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Mobile Imbottito: che fine ha fatto l’Accordo del 2009?

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“Si muove l’ex regno del mobile imbottito, quella Murgia che la crisi ha messo in ginocchio prima della bufera finanziaria. Si muove almeno sui documenti: occorrerà verificare se alle parole potranno seguire i fatti”.

Scrivevamo così il 28 settembre 2009 a proposito della presentazione e la sottoscrizione del protocollo d’intesa “La strategia della diversificazione. La crisi del mobile imbottito: un’opportunità per la diversificazione produttiva” presso la Provincia di Bari.

 

A quell’incontro partecipavano, tra gli altri, Mario Stacca, Sindaco di Altamura, Maria Pia Di Medio, Sindaco di Cassano Murge, ma anche ex primi cittadini ora non più in carica tra cui quello di santeramo. Per la Provincia di Bari era invece presenti il Presidente Francesco Schittulli, il consigliere Domenico Romita e gli Assessori Maria Rina, Vito Giampetruzzi ed Onofrio Resta.

In sintesi il protocollo individuava tre direttrici per la diversificazione: settore agroalimentare ed enogastronomico, settore delle energie rinnovabili e settore del turismo. Per la produzione del mobile imbottito, il protocollo mette in evidenza che questo settore che ha segnato la storia economica del nostro territorio negli ultimi 30 – 40 anni, deve puntare ad una stabilizzazione di alta qualità produttiva ed occupazionale, anche e soprattutto per affrontare e rilanciare l’aggressiva sfida concorrenziale internazionale. Un’attenzione particolare viene dedicata al settore della logistica a servizio dei settori prima citati.

Il successivo 1 Ottobre, una copia del protocollo fu consegnata nelle mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in occasione della sua visita ad Altamura “affinchè il Capo dello Stato, possa farsi carico, moralmente, della crisi economica che insiste sul territorio murgiano”, si leggeva in una nota ufficiale.

A quasi tre anni di distanza, quell’Accordo, quella strategia sembrano lettere morte, documenti, senza senso, carta straccia.

Non un solo euro è stato speso per concretizzare quelle idee; non un solo impiegato o segretaria o funzionario sono stati messi a disposizione dalle amministrazioni locali per seguire quell’impegno, per dare seguito a quelle parole scritte su carta. Basti pensare che nessun investimento è stato fatto per migliorare la logistica nella nostra Murgia (un vecchio cavallo di battaglia di Natuzzi) e che quel che si è mosso in questi anni lo si è dovuto all’intraprendenza dei privati.

Ora tutti sono lì a sperare nei 60 milioni di euro dell’Accordo di Programma (40 da Roma e 20 dalle regioni Puglia e Basilicata) e stando a come si stanno agitando i politici in queste settimane, quei soldi sicuramente arriveranno. E poi? Quando finiranno? Che cosa faranno quei quasi 2mila lavoratori che oggi vedono non una speranza ma solo l’elemosina, qualcosa per tirare a campare?

 

 

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