardano alcune delle figure professionali più richieste nel settore dell’edilizia: disegnatore professionale, addetto segreteria impresa edile, operatore macchine di cantiere, operatore edile polivalente, tecnico installatore di impianti, addetto lavorazione pietra e ceramica.
Queste opportunità di formazione offriranno maggiori occasioni per rientrare nel mondo del lavoro, orientando le competenze dei cassintegrati verso attività per le quali le aziende di Puglia e Basilicata non riescono a trovare lavoratori qualificati, anche solo con un bagaglio di esperienza di base. Il nuovo progetto segue di alcuni mesi quello che ha coinvolto 60 lavoratori in cigs, degli stabilimenti Natuzzi di Matera, in percorsi di formazione e riqualificazione nel campo dei servizi (fotovoltaico, turismo, assistenza alla persona).
Fernando Rizzo, Chief HR & Organization Officer del Gruppo Natuzzi ha dichiarato: «In un periodo nel quale le priorità di investimento delle aziende sono altre, il Gruppo Natuzzi ha deciso di non ridurre il budget destinato alla formazione. Continuiamo ad investire risorse finanziarie e, dove possibile, a partecipare anche a bandi pubblici, per rafforzare la competitività e sostenere i lavoratori cassintegrati. La nostra azienda sta mettendo in atto significativi cambiamenti organizzativi, innovando continuamente sia i processi che i prodotti, non dimenticando mai l’importanza del ruolo che svolgiamo sul territorio e la responsabilità sociale che guida le nostre scelte».
Partner del Gruppo Natuzzi nelle iniziative formative rivolte alla riqualificazione dei cassintegrati sono le Scuole Edili delle province di Bari, Matera e Taranto.
«Con questo protocollo di intesa si conferma la strategia delle scuole edili finalizzata ad un allargamento degli orizzonti: sempre di più la formazione professionale deve accompagnare i lavoratori lungo l’intero percorso della propria vita lavorativa» – afferma il cav. Michele Matarrese, Presidente di Formedil Bari – «per favorire le chances di occupazione anche in diversi settori» .
«L’opportunità offerta da questo importante accordo – incalza il vice presidente Formedil Salvatore Bevilacqua – deve essere ancor più valorizzata in questo periodo di gravissima crisi economica ed occupazionale, e va vissuta come un tassello della più generale strategia volta a difendere e riqualificare l’occupazione nel settore dell’imbottito e nella Natuzzi in particolare».
Per il Presidente Elisabetta Filippucci e il Vice Presidente Michele Andriulli dell’Ente Scuola Edili della Provincia di Matera, «Il tessuto economico italiano deve sforzarsi di trovare le opportune vie di uscita per attutire almeno in parte gli effetti devastanti della crisi economica internazionale. In tale ottica, la formazione continua è sicuramente uno dei possibili strumenti di supporto alle aziende».
«L’azione congiunta delle Scuole Edili di Taranto, Bari e Matera e del Gruppo Natuzzi assume particolare rilievo in quanto gli interventi formativi proposti ai lavoratori dell’azienda rispondono pienamente alle nuove esigenze professionali di imprese e lavoratori». Prosegue Fabio De Bartolomeo, Presidente Scuola Edile Taranto. «Questa collaborazione non può e non deve essere episodica in quanto per garantire un futuro ai tanti lavoratori che all’improvviso si trovano a fare i conti con lo spettro della disoccupazione è necessario consolidare le relazioni tra Enti di Formazione e aziende».
Luigi Lamusta, Vice Presidente Scuola Edile Taranto e Segretario Fillea-Cgil Taranto, conclude: «Il nostro intervento in questo progetto, come Ente bilaterale, è di combattere disoccupazione e esclusione sociale “armando” il lavoratore delle competenze necessarie per inserirsi nel mercato del lavoro, per rimanerci ed eventualmente rientrarvi. Bisogna investire nel capitale umano e noi ci teniamo a farlo».