Cultura

La memoria contro il vento della storia

shoa al liceo

Il disagio della memoria: è questo il titolo scelto per la V edizione del mese della memoria, organizzato dall’associazione ‘Presidi del libro’ su affidamento dell’Assessorato alla cultura e al Mediterraneo della regione Puglia.

Il Liceo “Leonardo da Vinci- Platone” ha voluto essere presente e protagonista offrendo uno spettacolo corale di intenso e suggestivo significato.

“Ricordare può provocare disagio, fastidio, ma la memoria ci aiuta a vivere meglio e ad avere maggiore consapevolezza del presente e del futuro” ha affermato il dott. Grasso, presidente del Presidio del libro di Cassano delle Murge, “ i sopravvissuti all’Olocausto stanno scomparendo ed il fatto che oggi ci siano ragazzi che si fanno agenti di questa memoria è importante” ha concluso Grasso, seguito dalle parole pungenti della dirigente scolastica Tina Gesmundo, che ha giustamente ricordato come purtroppo ancora oggi, in Europa, esistano forze eversive che negano l’esistenza stessa della Shoah.

“Dobbiamo sperare che attraverso la memoria militante non cada più cenere” ha dichiarato la preside.

“A forza di essere vento”, che prende il titolo da una celebre e dolorosa canzone di Fabrizio De Andrè, è stato uno spettacolo forte e delicato al tempo stesso, un messaggio di vita e speranza per abbattere il muro del silenzio, dell’ignoranza, dell’oblio.

Gli studenti, diretti dalla regia di Antonella De Pasquale e dall’aiuto regia Margherita Racano, si sono cimentati in una prova che ha unito il gesto, la musica e la danza, regalando al pubblico una commovente ed euritmica rappresentazione.

Il coro liceale “Bella’s singing Angels”, diretto dalla maestra Isabella Minafra, ha dato l’avvio allo spettacolo, eseguendo pezzi indimenticabili come “Beatiful that way” di Noa e “Halleluja” di Leonard Cohen e gospel tradizionali come “Goin up yonder” e “Total praise”. Il canto ha poi ceduto il posto alla voce del poeta rumeno Paul Celan, sopravvissuto ai campi di sterminio ma marchiato per sempre dall’orrore consumato in quei gironi infernali. “Todesfuge” (fuga di morte) è la poesia che i ragazzi hanno recitato, dopo la proiezione di un video nel quale scorrevano le terribili immagini di ciò che non sarebbe mai dovuto accadere, raggiungendo il momento forse più toccante e vibrante dell’esibizione. Una poesia che è un urlo soffocato di dolore e angoscia contro quella morte dagli occhi azzurri che è “un maestro tedesco”.

Gli studenti nei panni dei deportati vengono (scenografia e costumi di Rossella Ramunni) trascinati dalle SS e privati di ogni cosa; il loro tragico percorso diviene una danza, attorno al macabro muro di filo spinato che divide amori, imprigiona e spezza vite, e che si conclude con la fragile liberazione legata ad un messaggio di speranza nei coriandoli che una bambina sopravvissuta fa volare in faccia agli aguzzini.

Non dimenticare è un dovere ma riflettere su ciò che è stato è ancor più importante e “A forza di essere vento” è stata una preziosa occasione per farlo.


Foto di Raffaele Fiantanese

 

                                                   

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