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Campagne brutalizzate dai pannelli solari: a cosa è servito?

panneli solari in campagna

Apprendo oggi, dai telegiornali di Stato, che fra pochissimi giorni, entreranno in vigore nuovi aumenti del costo dell’energia elettrica, aggirantisi intorno al 4%. Meno di un paio di settimane fa, ce n’era stato un altro, per cui, nel giro di pochi giorni, tutti ci troveremo a dover pagare circa il 10% (+ IVA) in più sui nostri consumi per uso domestico.

Come avviene ormai da trent’anni, ci hanno già spiegato che il principale colpevole di questo ennesimo rincaro è il costo del prezzo del petrolio: una precisazione che ormai nemmeno ascoltiamo più, tanto ci siamo assuefatti a sentirla. In realtà, potrebbe benissimo essere null’altro che un escamotage per bilanciare il calo dei consumi. Ormai si è messo in moto un meccanismo a chi è più furbo, tra consumatori e aziende: io consumo meno, credendo di pagare di meno, e tu mi aumenti le tariffe o escogiti qualcos’altro per far restare invariato il flusso di denaro e i margini di guadagno. Un po’ come quell’altra genialata di cui ho sentito parlare qualche giorno fa: consentire la guida ai diciassettenni, purchè “tutorati” da un patentato esperto. Vogliamo scommettere che, con l’estate alle porte e qualche altro ritocchino al prezzo alla pompa, ciò basterà ed avanzerà a compensare quel calo di circa il 20% sui consumi che già c’è stato (peraltro già abbondantemente coperto dal +25% dei prezzi)?

Ma non è questo il punto. O meglio: non solo.

Mi sono domandato a cosa è servito, nella realtà, brutalizzare le nostre campagne negli ultimi 5-6 anni, sfregiando il paesaggio con maree di pannelli fotovoltaici.

Ci avevano raccontato che quello era il progresso, che produrre energia sarebbe stato il business del futuro, che le ricadute in termini di ecosostenibilità e risparmio energetico sarebbero state immense; che tutti ne avremmo tratto dei vantaggi diretti, concreti.

Risultato?

Non un euro in meno in bolletta; caso mai una ventina in più. E nel frattempo: scempio paesaggistico nell’ambiente; magagne commerciali ed evasione fiscale di alcune delle Ditte produttrici e installatrici; utilizzo di lavoratori in nero per i montaggi in qualche caso e Dio sa cos’altro ci riserverà il futuro, quando si tratterà di dismettere e smaltire le migliaia di chilometri quadrati di superficie sacrificate a quest’altra perla dell’italica inventiva. E si tace delle pale eoliche per pura carità di Patria!

Pare (almeno così mi dice qualcuno che si è lanciato nel fotovoltaico in ambito domestico) che almeno lì le cose vadano meglio; ma questo non cambia, anzi rafforza, il senso della mia domanda. Per quale motivo VERO abbiamo installato milioni di pannelli solari in Puglia?

Perché si era creata una interessante nicchia di mercato, ecco perché.

Sarei felice di ricevere ragguagli che vadano in direzione opposta, da chi ne avesse le competenze. Magari, col tempo, qualcosina potrebbe cambiare. Per adesso, non ci resta che pagare, sempre di più. E goderci le nostre campagne tirate a lucido, anzi: “a specchio”.

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