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L’ex Giunta Leporale comincia a rifondere il Comune

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Le reversali d’incasso dell’Ufficio Tributi del Comune di Cassano parlano chiaro: quattro bonifici per un totale di quasi 140 mila euro sono arrivati alla Tesoreria Comunale da alcuni dei componenti dell’ex Giunta Comunale guidata da Pino Leporale a metà anni ’90, in forza della sentenza della Corte dei Conti che condanna gli ex amministratori (Dina D’Ambrosio, Luciano Amedeo Giuliani, Pinuccio Giustino, Tony Petruzzellis e Franco Montedoro) in via definitiva, al pagamento del danno erariale e di immagine nei confronti del Comune di Cassano.

La vicenda è quella della “Tributaria Intercomunale spa”, società mista pubblico-privata che l’allora amministrazione Leporale volle creare per la gestione dei tributi locali per 50 anni, riconoscendogli un aggio del 28,5% dei maggiori tributi, interessi e sanzioni accertate. Nell’operazione i giudici riscontrarono diverse anomalie: il capitale sociale alla costituzione fu tenuto basso, 200 milioni di vecchie lire invece di 1 miliardo; il bando di gara da parte del Comune per cercare il socio privato non fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale né su quotidiani nazionali come la legge prevede; nessuna quota era destinata all’azionariato diffuso; nel bando di gara non erano inseriti i criteri di valutazione per la scelta del partner privato nonché una serie di norme previste dalle norme che regolavano la materia. In sostanza, gli ex amministratori avevano voluto favorire la società privata che avrebbe poi “ricambiato” il favore con, ad esempio, assunzioni di persone vicine all’amministrazione o loro parenti. Il tutto a danno dei cittadini cassanesi e delle casse comunali.

Il Tribunale di Bari, nel maggio 2002 riconobbe i sei ex amministratori del Comune di Cassano colpevoli di abuso d’ufficio, condannando l’ex sindaco Leporale a un anno di reclusione e cinque ex assessori a otto mesi di reclusione (pena sospesa) e tutti alla interdizione dai pubblici uffici per un anno nonché al pagamento delle spese processuali. Anche in Appello, nel dicembre 2004, i Giudici del Tribunale di Bari confermarono la condanna dei sei e, infine, la sentenza passò al vaglio della Corte di Cassazione che nel dicembre 2005, rigettando il ricorso, dell’ex sindaco e assessori, confermò definitivamente la condanna penale a loro carico.

Parallelamente all’iter penale, correva la quantificazione dei “danni” che la condotta dell’ex Giunta aveva procurato all’ente e che la Corte dei Conti ha fissato, nel maggio scorso in via definitiva, a 168mila euro oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria. Ma qui pare aprirsi un problema: da quando far decorrere tale rivalutazione e gli interessi?

Da quando è stata ufficializzata la Delibera di Giunta che dava il via all’iter, dicono in Comune; “errato” dicono i sei ex amministratori tramite i loro avvocati, secondo i quali la rivalutazione e gli interessi vanno conteggiati da quando il Comune ha stanziato le somme per far partire la società mista.

Una differenza di circa 10mila euro in più o in meno sui cui ora, probabilmente, sarà la sezione di Bari della Corte dei Conti a dover dare un parere risolutivo. Tornando alle cifre versate, comunque, su circa 250mila euro che il Comune di Cassano ha chiesto, i sei ne hanno versato 139.410 con quattro bonifici (uno da 27mila euro, gli altri tre di poco superiori ai 37mila euro).

Restano da incassare poco più di 100mila euro anche se non è stata concordata una tempistica né la sentenza della Corte dei Conti la prevede.

La somma, comunque, iscritta nel Bilancio di Previsione 2012 sta dunque pian piano rientrando nelle casse comunali.

 

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