Cronaca

La Forestale sequestra 14 quintali di alimenti “sospetti”

agroalimentare piccola

 

Sempre più esteso l’impegno, dall’inizio del mese di aprile, del Corpo Forestale dello Stato nel settore agroalimentare a tutela della salute e dell’incolumità dei cittadini che, sempre più, chiedono maggiore trasparenza sull’origine e la genuinità dei prodotti.

Gli uomini del Nucleo Agroalimentare e Forestale del Corpo Forestale hanno eseguito numerosi controlli nella provincia di Bari, in diversi esercizi commerciali all’ingrosso e al dettaglio.

Nella zona industriale di Modugno sono stati sequestrati 300 Kg di derrate alimentari di vario genere perché prive di etichettatura e di indicazioni relative al produttore, oltre a una ingente quantità di salumi scaduti che sarebbero sicuramente finiti sulle tavole di ignari cittadini. Controllati anche grossisti di frutta secca, mandorle, noci e olive: circa 1000 Kg di tali alimenti per i quali non era possibile risalire al produttore sono stati posti sotto sequestro. Controlli serrati sono in corso anche nel settore dell’agricoltura biologica e degli O.G.M.

In totale, nella provincia barese, sequestrati circa 14 quintali di alimenti, elevate sanzioni per un totale di 35.000,00 euro circa e denunciate 12 persone.

Nel brindisino e nel leccese, le verifiche dei forestali hanno accertato frodi sulle etichette dei prodotti e l’utilizzo dei marchi DOP e IGP con sanzioni per oltre 33.000,00 euro ed il deferimento di quattro presone all’Autorità Giudiziaria.

Particolare attenzione è stata rivolta alla tutela della qualità dell’olio di oliva, di cui la Puglia è storicamente il primo produttore nazionale.
 Nei giorni scorsi, nella provincia di Foggia, si è svolta l’operazione “Olio sicuro”, condotta con un duplice obbiettivo: garantire la genuinità del prodotto della Daunia, particolarmente apprezzato sul mercato nazionale e tutelato dalla Denominazione Origine Protetta (D.O.P.) e salvaguardare nel contempo gli interessi e la salute dei consumatori. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato hanno effettuato una serie di accertamenti negli stabilimenti oleari presenti in Capitanata allo scopo di verificare la corretta rintracciabilità dell’olio in tutte le fasi della lavorazione e commercializzazione  nonché verificare la corrispondenza tra il  prodotto presente negli stabilimenti e il prodotto registrato nel sistema informativo del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale).

L’attività ha portato al sequestro di oltre 3500 lt di olio extravergine di oliva.

Nella stessa provincia sono stati inoltre sequestrati 2600 Kg di pomodorini in salsa e passata di pomodoro perchè privi di cartello identificativo e delle indicazioni per la rintracciabilità del prodotto. Accertate violazioni amministrative per un totale di 5.000 euro.

Il Corpo Forestale dello Stato consiglia:

Onde evitare cattive sorprese nell’acquisto del nostro “oro verde”, è necessario leggere attentamente l’etichetta del prodotto. Poche righe che dicono tutto sulla provenienza, la qualità dell’olio e l’affidabilità del produttore. La normativa stabilisce che l’etichetta debba contenere almeno 9 informazioni fondamentali. Dal 2009, poi, anche l’Unione Europea ha emanato un regolamento sull’etichettatura, il 182/2009, che impone ai produttori di indicare l’origine dell’olio.
 

Le possibilità sono quattro:

  •  olio prodotto in un paese membro;
  •  olio ottenuto dalla miscela di più oli, ma sempre di origine comunitaria;
  •  olio ottenuto dalla miscela di più oli di origine extra-comunitaria;
  •  olio ottenuto dalla miscela di oli sia comunitari che extra-comunitari;

Insomma, vale la pena perdere qualche secondo in più tra gli scaffali di un supermercato, anziché ritrovarsi con un prodotto qualitativamente e sostanzialmente diverso da quello che credevamo di aver acquistato.

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