Economia

Anche i sacchetti di plastica, con Monti, non vanno in pensione

centrale biomassa

 

Il Governo Monti ha approvato il decreto legge n. 2/12, anche detto decreto Ambiente. Tra le novità più importanti si segnala la previsione collocata all’articolo 2, in materia di commercializzazione dei sacchetti per l’asporto merci nel rispetto dell’ambiente, i classici sacchetti di plastica usati per gli acquisti.

Nella norma si prevede che il termine previsto in merito al divieto di commercializzare i sacchi per l’asporto merci, è prorogato fino all’adozione di uno specifico decreto di natura non regolamentare che i ministri dell’Ambiente e della tutela del territorio e dello Sviluppo economico, devono adottare entro il 31 dicembre 2012.

È stato così posticipato il “pensionamento” dei sacchetti di plastica, normalmente usati quando si fanno acquisti, al 31 dicembre 2012, data entro cui lo stesso esecutivo dovrà emanare un decreto che regolamenti la commercializzazione dei sacchetti monouso ecologici.

Secondo la norma armonizzata UNI EN 13432:2002 il sacchetto deve essere di materiale compostabile ovvero biodegradabile; disintegrabile; privo di effetti negativi sul processo di compostaggio; caratterizzato da bassi livelli di metalli pesanti.

La proroga della commercializzazione fino al 31 dicembre 2012 riguarda anche i sacchi riutilizzabili, realizzati con altri polimeri che abbiano maniglia esterna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore a 200 micron se destinati all’uso alimentare e 100 se destinati ad altri usi nonché i sacchi riutilizzabili realizzati con altri polimeri con maniglia interna alla dimensione utile del sacco e spessore superiore a 100 micron se destinati all’uso alimentare e 60 micron se destinati agli altri usi.

Nel decreto ambiente si è previsto anche che per favorire il riutilizzo del materiale plastico proveniente dalle raccolte differenziate, i sacchi realizzati con i polimeri non conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002, devono contenere una percentuale di plastica riciclata di almeno il 10% e del 30% per quelli a uso alimentare. Una percentuale questa che può comunque essere annualmente elevata.

Nel decreto ambientale si prevede che, dal 31 dicembre 2013, la commercializzazione di sacchi non conformi a quanto prescritto poc’anzi viene punita con una sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 2.500 euro a 25mila euro. Un importo che può essere aumentato fino anche al quadruplo del massimo, se la stessa violazione del divieto riguarda quantità ingenti di sacchi per l’asporto oppure un valore della merce superiore al 20% del fatturato del trasgressore. All’accertamento delle violazioni provvedono direttamente gli organi di polizia, su denuncia o d’ufficio.

 

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