Cronaca

Studenti in piazza. Per esorcizzare la paura

manifestazione studenti 24 05 2012

 

È una campanella ideale quella che, su piazza Moro e su piazza Merloni, dà inizio alle lezioni delle classi delle scuole cassanesi che hanno deciso, di rispondere, di reagire, di ricordare ciò che è tragicamente accaduto a Brindisi, sabato scorso, davanti all’istituto Morvillo-Falcone.

Armati solo delle loro voci e delle parole di speranza e pace scritte sulle magliette bianche e sui cartelloni che esprimono indignazione ma anche e soprattutto coraggio, gli studenti in cerchio hanno letto, recitato, cantato.

Dalla lettera del ministro dell’Educazione, Profumo rivolta a tutti gli studenti italiani alle parole di Peppino Impastato. Una studentessa legge commossa la lettera di Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, eroe mai dimenticato, altri recitano alcune parti tratte dal romanzo di Orwell, “1984”, e da “La bellezza e l’inferno” di Saviano.

manifestazione piazza 1

Poi un canto nasce spontaneo, i ragazzi intonano “Pensa”, una canzone scritta da Fabrizio Moro. Una canzone vicina a loro, ai loro tempi, una canzone che diventa quasi un inno, un’invocazione, un ammonimento per tutti, grandi e piccoli.

Le scuole di Cassano sono scese in piazza perché è fondamentale condividere, parlare, confrontarsi, perché la tragedia che ha colpito Brindisi tocca ognuno di noi e la scuola deve reagire alla violenza rispondendo con la cultura, la poesia, la storia, le testimonianze.

Tra i ragazzi sono chiari i sentimenti di paura: come si può arrivare a compiere un atto simile? La scuola dovrebbe essere un posto sicuro, loro dovrebbero sentirsi protetti, dovrebbe garantire un futuro e invece un gesto disumanamente meditato ha negato il suono della campanella e il futuro ad una ragazza innocente, ad una studentessa, ad una pendolare. Pendolare come tanti degli studenti che frequentano le scuole cassanesi.

manifestazione piazza 2

La domande retoriche di una studentessa diventano un emblema: “Davvero basterà sapere chi è il colpevole? E poi cosa succede? Cosa resta?”

Porsi delle domande è sempre sintomo di intelligenza, la scuola oggi come ogni giorno non si sottrae a questo dovere e non lascia in sospeso le risposte di senso. Oggi, le scuole di Cassano hanno scelto di abbattere il silenzio, l’ignoranza, condividendo paure e speranze anche all’esterno delle pareti degli istituti. Scendere in piazza è stato un atto di grande civiltà. Gli incubi possono e devono essere esorcizzati, insieme, ogni giorno.

 

Foto a cura di Francesca Mastrogiacomo
 

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