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PD: “ridurre l’Imu prima casa al minimo: si deve e si puo’ fare”

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Torna sulla questione tasse, il gruppo consiliare cassanese “PD-ViviCassano” e in particolare sull’IMU sulla prima casa. A meno di ventiquattrore dal Consiglio Comunale che domani – a questo punto, salvo imprevisti – dovrà decretare l’aliquota al 3,78 per mille – il Pd cassanese lancia la sua proposta con questa nota al grido di “ridurre l’Imu prima casa al minimo: si deve e si puo’ fare”

“La manovra fiscale predisposta dalla giunta Di Medio – si legge nella nota diffusa poco fa – colpirà in maniera indiscriminata le famiglie cassanesi proprietarie di una prima casa (tra IMU, Tarsu ed addizionale irpef con un esborso medio di circa 250 euro in più rispetto al 2011). In un momento di crisi economica così stringente, abbiamo il dovere di essere schierati al fianco dei cittadini, evitando di mettere le mani in tasca alle famiglie che maggiormente subiscono la crisi e non riescono ad arrivare ai “fine mese”.

Questa è la vera equità fiscale!!

Abbiamo dimostrato nelle sedute di commissione consiliare che l’IMU sulla prima casa si può ridurre AL MINIMO senza toccare i servizi e le spese del comune, semplicemente rimodulando le aliquote e le fattispecie impositive. È una questione di scelte politiche, e questa maggioranza, con questa manovra fiscale, sta dimostrando di non avere a cuore le sorti della collettività amministrata.

Ridurre l’IMU si può e si deve fare; per questo ci batteremo in consiglio,  ribadendo con forza la proposta del gruppo consiliare:

1)      aliquota IMU prima casa al minimo previsto dalla legge, pari allo 0,20‰, per evitare di gravare sul risparmio reale delle famiglie;

2)      aumento della detrazione prevista per la prima casa da € 200 a € 300 per le famiglie monoreddito che hanno perso il posto di lavoro nel 2011;

3)      aumento della detrazione prevista per la prima casa da € 200 a € 300 per le neo-famiglie che hanno comprato la prima casa stipulando un mutuo;

4)      diminuzione della aliquota della seconda casa allo 0,76‰ (aliquota base) nel caso di comodato gratuito della seconda casa ai propri figli.

Tale riduzione di gettito per il comune potrebbe essere compensato:

1)   Con l’aumento della aliquota sulle seconde case sfitte (da 0,935  a 1,035‰). La maggiore imposta ricadrà a carico di quanti hanno una seconda casa a disposizione o a carico di quanti non dichiarano i fitti riscossi. Una manovra, questa, che riteniamo servirebbe anche a calmierare gli affitti;

2) Con la rivisitazione da parte del Comune dei valori delle aree fabbricabili, fermi al 2003, e molto spesso oggetto di speculazione edilizia.

La reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, sulla quale ribadiamo la nostra contrarietà, è un atto che colpisce uno dei diritti fondamentali del cittadino, ma la legge stessa consente di operare evitando vessazioni. La prima abitazione è frutto di sacrifici, di lavoro e sudore di genitori e figli, che non è giusto tassare.

Con la nostra proposta non pagherà sulla prima casa circa il 90% dei cittadini, e con la rimodulazione proposta l’Ente non perderebbe un centesimo!

Chiediamo all’amministrazione il coraggio di assumere la giusta decisione di non far pagare l’IMU sulla prima casa alla maggior parte dei Cassanesi, e chiederemo, entro il 30 settembre, di ridurre le aliquote anche sulla seconda casa laddove vi siano “spese” non necessarie o entrate sovrastimate.

Con questa scelta si realizzerebbe quel principio di giustizia e di equità sociale di progressività della tassazione (e si verrebbe incontro alle famiglie che più stanno vivendo il momento di disagio sociale) che il governo Monti, congelando l’idea della patrimoniale, non è stato in grado di realizzare su vasta scala”.

 

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