Labianca in Pinacoteca, l’infinito tra le pareti
“I cittadini devono poter usufruire della bellezza, anche in un periodo di crisi come questo, la bellezza è sempre un messaggio di pace”. Ha esordito così il sindaco Maria Pia di Medio presentando orgogliosamente la nuova mostra d’arte contemporanea “Magica evocazione di un sogno” del maestro Beppe Labianca, ospitata presso la Pinacoteca Civica di Cassano, curata da Massimo Nardi e promossa da Enkomion, rivista trimestrale di Storia Letteratura e Arte, in collaborazione con il Comune di Cassano.
Un viaggio interiore e surreale, quello di Labianca, un viaggio ai confini del sé in spazi che invece sembrano non avere limiti, in una melanconica e sempre inquieta e affamata ricerca di risposte. Quadri enormi e sagome ferree che suscitano flussi onirici e temporali e contrastanti sentimenti, un monumentale “Centauro ferito da una stella” che è stato esposto alla Biennale di Venezia nel 2011, impreziosiscono le sale della Pinacoteca, contribuendo ad arricchire un percorso di crescita culturale per il nostro paese.
“Sarebbe un grande errore rinunciare alla cultura, ciò ci renderebbe aridi. Occorre guardare al sogno, alla fede, all’arte e a ciò che abbiamo dentro di noi” ha dichiarato il senatore Francesco Amoruso, ospite della serata, alle cui parole ha fatto seguito il piacevole e suggestivo racconto della formazione e dell’evoluzione di Labianca, tenuto da Raffaele Nigro, amico dell’artista da più di trent’anni.
Nigro ha ricordato gli anni dell’ “Officina nuova”, diretta da Labianca negli anni ’70, e ritrovo di artisti e intellettuali, i tentativi di fondare le prime riviste militanti e la voglia di emergere in un periodo in cui il riconoscimento del proprio valore artistico poteva essere solo postumo; ha raccontato della grande passione dell’artista per i viaggi che corrispondeva anche alla ricerca di una crescita nella propria arte che è partita dai contadini per poi passare alla figura materna e sfociare infine in una rappresentazione metafisica dechirichiana, dipingendo se stesso davanti all’infinito. “Ha chiuso il mare in un bicchiere e il cielo in una stanza” ha affermato il giornalista, “le sue opere sono enormi e stridono con lo spazio limitato che ogni giorno stringe sempre di più l’essere umano”.
Il curatore della mostra, Massimo Nardi, ha invece voluto ricordare Labianca come “il bravo docente, umile e saggio, che ha contribuito a gettare le basi fondamentali per la carriera artistica di molti giovani”.
Beppe Labianca, critico d’arte e figlio dell’artista, ha affettuosamente espresso le sue impressioni vedendo il padre dipingere “è come se quei viaggi che lui ferma sulla tela, li compisse interiormente”, viaggi che possono appartenere ad ognuno di noi, “viaggi del cuore” come ha sostenuto l’art promoter Amalia Di Lanno.
Infine la parola è passata a Labianca che si è complimentato per l’accoglienza che Cassano gli ha offerto: “per me non esistono luoghi piccoli o grandi, ho preso questo impegno con la stessa voglia ed entusiasmo dell’esposizione a Venezia, ogni mostra per me ha il suo valore e ci metto dentro tutto il mio amore e il mio impegno”.
Un ulteriore fiore all’occhiello, dunque, per la Pinacoteca Civica, per valorizzare legittimamente un luogo che deve essere votato esclusivamente all’arte e all’amore per la cultura, alla luce e alla bellezza. Un luogo sacro così come ha concluso Raffaele Nigro “io sento un quadro come una preghiera e una pinacoteca è la chiesa che la contiene”.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 31 gennaio presso la Pinacoteca Civica (Palazzo Miani-Perotti).