Cronaca

Chiesto rinvio a giudizio per Vendola e Cosentino

vendola cosentino

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e per l’ex Direttrice Generale della Asl Bari, Lea Cosentino. Per i due l’accusa è di concorso in abuso di ufficio in relazione al concorso da primario di chirurgia toracica all’ospedale “San Paolo” di Bari, vinto dal prof. Paolo Sardelli.

E’ stato l’ex DG Cosentino a fare circa un anno fa ai magistrati varie dichiarazioni sulla gestione della sanità pugliese, accusando il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e suoi assessori di aver interferito per favorire medici o dirigenti targati Pd o Sel. 

A proposito dell’episodio per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il governatore Vendola, così dichiarò ai pm ‘Lady Asl’: “Un’altra pressione riguarda la nomina di primario per l’unità operativa complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in un istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l’istituzione dell’unità di chirurgia complessa del “Di Venere” non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi”. 

Io – continua Cosentino – a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d’accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perchè mi avrebbe tutelata”. Alla fine, “vinse il dottor Sardelli”, risultato il più titolato. 

Due soli indagati e un solo capo di imputazione (concorso in abuso d’ufficio continuato) sono contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio fatta dalla procura di Bari nei confronti del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dell’ex dirigente della Asl di Bari Lea Cosentino. Quest’ultima è indagata in altre indagini sulla sanità pugliese, anche assieme a Gianpaolo Tarantini. 

Secondo la procura, Vendola e Cosentino sono indagati per avere dal 25 settembre 2008 al 19 aprile 2009 “Cosentino Lea, nella qualità di direttore generale della Asl Bari, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola Nicola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, dell’art.15 d.leg.vo 30 dicembre 1992 n.502, dell’art.15-ter d.leg.vo 19 giugno 1999 n.229 e dell’art.10 della legge regionale 3 agosto 2006 n.25, intenzionalmente procurato a Sardelli Paolo un ingiusto vantaggio patrimoniale”, favorendolo per “l’incarico quinquennale di Direttore medico della Struttura complessa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo”.

“Non ti preoccupare di questa cosa! Ti copro io!“: è la frase che, secondo la procura di Bari, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, disse tra il settembre 2008 e l’aprile 2009 all’allora direttore generale dell’Asl di Bari Lea Cosentino, preoccupata alla richiesta del governatore di riaprire i termini di presentazione delle domande per l’incarico di Direttore medico della Struttura complessa di Chirurgia toracica dell’ospedale barese San Paolo. Vendola premeva – secondo l’accusa – perchè venissero riaperti i termini del concorso in modo che potesse parteciparvi un medico che egli intendeva favorire, Paolo Sardelli. 

Fine di Vendola – secondo la procura – era di “favorire esclusivamente la situazione personale di Sardelli Paolo insistentemente segnalata da esso Vendola (‘Quel concorso deve vincerlo Sardellì), dopo che era stata accertata la non praticabilità del conferimento di un incarico direttivo allo stesso Sardelli presso lo Stabilimento ospedaliero “Di Venere” di Bari, al quale il sanitario aspirava”. 

La pressione di Vendola nei confronti di Cosentino avvenne – secondo la procura di Bari – “in assenza di un fondato motivo di pubblico interesse” e “sulla base di una motivazione pretestuosa e in sè contraddittoria (asserita esigenza di ‘una ampia possibilità di sceltà in relazione alla ‘esiguità del numero dei candidati che hanno presentato domanda, in palese contrasto con la dichiarata ‘specifica particolarità della disciplina oggetto della selezione)”. 

Dopo la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, “con deliberazione del 19 aprile 2009 n.9183/1 Cosentino ‘presceglieva – fra i soli tre candidati presenti alla prova colloquio tenutasi il 30 marzo 2009, tutti dichiarati idonei dalla Commissione di esperti ed ‘inseriti nella terna da proporre al Direttore generale per la nomina (…) – il dott. Sardelli ai fini del conferimento dell’indicato incarico”.

Apprendo del rinvio a giudizio del Presidente Vendola per un’ipotesi di reato di abuso d’ufficio in concorso con l’ex Direttore Generale Lea Cosentino – ha detto Il Consigliere regionale PdL, Ignazio ZulloAl contrario di Vendola che cita la Costituzione quando gli conviene, per me vale il principio della presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio e, comunque, fino a sentenza passata in giudicato. Ma, se questo vale per Vendola vale anche per la dott.ssa Cosentino additata e vituperata dallo stesso Vendola nonostante ancor oggi tutelata dai precetti costituzionali della presunzione d’innocenza. Questo serva da lezione e aiuti ognuno di noi a non speculare sulle disgrazie altrui e a non colpevolizzare chi è sottoposto ad indagini o a un giudizio prim’ancora che l’A.G. abbia emesso i suoi verdetti”.

 

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